Esistono diversi aneddoti sul particolare rapporto che lega Papa Benedetto XVI e i gatti, rivelatori della splendida sensibilità del teologo tedesco che, contro ogni evidenza, durante il suo Pontificato venne attaccato ignominiosamente dai suoi detrattori che lo descrivano come arcigno e cinico.
Il carattere di Joseph Ratzinger non è nulla di più lontano a tutto ciò, e non a caso, oltre ad essere uno dei più grandi teologi dell’era moderna, risulta essere anche un vero amante dei felini.
Ad esempio, fino al momento in cui venne eletto Papa il cardinale Ratzinger visse con due gatti all’interno del suo appartamento. Due amici felini che ha dovuto necessariamente abbandonare nel momento in cui gli venne affidata la carica di Sommo Pontefice, per la ragione che questi non sono ammessi nella residenza papale. Altrimenti, avremmo avuto il primo Pontefice della storia a vivere con queste tenere creature.
Un particolare che pochi conoscono di Benedetto XVI
Il particolare emerge dal libro “Mio fratello il papa”, e nello specifico dalle parole del defunto fratello Georg Ratzinger, fin quando Joseph era ancora un semplice sacerdote e svolgeva il ruolo di professore di teologia nel 1968, in Germania, egli aveva una particolare simpatia per il gatto di un vicino che gli faceva visita ogni giorno.
“L’ha anche accompagnato alle sue conferenze e alla Santa Messa. Era un gatto nero, un gattino molto intelligente”, furono le parole del compianto fratello. Un altro aneddoto a dir poco curioso venne poi raccontato dal Cardinale Tarcisio Bertone. Correva l’anno 2005, e Bertone rivelò questo aspetto particolare di Papa Benedetto XVI, per la gioia dei giornalisti ma anche per la tenerezza dei fedeli che lessero queste parole.
Durante le nostre passeggiate pomeridiane a Borgo Pío, il quartiere in cui entrambi vivevamo, molto spesso trovavamo molti gatti nei vicoli. Vedendoli, Ratzinger li aveva salutati nel modo in cui di solito vengono accolti gli esseri umani e si era fermato a parlare con loro”. A quel punto, chiesero a Bertone cosa disse loro Ratzinger. “Non lo so, perché il cardinale parlava una lingua per me incomprensibile, una lingua in qualche modo trascendente”.
Di fatto, al di là dell’aspetto mistico della vicenda, pare che si tratti di un’affetto del tutto reciproco. Non è solo il Papa Emerito ad amare i gatti, ma anche i felini pare che ricambino ampiamente questo affetto. “Una volta da Borgo Pio è entrato in Vaticano con una dozzina di gatti al suo seguito”, continuò Bertone nel suo racconto.
“Mentre ancora parlava con loro, ricordo che è stato interrotto da una guardia svizzera che, sorridendo, gli ha detto: “Eminenza, guardi, i gatti stanno prendendo d’assalto la Santa Sede”. A quel punto la risposta di Ratzinger fu divertente e rassicurante: “Oh, non credo che siano pericolosi!”.