Esiste un legame tra Carlo Acutis e Papa Benedetto XVI che pochi conoscono. Il giovane beato era infatti particolarmente affascinato dal Papa emerito, in particolare a proposito di un suo tratto distintivo spesso messo in ombra.
Carlo rimase infatti particolarmente colpito da un discorso particolare del Pontefice tedesco, come ha raccontato sua mamma all’interno di un recente libro.
Il beato Carlo Acutis è uno dei simboli di una fede che, nonostante il vociare comune che vorrebbe i giovani distanti dalla religione, continua a vivere ancora oggi nella nostra società. La sua figura testimonia infatti di un’amore per Dio e per la Madonna che sopravvive e che è possibile ancora oggi, in particolare espressi nell’Eucarestia, segno visibile di una fede che è riscatto e salvezza per l’umanità intera e per tanta gioventù altrimenti preda del male e delle tentazioni più abiette.
In questi giorni la figura di Carlo è passata alla ribalta delle cronache per la citazione che il nuovo presidente della Camera Lorenzo Fontana gli ha riservato in Parlamento, il giorno del suo insediamento. Tuttavia quella di Carlo Acutis è una figura già celebre ma mai abbastanza. Ci sono infatti molti suoi aspetti che andrebbero approfonditi e che ancora in pochi conoscono.
Molti hanno letto della passione di Carlo per l’informatica e del suo amore immenso per l’Eucarestia, facendo in modo che la dedizione alla prima divenisse strumento per diffondere quest’ultimo. Non altrettanto celebre è tuttavia il suo interesse per l’ecumenismo, e ancora meno noto è il fatto che ad ispirarlo è stata nientemeno che la figura di Benedetto XVI.
Sua mamma, Antonia Salzano, ha spiegato infatti all’interno del libro “Il segreto di mio figlio” (Piemme) che Benedetto XVI rappresentava uno dei pontefici “preferiti” da Carlo. “Seguiva sempre quello che in proposito diceva Papa Benedetto XVI, che mise questo dialogo ecumenico come priorità all’interno del suo pontificato”, scrive nel libro.
Raccontando inoltre quanto accadde nell’agosto del 2005, data in cui Carlo seguì con grande trasporto il viaggio di Benedetto XVI in Germania. “Rimase molto toccato dal discorso che il Papa pronunciò a braccio il 19 agosto, ai rappresentanti delle chiese protestanti e ortodosse”, spiega, ricordando che Ratzinger sottolineò di non credere in un ecumenismo di facciata, istituzionale. Il punto era come portare al mondo, e a tutti, la Parola di Dio.
Sempre in quell’occasione Ratzinger parlò anche di un “ecumenismo del ritorno”, in cui accade che i cristiani si trovino a “rinnegare, cioè a rifiutare la propria storia di fede”. Poi spiegò che la “vera cattolicità è pluriforme”, cioè “unità nella molteplicità e molteplicità nell’unità”. Parole che finirono scolpite nel cuore di Carlo, segnandolo nel profondo. In particolare quando il Pontefice raccomandava di pregare e sacrificarsi per l’ecumenismo.
Proprio per questo ogni anno, Carlo, in occasione della preghiera per l’unità dei cristiani, recitava una novena. “Era attento ai bisogni della Chiesa”, spiega la madre. “Gli piaceva seguire anche gli eventi ecclesiali, come appunto la visita del Papa in Germania”.
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