Cina. La messa di nascosto, tra i gabinetti: «Soffriamo come Gesù sulla croce»

cina-ye-yaomin
La salita sul Calvario della Cina…. Il Pastore Gu Yuese è tornato in libertà dopo tre mesi, “appropriazione indebita” l’accusa del governo cinese, si era opposto alla demolizione delle croci nel Zhejiang e aveva difeso i diritti della chiesa. L’illegale detenzione del pastore era stata coperta con un “regime di residenza sorvegliata in una località prescelta”. Sono tantissimi i sacerdoti che negli ultimi anni hanno pagato con la detenzione anche prolungata l’opposizione, anche fisica, alla demolizione delle croci in corso nel paese, voluta dal governo che ha introdotto il divieto di innalzare il simbolo cristiano sopra gli edifici religiosi, di relegarlo all’interno della facciata, non visibile, e di decidere sulle misure, l’altezza e l’architettura degli edifici cristiani. Una vera e propria forma di persecuzione che non è stata applicata ad altre forme di religioni, come il buddismo, il taoismo e l’islam. E così statue buddiste e altre forme religiose torreggiano ovunque e nessuno obietta o restringe nulla. E poi ci sono loro, i sacerdoti cattolici che nei cortili, nelle case fatiscenti, nei gabinetti maleodoranti, in quelle piccole chiese domestiche celebrano l’eucarestia, di nascosto, e radunano centinaia di fedeli che per due ore, cantano inni, ricevono l’eucarestia e stringono le mani in una preghiera disperata. Da sempre ogni sacerdote o vescovo nominato dal Vaticano è stato perseguitato e sostituito da vescovi nominati dal regime comunista e, malgrado i segnali di disgelo e di incontro messi in pratica da Papa Francesco, la soppressione delle chiese domestiche continua senza sosta, costringendo i fedeli in luoghi sotterranei come i primi cristiani. Padre Dong è stato arrestato tantissime volte dalle autorità per le sua Messa all’aria aperta, celebrazione poi trasferita nella sua casa, e poi nei gabinetti esterni, e poi accanto ai rifiuti . Se la chiesa indipendente sarà definitivamente soppressa, non resterà altro che una soluzione, ha detto P. Dong: “Tornerò a casa a pregare, questa è l’unica strada per noi cattolici”.

Gestione cookie