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Chiara Lubich sarà presto una beata della chiesa cattolica

Chiara Lubich

Il 22 gennaio del 1920 nasceva a Trento Chiara Lubich, la donna che ha fondato l’associazione dei Focolari, una comunità che si occupa di diffondere lo spirito di pace e fraternità tra i popoli attraverso il messaggio divino. Le sue riflessioni sui passi della Bibbia sono conosciute da tutti i fedeli che le riconoscono un carisma degno di un santo. Proprio in questi anni la sua causa di beatificazione è al vaglio della commissione pontificia e per renderle omaggio vi riportiamo alcune delle sue riflessioni più pregnanti.

“Se hai l’avventura di portarti in Terra Santa, verso primavera, fra le mille cose che Gerusalemme ti offre alla contemplazione e alla meditazione, una ti colpisce in modo singolare, per quanto ricorda nella sua estrema semplicità. Resistita al tempo e lavata dalle intemperie di duemila anni, una lunga scala di pietra, puntualizzata qua e là di papaveri, rosseggianti come il sangue della Passione, si spiega, quasi un nastro increspato, discendente, limpida e solenne verso la valle del Cedron.

E’ rimasta nuda all’aperto, costeggiata da una cornice di prato, quasicché nessuna volta di tempio potesse sostituire il cielo che l’incorona. Di là – la tradizione racconta – Gesù discese quell’ultima sera, dopo la cena, quando, «alzati gli occhi al cielo» gonfio di stelle, ebbe a pregare: «Padre, l’ora è venuta…». Fa impressione metter i propri piedi dove i piedi d’un Dio hanno toccato e tutta l’anima t’esce dagli occhi guardando la volta celeste che occhi d’un Dio hanno guardato. E tale può essere lì l’impressione che la meditazione ti fissa in adorazione.

le opere di Chiara Lubich

Fu una preghiera unica la Sua prima di morire. E quanto più splende Dio questo «Figlio dell’uomo», che tu adori, tanto più lo senti uomo e t’innamora. Il Suo è un discorso che solo il Padre comprese appieno, eppure lo fece a voce dispiegata, forse perché anche a noi arrivasse un’eco di tanta melodia”.

Quelle riflessioni sulla Terra Santa hanno toccato il cuore di molti fedeli che come lei hanno avuto la possibilità di camminare negli stessi luoghi in cui Gesù ha vissuto ed è morto in croce. Di quel passo in cui Gesù si dice pronto ad accettare il suo destino, Chiara sosteneva si trattasse dell’aspirazione massima di ogni cristiano, ovvero quella di riuscire ad accettare la volontà divina senza metterla in dubbio: “Non si sa perché, ma certo fu così, che quasi ogni sera, radunate le prime focolarine fra loro in cerca dell’amor di Dio, al lume di candela – perché la luce spesso mancava – leggevano quel brano. Era la magna carta del cristiano. Di lì parole ignote a loro brillarono come soli nella notte: notte d’un tempo di guerra. Gesù aveva per tre anni parlato spesso agli uomini: aveva detto parole di Cielo, aveva seminato nelle dure cervici, aveva annunziato un programma di pace, ma aveva offerto il Suo divino patrimonio adattandosi quasi alla mente dei suoi, e le parabole ne sono una testimonianza. Ma ora che non parla alla terra, e la Sua voce è rivolta al Padre, sembra non frenare più la Sua foga. E’ splendido quell’Uomo, che è Dio, e versa – come fontana fluente di Vita Eterna – Acqua che inabissa l’anima del cristiano, perduta in Lui, nei mari sconfinati della Trinità beata”.

Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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