Non bisogna spaventare la gente ,con inutili allarmismi, ma bisogna essere realisti e concreti. La nostra è una terra ad alto rischio sismi ed è una realtà accertata, non possiamo sottovalutare questo aspetto fondamentale. I sismologi ci mettono in guardia sul pericolo che corriamo, e quindi dobbiamo prepararci adeguatamente, perchè il pericolo è reale e non possiamo farci cogliere impreparati come è accaduto in questa è in altre circostanze . Anche Gesù nel vangelo ci invita ad essere semplici come colombe ma prudenti come serpenti. Prevenire è meglio che curare. Bisogna agire per evitare di piangere dopo, bisogna fare investimenti seri e mirati, non è possibile che una scuola ricostruita due anni fa crolli in un istante, chi ha fatto i controlli? come è possibile giocare così con la pelle delle persone. Per le ristrutturazioni non si possono usare materiali scadenti. Chi è preposto ai controlli che fa? E poi è facile prendersela con Dio ma le responsabilità sono degli uomini, Dio non fugge davanti alle proprie come ha detto bene ieri Mons. D’Ercole durante l’omelia di ieri.
Non si può sapere quando, né dove di preciso, ma di sicuro avverranno. L’allarme arriva dal sismologo Antonio Piersanti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “I terremoti degli ultimi anni hanno portato in sé delle grandi tragedie, con un elevato numero di vittime, ma purtroppo la Terra ci sta dando degli avvertimenti – rimarca Piersanti all’Adnkronos – perché in Italia avverranno dei terremoti più forti di questo. Abbiamo la certezza che arriveranno a magnitudo 7, che equivale a un fattore + 30 di energia liberata rispetto a una magnitudo 6.0 come quello di Amatrice”. I sismi che sono attesi “saranno, per intensità simili a quello dell’Irpinia nel 1980, al sisma di Messina e Reggio Calabria nel 1908” spiega ancora Piersanti che, a fronte di queste evenienze, lancia un monito “bisogna essere preparati adeguatamente in termini di qualità dell’edificato”. In Italia, del resto, si perde facilmente la memoria. “Il fatto che dal terremoto dell’Irpinia del 1980 a quello di Colfiorito del 1997, non ci sono stati sismi molto forti – aggiunge – se da una parte è stata una fortuna, dall’altra ha fatto sì che si sia persa la memoria in un momento in cui l’economia italiana cresceva molto e si facevano investimenti. Dal 1997 invece i terremoti di una certa intensità si sono ripetuti con una maggior frequenza, nel 2002 San Giuliano di Puglia, nel 2009 L’Aquila, nel 2012 l’Emilia Romagna e quest’anno il terremoto di Amatrice. Quanto alla zona di Norcia, che pur essendo equidistante dall’epicentro rispetto ad Amatrice e Accumoli, ha subito pochi danni, il sismologo conferma che ciò è dovuto “di sicuro alla qualità del costruito ma è possibile che a Norcia ci siano stati fenomeni più favorevoli (tecnicamente la direttività e gli effetti di sito) e quindi hanno prodotto danni minori”. Questi parametri, che in qualche modo vanno a influenzare la distruttività di un terremoto, però possono essere studiati successivamente, alle volte occorrono settimane e quindi, per ora “sono solo ipotesi che andranno confermate”. A Norcia, d’altra parte, la qualità del costruito è migliore in virtù dei processi di adeguamento e di ricostruzione successivi ai terremoti della Val Nerina del 1979 e di Colfiorito del 1997. Un modello a cui guardare è sicuramente il Giappone. “Un obiettivo difficile da raggiungere – dichiara infine Piersanti – ma è importante puntare verso quella meta. Anche se è chiaro che il patrimonio edilizio del Giappone era ed è diverso e magari per loro, è più semplice”.
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