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Opinioni e Approfondimenti

Chi sono i “Santi Innocenti” di oggi? Una ricorrenza tanto attuale

Tutte le feste del tempo natalizio sono indubbiamente di grande attualità. Una su tutte, però, meriterebbe una riflessione più attenta delle altre: i Santi Innocenti.

Foto: CC0 Pixabay

Su questa liturgia, sarebbe importante meditare bene e senza cadere nei luoghi comuni, per un motivo molto semplice: quando si parla di diritti dell’infanzia, è facilissimo cadere negli equivoci, nelle contraddizioni e anche nell’ipocrisia.

Il sacrificio dei Santi Innocenti accompagna la venuta al mondo di Gesù Cristo e, in qualche modo, ne anticipa il supplizio sulla Croce. La loro strage ad opera di Erode fu qualcosa di assolutamente terrificante e inaudito per quell’epoca.

I popoli antichi non andavano certo per il sottile in tempo di guerra e nei regolamenti di conti con i nemici. Già per la cultura ebraica di allora, tuttavia, la violenza sui bambini suscitava raccapriccio; fermo restando che soltanto il cristianesimo avrebbe dato all’infanzia una piena dignità.

Ciononostante, in pieno XXI secolo, ci ritroviamo davanti a un paradosso: la dignità del bambino è qualcosa che, non solo rimane lettera morta, ma, mai come in questi ultimi anni, ha conosciuto un inquietante regresso.

2016: l’appello del Papa

Il gemito di dolore di “Rachele che piange i suoi figli” (Ger 2,18) continua ad echeggiare anche oggi. Ne prese atto papa Francesco nella sua lettera indirizzata nel 2016 ai vescovi di tutto il mondo in occasione della festa dei Santi Innocenti. “Si continua ad ascoltare il lamento e il pianto di tante madri, di tante famiglie, per la morte dei loro figli, dei loro figli innocenti”, scrisse in quell’occasione il Santo Padre.

Come San Giuseppe, osservava il Pontefice, i pastori della Chiesa sono chiamati a proteggere l’infanzia “dai nuovi Erode”. Francesco citava l’“innocenza spezzata sotto il peso del lavoro clandestino e schiavo, sotto il peso della prostituzione e dello sfruttamento”. Senza trascurare i bambini vittime delle guerre, delle mafie e dei mercanti di morte. I bambini sottratti forzatamente all’istruzione, i bambini oggetto di traffico sessuale (il 68% del totale delle persone “vendute” a tali scopi nel 2015). I bambini ridotti in stato di schiavitù lavorativa (circa 150 milioni nel 2016).

Il Papa non mancò di menzionare gli abusi sessuali compiuti dal clero sui più piccoli. “Peccato che ci fa vergognare – scrisse nella lettera del 2016 –. Persone che avevano la responsabilità della cura di questi bambini hanno distrutto la loro dignità. Deploriamo questo profondamente e chiediamo perdono”.

Pedofilia e aborto: numeri spaventosi

La piaga dei bambini abusati non è cagionata esclusivamente dalla perversione di alcuni loschi individui ma è anche e soprattutto un prodotto della mercificazione dell’infanzia. In tal senso, il rapporto di Meter onlus relativo al 2019 è impressionante: sono quasi 10 milioni le immagini pedopornografiche, tra foto e video, sequestrate nel corso dell’anno. Come più volte denunciato dal presidente e fondatore di Meter, don Fortunato Di Noto, soltanto una piccola parte dei crimini pedopornografici online viene allo scoperto. Il deep web tende ad occultare un’enorme percentuale di attività illecite e neanche i colossi dell’informatica si sono mai mostrati particolarmente collaborativi.

L’anno scorso, in Italia, gli aborti sono stati circa 80mila ma, dall’approvazione della legge 194/78 se ne sono registrati almeno 6 milioni. Nei primi anni ’80 si toccò il record con oltre 230mila aborti all’anno, tuttavia il successivo calo dei dati ufficiali non deve rasserenare troppo: la diffusione dell’aborto chimico, attraverso la Ru486, rende infatti difficilmente censibili le cifre effettive. A livello globale, le cose non vanno meglio: in tutto il mondo gli aborti sono circa 56 milioni all’anno. Cifre impressionanti, che evidentemente contribuiscono ad acuire la crisi demografica in molti paesi.

Eppure, nella mentalità di molti, il vero problema è la presenza di troppi medici obiettori. C’è chi insiste esclusivamente sui diritti delle donne a disporre del proprio corpo e, al contempo, ignora del tutto il diritto del bambino a nascere. Le polemiche sorte nelle settimane prenatalizie intorno alla campagna di Pro Vita & Famiglia rivelano i toni particolarmente intolleranti e ideologici dei sedicenti paladini della libertà delle donne.

Bambini trattati come merci

Sdoganando questa mentalità, per cui non ci sarebbe “nulla di male” né ad abusare di un bambino, né a ridurlo a merce, e nemmeno a sopprimerlo nel ventre materno, la strada per la fecondazione artificiale e per la maternità surrogata è spianata. Bambini fabbricati in provetta per il capriccio di una coppia omosessuale. Bambini strappati alle madri biologiche al momento del parto.

Legato a doppio filo a tale fenomeno, c’è lo scandalo degli affidi e dei bambini illegittimamente sottratti a famiglie senza colpa. I casi emersi a Bibbiano e in altri comuni italiani hanno campeggiato a lungo sui giornali per tutta la seconda metà dell’anno scorso. Poi, improvvisamente, anche questi scandali sembrano essere finiti in una bolla di sapone. Eppure, dietro queste vicende ci sono tuttora migliaia di papà e mamme che soffrono l’assenza dei loro figli; e bambini che vivono il trauma di un inspiegabile allontanamento forzato.

Danni psicologici da lockdown: urge una riflessione

Per concludere, uno sguardo sui bambini che, da marzo a oggi, hanno vissuto sulla propria pelle l’impatto del lockdown. Beninteso: non parliamo, in questo caso, di conclamate violazioni di diritti umani, ma comunque di situazioni di forte disagio, che non meritano di essere trascurate. Vivere forzosamente chiusi in casa – in alcuni casi anche in scenari di violenza familiare – non è il massimo per un bambino. L’infanzia è il momento della socializzazione con i coetanei, della scoperta del mondo.

Con tutto il rispetto per l’emergenza sanitaria, per tanti giovanissimi studenti affrontare la didattica a distanza ha rappresentato uno sacrificio immane. Anche il ritorno a scuola, con tutto il campionario di divieti e protocolli da rispettare, non è stata una passeggiata. Sono già numerosi gli studi che attestano i danni psicologici da lockdown sui minori. Fermo restando che la prevenzione dal Covid rimane sacrosanta, qualche interrogativo sull’impatto dell’attuale crisi sulle giovani generazioni andrebbe sicuramente sollevato.

Luca Marcolivio

 

 

 

Luca Marcolivo

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