Ci si prepara alla stagione estiva, e la Chiesa continuerà anche quest’anno a prendersi cura dei bambini e dei ragazzi, come gli altri anni.
Oratori, campi scuola, centri estivi andranno ricalibrati in base ai protocolli di sicurezza. La Chiesa non chiude e “non abbandona i ragazzi a sé stessi”, ma rinnova l’impegno educativo nonostante l’emergenza coronavirus. L’educazione non si fermerà con la crisi sanitaria, in quanto si tratta di una componente centrale della crescita dei più giovani.
La Chiesa prepara l’estate per i giovani
Lo ha spiegato l’Ufficio nazionale per la pastorale giovanile assieme alla Segreteria generale della Cei, che dopo essersi confrontati con le realtà del territorio ha presentato il “progetto per l’estate ragazzi in tempo di pandemia”. Titolo: Aperto per ferie. Il documento è pubblicato sul sito Chiciseparera.chiesacattolica.it, ed è stato approvato da diverse associazioni.
Tra cui: Forum degli oratori italiani, Azione cattolica dei ragazzi (Acr), Associazione guide e scout cattolici italiani (Agesci), Associazione nazionale San Paolo Italia (Anspi), Scout d’Europa (Fse), Centro sportivo italiano (Csi), Congregazione San Filippo Neri, Centro oratori romani (Cor), Figli della Carità–Canossiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Giuseppini del Murialdo, Noi associazione, Salesiani don Bosco.
La Chiesa comincia a pensare a come sarà l’estate per i giovani
La crisi sanitaria non è finita e ora si comincia a pensare a come si vivrà quando le attività ricominceranno a pieno regime. Per questo anche la Chiesa si è messa allo studio. “Tra le tante necessità, si impone quella di un ritorno a quella che chiamiamo vita normale”, ma non torneremo di certo “dove ci eravamo lasciati”
Lo slogan preparato dai gruppi di lavoro è. “In questo momento non ci interessa riaprire gli oratori; ci interessa la vita dei ragazzi”. I più piccoli infatti trovano da sempre nei campi scuola un momento importante di crescita e socialità, uno “spazio utile a un’esperienza diversa di vita comunitaria”.
La necessità per le famiglie di affidare i figli
E le famiglie hanno la necessità di affidare i figli a qualcuno una volta terminate le scuole. Per questo serve “un occhio di riguardo per gli adolescenti”, per cui è necessario “tornare a offrire un tempo di impegno” per non stare “a casa nell’inedia”.
Da qui la convinzione di non dovere rinunciare “alle attività educative dell’oratorio a oltranza”, da sempre centri “di relazioni, incontri, legami”. E anche i preti stessi “desiderano riprendere il loro ruolo di educatori e guide della comunità nel sostegno alle famiglie”.
Le diverse modalità di incontro con il coronavirus
Tuttavia il coronavirus richiederà modalità diverse di incontro e di attività a cui ci si sta preparando. Molto avrà a che fare con gli spazi a disposizione, alla disponibilità degli animatori, e alla responsabilità che dovranno assumersi.
Tutto questo perché anche i più giovani “stanchi di essere relegati in casa, hanno bisogno di recuperare il loro spontaneo istinto alle relazioni”. Per questo i campi scuola diventeranno “un laboratorio per scoprire il futuro, a patto di imparare ad agire pensando”.
Si cominciano a organizzare i campi scuola
L’idea allo studio è di organizzare i campi scuola in piccoli gruppi di otto o dieci ragazzi con uno o due animatori adolescenti seguiti da altri animatori più grandi. Quindi la prima fase sarà quella della formazione dei gruppi che verrà fatta non necessariamente per fasce d’età. Poi si passerà alle attività sul web, di condivisione con la comunità.
Su internet verranno infatti inizialmente attivati laboratori manuali, espressivi e giochi, con momenti di preghiera a inizio e fine giornata. Poi ci si ritroverà in piccoli gruppi. “Lo immaginiamo a luglio, oppure ad agosto quando difficilmente ci sarà l’esodo degli italiani verso le località di mare o montagna”.
Giovanni Bernardi
fonte: avvenire.it
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