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Chiesa della Concezione al Ghetto: l’incontro tra due dolori lontani e vicini

La Chiesa della Santissima Concezione al Ghetto fu il luogo in cui si manifestò il prodigio che, insieme a molti altri, segnò un intero momento storico drammatico. 

Chiesa della SS.ma Concezione al Ghetto – photo web source

La chiesa dell’immacolata concezione è detta anche “chiesa di Sant’Antonio Abate”, o ancora ”Chiesa del Ghetto”. Venne realizzata intorno al 1740 sotto il pontificato di Benedetto XIV, ma ancora oggi è particolarmente nota per un miracolo che è avvenuto proprio all’interno di essa.

Il connubio speciale tra la chiesa e la piazza antistante

All’esterno della chiesa si trova inoltre un monumento molto particolare e significativo, realizzato dallo scultore torinese “Remo Riva” durante il periodo successivo alla prima guerra mondiale, dedicato ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale, come ce ne sono molti altri in tutto il Paese, e che riporta la targa sottostante al monumento “Figli dei caduti per la patria 1915-1918-1939-1945“.

Proprio quel monumento dà l’intitolazione della piazza “Piazzale degli Eroi“. Il connubio tra il ricordo del grande dolore della guerra e il luogo in cui ogni disperazione trova accoglimento e redenzione rende ancora più significativo il legame tra la piazza, il monumento e la chiesa in cui il prodigio avvenne in un altro momento di grande dolore e sofferenza, l’invasione napoleonica degli Stati pontifici.

Le targhe che ricordano il dolore per le perdite di tanti uomini

Sui muri esterni della facciata principale della chiesa, sono inoltre presenti 3 targhe molto significative. La prima targa è dedicata ai cappellani militari, che nell’esercizio del loro ministero, nel cuore della guerra ma sempre fortemente con la pace nel cuore, testimoniarono la fede in Cristo anche attraverso l’assistenza spirituale che offrirono ai soldati.

Le altre due targhe ricordano ancora i caduti nella grande guerra. All’entrata, invece, si può ammirare un crocifisso realizzato con legno di frassino da un soldato che intorno all’anno ’44, recatosi nella cittadina di Civitavecchia dopo aver fatto un voto, decide di recarsi a Milano.

Il desiderio dell’uomo che realizzò il particolare crocifisso di legno

Il suo desiderio era quello di realizzare un’opera da dedicare al Signore per ringraziarlo, ma non aveva le opportune conoscenze per scolpirlo. Quindi decise di studiare all’accademia di Brera, al fine di acquisire le giuste nozioni per la realizzazione della scultura, studiando in particolare l’anatomia umana.

Dopo questa esperienza, il soldato tornò a Civitavecchia per lasciare quest’omaggio. Nel 1854, quando si svolgevano le preparazioni per la comunione di alcuni bambini, accadde il miracolo in cui la Madonna mosse gli occhi.

Il miracolo avvenne davanti agli occhi dei ragazzi e dei vescovi

Il miracolo, che avvenne davanti agli occhi dei ragazzi, si ripeté saltuariamente per tre mesi consecutivi. Anche i vescovi poterono verificare l’accaduto in prima persona, assistendo anch’essi al prodigio.

LEGGI ANCHE: Santuario Madonna della Consolazione di Paternopoli: dove l’uomo ritrova la voce

Fu in seguito a questo avvenimento prodigioso che il parroco chiese a Papa Pio IX di poter cambiare il titolo della chiesa che in precedenza era “Sant’Antonio Abate” in “Immacolata Concezione”. Quando il Papa accolse la richiesta, tuttavia ordinò di mantenere all’interno un altare dedicato a Sant’Antonio Abate.

Dentro la chiesa, che fin da fuori si può osservare essere un edificio molto accogliente e collocato in una delle zone centrali di Civitavecchia, si trovano sei cappelle, ognuna dedicata ad un santo in particolare.

Giovanni Bernardi

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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