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Non tutti sono a conoscenza del legame tra Draghi e Benedetto XVI

Si è parlato molto del rapporto di Mario Draghi con Papa Francesco. Bergoglio però non è l’unico Papa ad avere un rapporto stretto con l’ex presidente della Bce.

Joseph Ratzinger e Mario Draghi – photo web source

Draghi infatti, cattolico praticante, ebbe modo di incontrare molto da vicino Benedetto XVI, avendo persino un ruolo attivo in un passaggio molto importante per il magistero ratzingeriano, e di conseguenza per ciò che passerà alle prossime generazioni come un pilastro del suo pensiero sociale.

Il contributo di Draghi al pensiero sociale di Ratzinger

Stiamo infatti parlando della sua importante enciclica sociale Caritas in Veritate, pubblicata nel 2009 dall’allora Pontefice tedesco. Il testo uscì il 29 giugno 2009, nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nonostante in un primo momento la data fosse stata prevista per il marzo del 2008, in occasione del quarantesimo anniversario dalla pubblicazione dell’enciclica Populorum progressio pubblicata da Papa San Paolo VI alla chiusura del Concilio Vaticano II, nel marzo del 1967.

A contribuire all’enciclica era tuttavia stato nel 2008 anche un altro economista italiano, Stefano Zamagni, professore di economia politica all’università di Bologna. Ma la dura crisi dei “sub-prime” scoppiata alla fine del 2008 portò Ratzinger a temporeggiare nella pubblicazione definitiva, e a rivederne alcuni passaggi. Un’enciclica di carattere sociale, infatti, non poteva non tenere conto, e anche in maniera nemmeno troppo velata, di un fatto importante come quello.

Dopo la prima stesura, lo scoppio della crisi economica

Quando il testo era quindi per la seconda volta quasi pronto, Benedetto XVI chiese all’allora Segretario di Stato Tarcisio Bertone che fosse Mario Draghi a rileggere l’Enciclica prima della pubblicazione definitiva. Mario Draghi era allora il Governatore della Banca d’Italia, ed ebbe di conseguenza il privilegio di visionarla in anteprima.

Ci lavorò sopra per un fine settimana, dando così il suo giudizio di “tecnico” su alcuni dei passaggi che riguardassero le questioni sociali e in particolare quelle economiche. Dopo quell’occasione, Draghi scrisse un importante articolo sul quotidiano della Santa sede, L’Osservatore Romano, sintetizzando così il suo giudizio e offrendo il suo commento sul testo che aveva ricevuto.

LEGGI ANCHE: Mario Draghi: chi è davvero l’uomo di cui tutti parlano

Cosa scriveva Draghi sull’Osservatore Romano

“Un modello in cui gli operatori considerano lecita ogni mossa, in cui si crede ciecamente nella capacità del mercato di autoregolamentarsi, in cui divengono comuni gravi malversazioni, in cui i regolatori dei mercati sono deboli o prede dei regolati, in cui i compensi degli alti dirigenti d’impresa sono ai più eticamente intollerabili, non può essere un modello per la crescita del mondo”, scriveva in quell’occasione Draghi.

“Negli ultimi decenni l’espulsione dell’etica dal campo d’indagine della scienza economica è stata messa in discussione, perché ha generato un modello incapace di dar conto compiutamente degli atti umani in ambito economico e di spiegare l’esistenza delle istituzioni rilevanti per il mercato solo come risultato della mera interazione di agenti razionali ed egoisti”.

LEGGI ANCHE: Benedetto XVI: il suo più grande insegnamento per la nostra vita

photo web source

Insomma, Draghi  sembra intessere un buonissimo rapporto con il mondo cattolico fin da giovane, quando frequentò le scuole, dalle elementari al liceo, dai gesuiti. Una premessa che potrebbe avere influenzato e non poco il suo pensiero sulla società. Si dice infatti che chi va a studiare nelle scuole gestite dai gesuiti ne esce in qualche modo come “un gesuita con l’abito corto”, vale a dire un laico con un pensiero molto affine a quelli dei padri gesuiti.

Che sia questa una premessa positiva per il futuro del governo e dell’Italia? Molti se lo chiedono, ma solo i fatti potranno dimostrarlo, mentre tutti sono in attesa di vedere quanto accadrà.

Francesco Gnagni

Giovanni Bernardi

Scritto da
Giovanni Bernardi

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