La grande regista si è spenta nella notte a Roma. Con le sue opere ha segnato in maniera unica e indelebile l’immaginario del nostro Paese nell’ultimo secolo, un talento il suo apprezzato in tutto il mondo.
La camera ardente sarà allestita in Campidoglio, e il primo a dare la notizia è stato il sindaco della Capitale.
Famosa per film che hanno segnato la cinematografia italiana del novecento, e in particolare del genere della “Commedia all’italiana“, con titoli come “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”, “Pasqualino settebellezze” o “Mimì metallurgico”.
La scomparsa di Lina Wertmuller
La regista aveva 93 anni, era nata il 14 agosto 1928, e si è sempre caratterizzata per il suo carattere forte e deciso, che si rifletteva certamente nelle sue idee e nelle sue battaglie politiche e civili, socialiste e femministe, ma anche e soprattutto per i soggetti dei suoi film, al centro di un genere molto particolare, forse unico nel mondo.
“Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva”, diceva di sé stessa, diventando così una figura molto nota e popolare nella Capitale, in tutta Italia e non solo. Lina Wertmuller è infatti stata la prima donna ad ottenere una nomination come migliore regista ai tempi di “Pasqualino settebellezze” (1976), candidata a ben quattro Premi Oscar nel 1977.
Oltre a ciò, è stata anche la prima donna ad avere successo nella tv italiana, con il “Giornalino di Giamburrasca” (1964-65) e grazie al sodalizio con Rita Pavone. La sua carriera iniziò tuttavia a soli 17 anni, quando inizia l’accademia teatrale di Pietro Sharoff, prima del debutto come regista di burattini con la guida di Maria Signorelli.
I suoi successi e la sua personalità
Poi la radio, la televisione e il suo talento di scrittura comica e surreale, a cui fece seguito l’esperienza al seguito di Federico Fellini sui set di “La dolce vita” e “8 ½”, e collaborazione con la prima Canzonissima della Rai. Il suo primo vero successo arriva nel 1972, con “Mimì metallurgico ferito nell’onore”, in cui recita in coppia con Giancarlo Giannini e viene invitato al festival di Cannes.
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La titolazione lunga dei suoi film diventerà poi una vera e propria cifra caratteristica, e basta pensare a “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” , “Film d’amore e d’anarchia”, “Tutto a posto e niente in ordine”. Film che fanno incontrare la critica e il pubblico e al contempo riescono a mettere in mostra argomenti anche impegnati, di natura storica o politica.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri l’ha ricordata in un tweet, parlando di lei come di “una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza, la prima donna candidata all’Oscar per la miglior regia”.
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“L’Italia piange la scomparsa di Lina Wertmüller, una regista che con la sua classe e il suo stile inconfondibile ha lasciato un segno perenne nella nostra cinematografia e in quella mondiale”, ha poi affermato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini. “Prima regista donna a essere candidata all’Oscar per “Pasqualino settebellezze” nel 1977, premio Oscar alla carriera nel 2020, ha avuto una carriera lunga e intesa, consegnandoci opere alle quale ognuno di noi resterà per sempre legato. Grazie, Lina”.