Ha fatto parlare di sé per l’impegno incredibile che ha portato avanti per una vita intera. Dal lontano 1961 ha lavorato ininterrottamente al progetto che aveva promesso se Dio avesse esaudito la sua supplica. E così è stato.
Oggi questa stessa incredibile opera è portata avanti dalle migliaia di persone che hanno sposato il progetto, ribattezzato con un nome molto singolare.
Si chiama Justo Gallego Martínez, è un ex monaco e non tutti hanno sentito parlare delle sue imprese a dir poco strabilianti. Dal 1961 l’uomo si è impegnato nel costruire, da solo, un’imponente architettura con materiali di scarto. O meglio, una vera e propria cattedrale. Tanto da essere conosciuto ai più come “the one-man-cathedral”.
Sessant’anni di vita al suo progetto
L’uomo ha dedicato gli ultimi 60 anni della sua vita alla costruzione di una cattedrale di 47 mila metri quadri a Mejorada del Campo, a pochi chilometri da Madrid. Una follia architettonica, come è stata definita, che però è proseguita per oltre sessant’anni, dopo che l’uomo ha dovuto abbandonare la sua vita monastica a causa della tubercolosi.
Lo spagnolo fece infatti un voto: se Dio gli avesse permesso di sopravvivere alla malattia, promise che avrebbe costruito da solo una cappella dedicata alla Vergine Maria. Così effettivamente è stato. José ha iniziato a raccogliere materiali di scarto in un terreno di famiglia. Materiali come mattoni, biciclette rotte, pietre abbandonate, e molto altro. Il 12 ottobre 1961 ci fu la posa della prima pietra dell’edificio religioso.
Gallego non aveva alcun progetto ufficiale, come non aveva nemmeno autorizzazioni. Costruiva e basta. “Non sono un architetto né un muratore, e non ho mai intrapreso studi professionali in tale direzione. La mia educazione è stata interrotta dalla guerra civile”, spiegava. “Sono stato inspirato da diversi libri e riviste di cattedrali, castelli e altri edifici religiosi, i quali hanno dato vita al mio lavoro”.
Come è stata possibile la costruzione
Una costruzione che è stata quindi completamente autofinanziata, grazie alla vendita di proprietà di famiglia, ad alcune donazioni e a uno spot pubblicitario nel 2005. Oggi la cattedrale non è consacrata né riconosciuta come tale dalla diocesi locale, ma il suo aspetto è davvero quello di una chiesa antica. In particolare grazie all’uso di materiali di recupero, che dà all’edificio un carattere unico e lo inserisce nel genere artistico dell’Art Brut.
Il coniatore di questo termine Jean Dubuffet ha parlato della cattedrale come uno di “quei lavori creati dalla solitudine e da impulsi creativi puri e autentici – dove le preoccupazioni della concorrenza, l’acclamazione e la promozione sociale non interferiscono – sono, proprio a causa di questo, più preziosi delle produzioni dei professionisti”.
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Negli ultimi anni della sua vita, Gallego non ha potuto continuare la costruzione della cattedrale e così ha deciso di affidarsi nelle mani di un muratore locale, e di numerosi volontari che ogni giorno passavano lì davanti vedendo questo vero e proprio miracolo che prendeva forma.
Ora il progetto della Cattedrale è in mano a tanti
Alcune settimane prima della sua morte, avvenuta alla fine del mese di novembre, Gallego ha donato il terreno e la struttura a una ong locale e al muratore che vi stava lavorando. Sono infatti ora migliaia le persone che hanno preso a cuore questo progetto, e saranno loro a portarla definitivamente a termine.
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Oggi l’edificio è stato rinominato con un nome molto particolare, “Catedrale de la Fe”, cattedrale della fede. Justo Gallego Martínez ha infatti dato forma alla propria fede costruendo quest’opera con le sue mani e la sua forza di volontà. Affidando, infine, tutto al Signore.