L’applicazione “Chiese a porte aperte” punta a rivoluzionare il turismo religioso aprendo le porte delle chiese, permettendo in questo modo di visitarle.
Per accedere è sufficiente la lettura del QR code all’ingresso dell’edificio, e questo permetterà l’utilizzo di una guida digitale multilingue e di un supporto per i non vedenti.
Quante volte infatti è capitato di trovarsi in un piccolo borgo di provincia, vedere una splendida e imponente chiesa e sentire la forte attrazione di recarvisi all’interno per visitarla, osservare le meraviglie e i tesori che vi sono contenuti, e immersi in tutta quella bellezza fermarsi in preghiera e meditazione, e all’improvviso accorgersi che la porta della stessa è tristemente sbarrata, perdendo così ogni speranza di godere di quelle meraviglie dello spirito?
Un’app che fa rivivere le chiese del territorio
La stessa domanda se la saranno certamente posti gli ideatori di questa particolare iniziativa. Si parla dei luoghi presenti nelle aree interne e di provincia in cui molto spesso è la stessa comunità che vive in quel territorio ad occuparsi delle loro cura e a tenerle aperte, con il problema però che non è sempre possibile garantire una costanza di servizio, visto e considerato che il flusso di turisti e visitatori non è costante, ma imprevedibile.
Sono ben trenta chiese rurali tra il Piemonte e la Valle d’Aosta. Il progetto prevede di farle arrivare a una quarantina entro la fine dell’anno.
Questo strumento digitale costituisce quindi un aiuto a coloro che si occupano di queste realtà ma anche un incentivo a conservarle e valorizzarle, smettendo di considerarle alla stregua di un museo o di una galleria d’arte e al contrario facendole ritornare ad essere luogo vivo, di incontro con l’arte e con tutto ciò che parla di Cristo e della sua Chiesa.
Un’idea in sostanza umana e non solamente estetica, che punta cioè a rinforzare i legami presenti nella comunità locale e a fare rivivere la fede e la storia negli occhi e nei cuori della popolazione locale come dei turisti. Grazie alla tecnologia, i cittadini e i fedeli possono così aprire gli occhi sui tesori che hanno a disposizione e di conseguenza avere lo stimolo di attivarsi per offrire un contributo.
Come fare per utilizzare questo strumento all’interno delle chiese
L’ispirazione del progetto arriva dalla Convenzione di Faro, un documento del Consiglio d’Europa relativo al valore del patrimonio culturale per la società, e l’ideazione è dovuta alla Consulta per i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta e alla Fondazione CRT, insieme alla Regione Piemonte, al cofinanziamento dei proprietari dei beni, vale a dire alle parrocchie e ai comuni, il tutto sotto l’alta sorveglianza delle Soprintendenze competenti per territorio.
Per accedervi, è necessario innanzitutto scaricare l’app, registrati con i propri dati personali creando un biglietto virtuale, che è gratuito, e a quel punto scannerizzare il proprio QR code davanti all’apposito lettore. La voce narrante guiderà il visitatore all’interno del luogo, descrivendone architettura e affreschi, raccontandone così la storia e riportandola al presente, alla vita degli uomini e delle donne del nostro tempo.