Chiara Corbella: una splendida omelia racconta la sua vita

Grande partecipazione, in presenza e anche via web, alla Messa per il nono anno dalla morte della Serva di Dio.  

Una Porziuncola gremitissima – nei limiti dei protocolli anti-Covid – per celebrare una ragazza speciale, nel 9° anniversario della sua nascita al Cielo.

Assisi e Chiara: un destino segnato

Per Chiara Corbella Petrillo (1984-2012), Assisi era una seconda casa. Dai francescani ricevette la formazione che ha plasmato la sua esistenza straordinaria. Proprio nei pressi della Porziuncola, lei ed Enrico scelsero di sposarsi. E fu proprio ad Assisi, che i due giovani romani si scambiarono le promesse eterne il 21 settembre 2008.

Nell’omelia della messa nel IX anniversario della morte, celebrata domenica scorsa, padre Francesco Piloni ofm, Ministro Provinciale dei Francescani in Umbria, ha colto la sorprendente corrispondenza tra il Vangelo del giorno (Mc 4,26-34) e la breve intensa vita di Chiara. È proprio nel seme che, solo morendo, può dare molto frutto, che si individua in controluce, la missione terrena e celeste della Serva di Dio.

È proprio nella sofferenza dei momenti più bui della loro vita – la morte dei primi due figli, la malattia di Chiara – che il Signore ha parlato a lei e ad Enrico, “nel segreto e nell’intimità della loro relazione, ha detto padre Piloni.

Negli studi medici, nelle loro notti insonni – ha proseguito il francescano – nei momenti di colloquio con un amico o con l’accompagnatore spirituale – penso a fra Vito – in quei momenti di silenzio, dove il seme macera, si spezza, dove tutto tace, lì Dio parlava nella vita di Chiara e di Enrico”.

I loro dieci anni di vita insieme sono diventati esempio e incoraggiamento per molte altre coppie. Quei momenti di “macerazione” per Chiara ed Enrico sono diventati “il grano che biondeggia, quel cibo buono che nutre la nostra vita spirituale, che ci fa fare scelte, che ci fa decidere per la vita, anche davanti a una cultura di morte”.

Possono capitare “eventi belli o dolorosi”: sta soltanto a noi “decidere come viverli”, come “starci dentro. Come hanno fatto Enrico e Chiara, i cui quattro anni di matrimonio, furono funestati da eventi così drammatici? “Solo Dio può spiegarlo a chi lo vive”, ha risposto padre Francesco. “Soltanto Lui può spiegarti la verità del seme che muore e dà molto frutto”.

Il Signore mantiene sempre le sue promesse

A conclusione della messa, Enrico Petrillo ha rivolto un breve saluto ai fedeli presenti e a quelli collegati in streaming da tutta Italia. Ogni anniversario della morte di Chiara “dovrebbe essere un giorno triste, da dimenticare – ha affermato – e invece Chiara è per me quella parabola di cui oggi (domenica scorsa, ndr) parla il Vangelo”.

Non so come ma so che Dio ha mantenuto le promesse con me e so che, se lo farà con me, lo farà con voi – ha proseguito Enrico –. Mi aveva promesso che non sarei stato solo e mi sembra di non esserlo. Poi aveva anche promesso di cambiare il mio lutto in gioia e lo fa con voi. Voi siete il regno di Dio per me”, ha detto rivolto ai fedeli e agli amici presenti.

Lui e Chiara si erano recati per la prima volta ad Assisi, un giorno che erano “abbastanza disperati” per la crisi del loro fidanzamento.Non ce la facevano con le nostre forze – ha ricordato Enrico –. La nostra storia poteva andare in tanti modi ma Dio l’ha scritta così”. Grazie ad Assisi, ai frati, al SOG, Chiara ed Enrico sono cresciuti nella fede e hanno accolto pienamente la loro vocazione.

Sempre ad Assisi, la coppia è più volte tornata, “ogni volta che la storia ci proponeva qualcosa: Maria Grazia Letizia, Davide Giovanni, Francesco, la malattia di Chiara…”. La Porziuncola, però, ha aggiunto Enrico, è soprattutto un “luogo dove chiedere perdono a Dio. Lo stesso San Francesco diceva: “Voglio portarvi tutti in paradiso” ma, per andarci, ha puntualizzato Enrico, “tocca a tutti perdonare, non ci si può andare con un ‘abito sporco’”.

Perdonare gli altri è necessario, ha proseguito il marito di Chiara, eppure è necessario anche “perdonare Dio, quando lo accusiamo della nostra storia, delle cose che non vanno come dovrebbero andare secondo noi”.

Incredibile “dioincidenza”

La Provvidenza ha voluto che Chiara ed Enrico si conoscessero il 2 agosto 2002, giorno del “Perdono d’Assisi, una festa francesca di cui allora “nemmeno sapevo dell’esistenza”, ha confidato Enrico. Un segno che “Dio scrive cose che non sai” ma devi “lasciagliele scrivere”.

Rinnovando la sua gratitudine per tutti i presenti, per gli amici di sempre che lo hanno accompagnato nel dolore per la morte di Chiara e negli anni successivi, Enrico ha detto loro: “Vi auguro di fare pace con la vostra storia”.

In conclusione, ha mostrato il “ricordino” distribuito poi all’uscita dalla messa: un’immaginetta di San Francesco che prende per mano Chiara Corbella, indicandole la strada della Porziuncola.

Chiara è un chicco di grano e ognuno di noi è rappresentato in questa immaginetta dalle spighe che ci sono. Vi auguro di continuare il vostro cammino – ha concluso Enrico – e di incontrare il Regno di Dio, so che il Signore lo farà come l’ha fatto con la mia”.

Luca Marcolivio

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