Il cibo: fonte vitale della nostra sussistenza. Cosa mangiava Gesù? Il suo cibo era sempre lo stesso ed era salutare? La risposta ci arriva dalle Scritture
La lettura attenta della Bibbia ci porta su alcuni passi dove è presente il cibo che si mangiava allora, ed anche quelli che mangiava Gesù.
Cosa mangiava Gesù più di 2000 anni fa? Il suo cibo era come il nostro? Magari era più semplice. Quali ingredienti si usavano? Quali erano le ricette di duemila anni fa, e sarebbero riproponibili oggi? Probabilmente no, ma se facciamo attenzione, la Bibbia è piena di informazioni relative a quello che mangiava Gesù, e vi assicuriamo che non era solo pane e pesce.
Gesù e i suoi Apostoli mangiavano una varietà di cibi, di certo, molto molto più sani e salutari di quelli di cui ci nutriamo noi oggi. Ecco alcuni alimenti descritti tra le righe degli Scritti Sacri.
Partiamo dalla frutta: i Fichi. Gesù ne ha mangiati tantissimi e, ciò, ci è attestato anche nel Vangelo di Marco (11, vv. 12 – 13): “La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi“.
Il Pesce: quasi tutti gli Apostoli o, in generale, le persone che abitavano nei luoghi attraversati e toccati da Gesù erano dei pescatori.
Gesù, più volte, si è trovato in barca con i pescatori e, uno degli episodi più significativi è quello della pesca miracolosa, come ci racconta il brano del Vangelo di Luca (5, vv. 4 – 8): “Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano”.
Si comprende, quindi, che il pesce era uno degli alimenti base. Nelle zone del Medio Oriente, dove Gesù è vissuto ed ha predicato, quello più pescato e mangiato erano le sardine.
Oltre al pesce si consumava anche la carne. L’Agnello era una delle carni più popolari all’epoca di Gesù. Gesù l’avrà mangiato molte volte, probabilmente stufato e con delle verdure di accompagnamento. L’agnello, in quanto pietanza della Pasqua del Signore, è descritto anche nel libro dell’Esodo 12, vv. 8 – 10: “In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato lo brucerete nel fuoco”.
Il Pane non può mancare, il re delle tavole, anche delle più povere. Il pane, co-protagonista dell’episodio della moltiplicazione, come scrive l’Evangelista Giovanni (6, vv. 5 – 11): “Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?» […] Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?» […] Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero”.
Il pane è protagonista anche per l’essere spezzato durante l’Ultima Cena: “Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. (Mt, 26, vv. 26).
Il primo miracolo, ovvero le Nozze di Cana, come descrive il Vangelo di Giovanni 2, vv. 3 – 11: “Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono»”.
L’ultimo, quello durante l’Ultima Cena: “Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” (Mt 26, vv. 27 – 28).
Per concludere possiamo dire che l’alimentazione di Gesù era, semplice ed essenziale. Sicuramente, molto più sana della nostra proprio perché semplice ed umile come semplice ed umile era Lui il nostro Salvatore e cibo di Vita Eterna.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: aleteia.org
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