Quello delle chiese dismesse è un problema che grava sopratutto le diocesi dell’Europa del nord ovest (Belgio e Olanda su tutte), ma che comincia ad essere urgente anche sul nostro territorio dove ad oggi ci sono ben 100 mila edifici ecclesiastici in mano a privati tra Comuni, Demanio e Regioni. Il rischio, secondo i vescovi, è che questi edifici possano essere adibiti ad utilizzi non confacenti alla loro natura originale come successo in Repubblica Ceca, a Praga, dove una chiesa dismessa è stata trasformata in un locale notturno. Sebbene gli edifici ceduti a privati non possono essere più utilizzati come chiese sarebbe preferibile per il clero che queste venissero utilizzate come musei, università o biblioteche (un esempio di tale utilizzo lo troviamo a Catania dove l’ex monastero dei Benedettini è adesso sede dell’Università di Lettere). Al fine di scongiurare l’utilizzo improprio delle chiese dismesse, la Cei (Conferenza Episcopale Italiana) e la Pontificia Università Gergoriana parteciperanno ad un convegno promosso dal Pontificio Consiglio della cultura intitolato: “Dio non abita più qui? Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici”.
Chiese dismesse, monsignor Galantino: “Bisogna sottrarre le chiese ai fini commerciali”
Intervenendo sulla questione ‘Chiese dismesse’, monsignor Galantino ha rilevato come per la Chiesa si tratti non solo di un problema di natura culturale ma anche: “Di natura valoriale e pastorale, è importante questo incrocio di interessi e sensibilità che animeranno il convegno”. Questo ha poi aggiunto che all’interno del convegno verranno vagliate diverse proposte per valorizzare gli edifici un tempo sacri, ma che comunque dovranno essere trovate delle soluzioni per quanto riguarda quelle non più in possesso del Vaticano. Nel concludere il suo intervento il rappresentante della Cei ha evidenziato che il problema non è nuovo ed addirittura dagli inizi degli anni ’90 si discute sulla destinazione di questi edifici non più adibiti a luoghi di culto: “I vescovi italiani avevano offerto indicazioni per destinare le chiese dismesse a fini culturali – biblioteche, archivi, musei –, ma molte di esse attendono ancora la destinazione d’uso, e nel 2004 sono stati sollecitati a valutarne l’impiego per altre attività che rientrino nelle finalità pastorali”
Luca Scapatello