Non si è mai arresa, neanche davanti alle difficoltà più grandi, dopo la perdita di due figli, la terminalità della malattia che l’aveva colpita.
Oggi ricorre il compleanno di Chiara Corbella che è nata il 9 gennaio 1984. La sua testimonianza di vita è un esempio per tutti noi. Una giovane donna che, nonostante le mille avversità della vita, ha scelto comunque di seguire la strada che Dio aveva tracciato pe lei.
Apparentemente sembra la storia di una giovane donna come tante che è volata in cielo troppo presto. Ma, Chiara Corbella ha qualcosa in più. Un rapporto d’amicizia profondo con Gesù, è il suo migliore amico. Un amore, fatto di alti e bassi, ma che è stato sicuramente quello di tutta la sua vita.
Chiara è una ragazza come tante. Nasce il 9 gennaio a Roma e frequenta la parrocchia fin dalla più tenera età. Nel 2002, arriva a Medjugorje, quasi di passaggio e sarà lì che incontrerà Enrico. Un rapporto fra i due fatti di continue riprese, allontanamenti, ma entrambi capiscono di esser fatti l’uno per l’altro. Sarà solo dopo 6 anni che Chiara ed Enrico convoleranno a nozze.
Una storia che ogni donna desidera: sposarsi e vivere una vita felice con l’uomo che ama. Ma le difficoltà sono dietro l’angolo.
Dopo un mese dal matrimonio, Chiara scopre di essere incinta. Ma c’è qualcosa che la turba, come se si sentisse che quella gravidanza non sarebbe andata a buon fine. Durante la seconda visita di controllo, apprende che è una femmina, ma anencefalica, ossia non le si è formata la scatola cranica.
Se anche nascesse, vivrebbe pochi minuti. Lo sconforto entra nell’animo di Chiara, ma solo per poco tempo. Sarà il suo incrociare lo sguardo con quello della Vergine Maria, per farle comprendere che la sua missione è speciale: “essere mamma di un figlio speciale”.
E così sarà: la nascita di Maria Grazia Letizia è un evento che lei attende con gioia, anche se, dopo soli 30 minuti, la piccola smetterà di vivere.
Forse, qualunque altra mamma non avrebbe mai più sperato o, forse, preso nemmeno in considerazione l’idea di una nuova gravidanza, vivendo magari con la paura che un altro bambino sarebbe potuto nascere con lo stesso problema.
Ma non Chiara né suo marito Enrico. Pochi mesi dopo la morte della piccola, lei è di nuovo incinta. Anche questa volta, però, al suo piccolo che è ancora in grembo, viene diagnosticato una malformazione viscerale e, anche lui, sarebbe morto, poche ore dopo il parto.
Un altro colpo duro per Chiara ed Enrico. Ma nonostante il dolore sperimentano una volta di più, che “il possesso è il contrario dell’amore”: per questo hanno lasciato andare con la pace nel cuore, anche il loro secondogenito.
Pochi mesi dopo, Chiara è nuovamente incita del suo terzo bambino, Francesco, che nascerà sano, grazie ancora una volta al sacrificio della sua mamma. Chiara, infatti, si sottopone ad una visita medica (forse la più dura della sua vita) dopo aver scoperto delle lesioni sulla lingua. Era il principio di un carcinoma.
Che fare? Uccidere il bambino perché deve sottoporsi alla chemioterapia, o sacrificare la propria vita per dar luce a questo bambino così tanto desiderato? Chiara sceglie la seconda strada, aiutata ancora una volta dalla fede, quella che non ha mai abbandonato. Francesco nasce il 30 maggio 2011, ma il tumore, piano piano aveva invaso tutto il suo corpo.
Un segno forse? No, semplicemente un essersi affidata completamente a Dio e alla Madonna, incrociando ancora lo sguardo di lei, consapevole di essere ancora una mamma speciale. Chiunque altro si sarebbe arreso, avrebbe alzato le mani e pensato: “Perché tutto si accanisce contro di me?”, ma non lei.
Si recherà per l’ultima volta a Medjugorje per rinnovare la sua promessa di matrimonio con Enrico, consapevole che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto quel posto.
Chiara morirà il 13 giugno del 2012, lasciando però qui sulla terra il segno della sua forza, della sua fede in Dio: Chiara muore felice, va incontro al suo sposo e lascia un segno visibile del suo amore, Francesco, a cui ha donato tutta se stessa.
Un esempio per tutte le donne e per tutte le mamme che si sarebbero arrese alla prima paura. Lei no, è andata avanti, ha combattuto fino alla fine. E non ha mai permesso alla scoraggiamento di prendere il sopravvento nel suo cuore. Chiara fino alla fine dei suoi giorni, rimane fedele a Dio.
ROSALIA GIGLIANO
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