I numeri sono impietosi e parlano di un vero e proprio dramma che si perpetra in tutto il mondo: l’attacco feroce ai cristiani. Lo ha spiegato il politologo Dominique Reynié, entrando nel merito della minaccia alla fede cristiana costantemente messa in atto da forze anticristiane.
Legate ad esempio a islamismo, a Cina comunista, o anche a determinati soggetti di grande influenza legati all’uso del web e dei social media.
Il Cristianesimo è la religione più perseguitata al mondo
“Il Cristianesimo è la religione più perseguitata al mondo”, ha affermato senza mezzi termini il politologo Dominique Reynié, portando dati concreti per suffragare la sua tesi. Lo ha fatto all’interno di una intervista a un sito francese in cui ha parlato del suo ultimo saggio, “Il XXI secolo del Cristianesimo”.
Nel saggio si affronta il tema della centralità insostituibile della fede cristiana, minacciata però dal dramma delle persecuzioni ai danni dei cristiani che crescono, purtroppo, ogni giorno.
Chi minaccia ogni giorno la fede in Gesù Cristo nella società di oggi
Per Reynié, la religione cristiana sta attualmente vivendo uno sviluppo positivo e dinamico a livello mondiale, ma allo stesso tempo si trova ad essere paradossalmente in declino, ad esempio, in una certa parte dell’Europa e in Oriente. Insomma, nella culla in cui il cristianesimo è nato, e nella terra in cui è cresciuto e si è sviluppato, la fede cristiana trova forze che remano in maniera contraria e violenta.
Queste, per lo studioso, sono rappresentate da elementi ben precisi. Nello specifico, “dall’islamismo, dal modello politico cinese e dalla digitalizzazione del mondo”. Una minaccia quindi che nasce da fattori vecchi e nuovi. La minaccia, per i cristiani, in Paesi come la nella Cina comunista e in altri Paesi del sud-est asiatico, purtroppo, non è nuova.
L’attacco ai cristiani in Europa e l’esempio purtroppo triste francese
Meno chiara, a volte, è il fatto che la fede in Gesù è duramente attaccata anche in Europa, seppure non in tutti i Paesi la crisi sia così catastrofica: c’è ancora chi resiste al male che si diffonde sottotraccia nel mondo.
“La situazione della Francia, dove il cristianesimo non si trova in una bella situazione, non riguarda tutto il continente. Globalmente, il cristianesimo conserva un notevole vigore nei paesi europei. Questo vigore può essere ritrovato lì dove è stato smarrito, Francia compresa, attraverso l’evangelicalismo per esempio”, ha spiegato con sconforto lo studioso.
Le contraddizioni della società europea e il bisogno di sanarle presto
“L’Europa è la parte del mondo che da ormai settantant’anni è riuscita a organizzare delle società moderate, dove la violenza politica è ampiamente calata rispetto al recente passato, dove la risoluzione dei conflitti è pacifica e dove sono stati messi in piedi degli stati assistenziali”, ha poi specificato.
“Storicamente eccezionale, questo traguardo europeo, tuttavia, ha logicamente contribuito al declino della religione”. Insomma, la libertà religiosa e la fede in Gesù è sotto il mirino di tutto il mondo, in particolare negli ultimi decenni in Cina, India, Oriente e Africa subsahariana. Tutto questo “perché porta con sé la separazione tra la sfera politica e la sfera religiosa”, spiega.
Lo studioso rivela chi minaccia oggi la fede cristiana e perché
Reynié ha messo quindi in luce chi minaccia, a suo avviso, la fede cristiana e perché, cercando di dare una spiegazione chiara e univoca alle tante violenze di cui leggiamo ogni giorno anche nel Vecchio Continente.
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“Almeno due modelli si oppongono sia al cristianesimo sia all’ordine democratico”, ha concluso. “Il primo modello, l’islamismo, si oppone alla separazione della sfera politica dalla sfera religiosa”. Il secondo viene di conseguenza. “L’altro modello, il comunismo cinese, non ammette l’autonomia delle religioni”.
Il mondo digitalizzato fa temere una sorta di teologia politica digitale
Ma c’è anche il terzo modello, imprevisto, che purtroppo si affaccia all’orizzonte. Che minaccia, a suo avviso, non solo il cristianesimo ma anche la democrazia stessa, che è paradossalmente il mondo del web, l’utilizzo che se ne fa da parte di potenze anticristiane e interessate solamente a un profitto senza limiti, e all’utilizzo dei dati sensibili per ragioni di vero e proprio controllo sociale e mondiale.
“Il web, il mondo digitalizzato fa temere una sorta di teologia politica digitale”, ha messo in guardia lo studioso. Per questo c’è bisogno di fare valere in rete le ragioni della fede, e di mostrare la bellezza di amare il Signore anche nella rete, affinché questa possa contagiare i cuori di chiunque acceda a internet e così sconfiggere la volontà di sottomettere l’intera società da parte dei padroni della rete.
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Preghiamo il Signore affinché il futuro possa riservarci un mondo più umano e più giusto, dove si può vivere in pace amando Gesù Cristo, unica via di salvezza di fronte al male, all’iniquità e all’ingiustizia.