Una scelta di estrema importanza che determinerà molti aspetti della Chiesa italiana per i prossimi anni. In base al nome che verrà designato dal Pontefice la gestione di quanto riguarda la fede cattolica in Italia avrà una direzione piuttosto che un’altra.
L’attuale presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha infatti raggiunto il limite di età e dovrà lasciare il posto al suo successore. Tante le voci che circolano in queste ore.
La decisione è quindi tanto attesa quanto delicata. Bergoglio dovrà designare la guida di una delle Chiese più importanti del mondo, quella italiana, il territorio confina con quello della Santa sede. Da tempo infatti si sono avanzate numerose ipotesi, visto che la data delle dimissioni di Bassetti era attesa e quindi inevitabile.
Chi sarà la futura guida della Cei
Il periodo designato per il cambio di guardia è infatti quello del prossimo maggio, visti gli ottant’anni compiuti dal vescovo di Perugia, subentrato nel 2017 al cardinale Angelo Bagnasco. Il suo mandato potrebbe tuttavia anche venire prolungato, ma la decisione sembra piuttosto improbabile e difficile da realizzare.
D’altra parte, è noto come Bergoglio abbia sempre utilizzato, in scelte di questo genere, atteggiamenti a dir poco spiazzanti. Spesso infatti sono stati messi a capo di importanti diocesi e conferenze episcopali personalità prima d’ora assolutamente sconosciute, o quantomeno inaspettate. Pastori con l’odore delle pecore e profili assolutamente al di fuori delle tradizionali logiche di potere, scelti dal Papa probabilmente proprio a causa di queste loro caratteristiche.
Ciò è accaduto sia in Italia, in diocesi importanti come quelle di Milano o di Venezia, tradizionalmente sedi cardinalizie ma che Bergoglio non ha destinato a cardinali, ma anche nel resto del mondo. Per questo capire quali saranno le intenzioni di Bergoglio per la Chiesa italiana non è di certo facile.
Chi sono i nomi che circolano maggiormente in queste ore
Tra i nomi che stanno circolando maggiormente, ci sono ad esempio quello del cardinale Matteo Maria Zuppi, a cui è stata donata la porpora proprio dall’attuale Pontefice solamente nell’ottobre 2019. Romano, Zuppi è l’attuale arcivescovo di Bologna noto per essere molto attivo con la Comunità di Sant’Egidio, essendo uno trai fondatori della stessa, e il suo nome è arrivato a circolare tra gli analisti persino per il ruolo di futuro Papa, successore di Francesco.
Tuttavia è difficile pensare che la stessa persona possa essere prima fatta cardinale e poi presidente della Cei nel giro solamente di due anni, fino a diventare successivamente Pontefice. In quel caso verrebbe a lui attribuito un potere e una rilevanza all’interno della Curia particolarmente alta, e Zuppi è un nome di riferimento per i cattolici definiti “progressisti”, perciò questa situazione potrebbe creare più di una scontentezza all’interno della Chiesa italiana.
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Tuttavia, c’è anche chi non evita di constatare che tra i metodi di Papa Francesco, oltre a quello di nominare personalità poco note o “dal basso”, c’è anche quella di “accentrare” il potere nelle mani di poche persone, quindi non si esclude questa eventualità. Un altro nome che ricorre oltre a quello di Zuppi è invece quello di monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e teologo di grande spessore.
Il nuovo Presidente dei vescovi sarà chiamato a un compito arduo
Dal suo canto, la sua nomina verrebbe letta più favorevole al mondo cosiddetto “conservatore”, se davvero hanno senso queste categorie all’interno della Chiesa. Tuttavia, sappiamo che da sempre, fin dai primi secoli della cristianità, nella storia della Chiesa esistono posizioni diverse che si confrontano tra loro, anche in maniera dura, finendo per farne emergere una piuttosto che l’altra.
Un altro nome che sta circolando è quello dell’arcivescovo di Siena, anche lui cardinale da poco tempo e figura molto conosciuta negli ambienti romani, che è quella del porporato Augusto Paolo Lojudice. Tuttavia, uno dei pronostici più diffusi è che il successore del cardinale Bassetti e nuova guida della Cei potrebbe essere un nome a sorpresa, un vero e proprio “insospettabile”.
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Che sarà chiamato a un incarico particolarmente difficile, quello di guidare la Chiesa italiana in un periodo molto difficile, tra calo delle vocazioni e difficoltà dovute alla pandemia, nonché nel mezzo del Sinodo voluto da Papa Francesco e che al momento non sta ricevendo grande successo nei territori del nostro Paese.