Era il 13 giugno di otto anni fa, quando Chiara, esempio vivente del messaggio evangelico di Gesù, lasciava la vita terrena per tornare alla Casa del Padre.
Chiara Corbella Petrillo aveva 28 anni quando, quel 13 giugno del 2012, lasciava i suoi affetti sulla terra per far ritorno alla Casa del Padre, tra le braccia di Gesù. Lei, che ha fatto della sua vita terrena il concreto esempio del messaggio evangelico del Signore: “Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”, è stata un veri e proprio esempio per tante persone che, dopo aver conosciuto la sua storia, hanno radicalmente cambiato la loro vita.
Chiara si era sposata nel 2008 e dopo il matrimonio affrontò le prime due gravidanze. Tuttavia, le notizie che arrivarono dall’ospedale non erano notizie felici. Entrambe le gravidanze furono accompagnate dall’infausta notizia delle gravi condizioni dei bambini. La sua prima figlia era affetta da un’anencefalia e più di una volta Chiara ricevette il “consiglio” di abortire. Ma questo Chiara non poté accettarlo: l’amore per la vita tenne alla larga un tale pensiero e, per amore della figlia, scelse la vita. Seppur in condizioni molto delicate, la piccola venne al mondo e, prima di morire, Chiara e suo marito vollero farla battezzare.
Anche la seconda gravidanza fu accompagnata da enormi prove e difficoltà, alle quali, ancora una volta, Chiara rispose con un messaggio forte: l’amore per la vita va oltre ogni cosa. Davide Giovanni venne al mondo e Chiara, sapiente del poco tempo a disposizione, offrì tutto il suo amore al piccolo, accudendolo e accompagnandolo per tutto il breve cammino su questa terra.
Dopo qualche tempo, la giovane rimase ancora una volta incinta. Questa volta il bambino stava bene e Chiara, insieme a suo marito, decisero per il nome del Santo Patrono d’Italia: Francesco. Nonostante la buona salute di Francesco, a Chiara fu diagnosticata una brutta malattia, per la quale avrebbe dovuto intraprendere un percorso di terapia che metteva a rischio la salute del figlio. La giovane decise, per amore del figlio, di rimandare le invadenti cure, tutelando la vita che portava in grembo. Tuttavia la malattia si estese inesorabilmente e Chiara, il 13 giugno di otto anni fa, tornò alla Casa del Padre.
Chiara ha incarnato, nel breve tempo che la vita le ha messo a disposizione, il messaggio d’amore verso la vita, verso il prossimo, tanto da rinunciare alle sue cure, pur di veder nascere il piccolo che portava in grembo. Dal suo esempio molte persone hanno potuto riflette sulla loro vita e cambiarla radicalmente. L’opera benefica, per la tutela dei bambini “non nati” o “nati senza tutele”, è nata proprio in suo onore. Si tratta della Onlus Pro Vita, che grazie a Chiara, oggi, offre una possibilità a chi gli è stata negata.
Fabio Amicosante
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