C’è una parola che sembra far paura ad una moltitudine di persone: sincerità, ossia avere il coraggio di dire agli altri ciò che si ritiene sia la verità, a mo’ di correzione fraterna.
In effetti, più che di un atto di coraggio -non ce ne sarebbe bisogno, se le persone sincere fossero apprezzate- è un atto di rispetto, nei confronti dell’altro, che ascolta le nostre parole e le ritiene vere.
Anche Papa Francesco, e anche più di una volta, ha ribadito come sia necessario, per un cristiano, badare alle parole che escono dalla sua bocca e raggiungono il prossimo.
Bisogna evitare parole ipocrite, che sanno di opportunismo e vengono usate da coloro che, come le banderuole, vanno dove le porta il vento; bisogna evitare parole vacue, che non hanno nessuna sostanza, nessun contenuto, ma riempiono i dialoghi di coloro che non vogliono prendere posizione; bisogna evitare le parole volgari, che possano scandalizzare gli altri, come descritto ampiamente nel Vangelo.
Papa Francesco dice: “Ci sono cristiani luminosi, pieni di luce, che cercano di servire il Signore con questa luce”; “ci sono cristiani tenebrosi”. Questi ultimi vivono “una vita di peccato, una vita lontana dal Signore”.
Purtroppo, sottolinea il Santo Padre, esiste un terzo gruppo di persone -tra loro anche molti cristiani- che non appartengono né alla luce, né alle tenebre: “Sono i cristiani del grigio. E questi cristiani del grigio una volta stanno da questa parte, un’altra da quella. La gente di questi dice: “Ma questa persona sta bene con Dio o col diavolo?” Eh? Sempre nel grigio.
Sono i tiepidi. Non sono né luminosi, né oscuri. E questi Dio non li ama”. “ “Io sono cristiano, ma senza esagerare!”, dicono e fanno tanto male, perché la loro testimonianza cristiana è una testimonianza che, alla fine, semina confusione, semina una testimonianza negativa”.
E tu che leggi, che cristiano sei? Come ti prepari a dare testimonianza del Cristo Risorto, ai fratelli che incontri ogni giorno per strada, a lavoro e in tutti i posti che frequenti?
Antonella Sanicanti
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