L’aggressione dei manifestanti Lgbt ai danni del politico pro life
Avere una posizione pro life (anti abortista) e contraria alle unioni civili tra persone dello stesso sesso è considerato al giorno d’oggi un segno di arretratezza culturale, ma che professare la propria opinione a riguardo potesse essere pericoloso finora era impensabile. A fare la scoperta di quanto possa essere pericoloso avere una posizione tradizionalista è stato l’attivista pro life Josè Antonio Kast, politico cileno di estrazione cattolica che da anni si batte contro la liberalizzazione dell’aborto e la legalizzazione dei matrimoni tra omosessuali che è stato aggredito da un gruppo di manifestati LGBT.
Il politico è stato infatti aggredito da una folla di protestanti LGBT riunitisi all’esterno dell’università di Iquique (Cile) in occasione di una conferenza di Kast. Il politico non ha fatto in tempo ad uscire dall’università che è stato immediatamente accerchiato ed aggredito dagli attivisti. Il malcapitato è stato insultato, strattonato e colpito da bottigliette, sassolini e sputi, finché l’intervento della polizia in assetto anti sommossa non ha fatto disperdere la folla inferocita.
Un simile gesto di inciviltà è inqualificabile oltre ad essere ingiustificabile. In seguito ai fatti, un rappresentante del movimento LGBT dell’università cilena ha dichiarato: “Il rifiuto di Kast è dovuto al fatto che ha ridicolizzato le richieste sociali dei gruppi LGBT, che hanno dovuto organizzare questa protesta come un modo per rendere visibile la violenza istituzionale che i gruppi LGBT hanno sofferto all’università”, ma queste rivendicazioni non giustificano la violenza fisica a cui è stato sottoposto il politico.
Chiaramente un simile episodio non può essere preso come rappresentativo per tutte le persone appartenenti al movimento LGBT, ma è chiaro che tale precedente induca un minimo di preoccupazione in chi, ancora oggi vuole difendere i valori tradizionali della famiglia e della vita. Pertanto tale aggressione è da condannare con decisione, così da evitare che in futuro si possano verificare simili atti di inciviltà e tutti si sentano sicuri di poter esporre la propria opinione senza timore di ritorsioni fisiche.
Luca Scapatello