‘Dio non abita più qui?’: questo il nome del convegno organizzato dall’Università Gregoriana per discutere della deriva delle chiese abbandonate, sempre più spesso utilizzate come locali notturni.
Verso la fine degli anni novanta, in alcuni paesi nordici fortemente secolarizzati, le chiese abbandonate sono state riutilizzate come sede di locali notturni, tra cui anche delle discoteche. L’esempio più illustre è quello di Praga, dove una cattedrale barocca è divenuta uno dei principali night club della capitale ceca ed è addirittura inserito nelle guide turistiche come attrazione per i visitatori. Esempi simili si trovano in Olanda, Stati Uniti (a Manhattan) e Regno Unito. La tendenza continua ad allargarsi e con la recente crisi vocazionale e con la crescente crisi economica dei comuni (non più capaci di mantenere tutti gli edifici storici come musei) si teme possa arrivare persino nella resistente Italia. Ad acuire questa sensazione ci sono i recenti casi di chiese affittate per feste private, tra le quali ha fatto scalpore quella nel napoletano utilizzata da adolescenti come se di una macabra festa di Halloween.
‘Dio non abita più qui?’: il convegno dell’Università gregoriana per salvaguardare le chiese abbandonate
Proprio in occasione della festa di Halloween in chiesa è stato inviato un dossier in Vaticano nel quale viene mostrato a quale utilizzo erano destinate alcune importanti chiese abbandonate. In attesa di capire se la Chiesa intende intervenire ed evitare che gli edifici abbandonati possano essere utilizzati con fini sacrileghi, l’Università Pontificia ha organizzato un convegno intitolato ‘Dio non abita più qui?‘ con l’intento di discutere sul futuro degli edifici abbandonati e trovare, laddove possibile, una soluzione, che si terrà oggi e domani. Per l’occasione saranno presenti oltre 200 persone, 50 ospiti, 35 delegati appartenenti a 23 conferenze episcopali di tutto il mondo. Il convegno è pubblicizzato e sostenuto dal Pontificio Consiglio e dalla Cei. Il compito di trovare una soluzione è davvero arduo, visto che si parla di ben 100.000 immobili abbandonati ed in mano ai privati.
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Luca Scapatello