Cosa resta alla fine della vita e davanti al giudizio di Dio? Ciò che resta non è quanto siamo stati scaltri o ricchi, ma è l’amore che abbiamo saputo dare.
Non dobbiamo aver paura di perdere la vita spendendola per gli altri, o che vada persa chissà dove. Con Dio niente finisce e tutto si rinnova nel suo amore che fa nuove tutte le cose.
La Liturgia di oggi Venerdì 13 Novembre 2020
- VENERDÌ DELLA XXXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l’orecchio alla mia preghiera. (Sal 87,3)
Prima Lettura
Chi rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio.
Dalla seconda lettera di san Giovanni apostolo
2Gv 1a.3-9
Io, il Presbìtero, alla Signora eletta da Dio e ai suoi figli, che amo nella verità: grazia, misericordia e pace saranno con noi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell’amore. Mi sono molto rallegrato di aver trovato alcuni tuoi figli che camminano nella verità, secondo il comandamento che abbiamo ricevuto dal Padre.
E ora prego te, o Signora, non per darti un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Questo è l’amore: camminare secondo i suoi comandamenti. Il comandamento che avete appreso da principio è questo: camminate nell’amore.
Sono apparsi infatti nel mondo molti seduttori, che non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo! Fate attenzione a voi stessi per non rovinare quello che abbiamo costruito e per ricevere una ricompensa piena. Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale – Dal Sal 118 (119)
R. Beato chi cammina nella legge del Signore.
Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore. R.
Con tutto il mio cuore ti cerco:
non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.
Ripongo nel cuore la tua promessa
per non peccare contro di te. R.
Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge. R.
Il Vangelo di oggi Venerdì 13 Novembre 2020
Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,26-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
Parola del Signore
Ciò che resta è l’amore – Il commento al Vangelo di oggi Venerdì 13 Novembre 2020
Nel Vangelo di oggi, il Signore Gesù ci vuole forse dire una cosa semplice e difficile da accettare: tutto ciò che è è destinato a un cambiamento, a finire e a rinascere.
Così, proprio per questo, non dobbiamo aver timore di “perdere” la vita. La vita passerà attraverso la morte, è inevitabile. Il mondo come lo conosciamo verrà rinnovato in “nuovi cieli e nuova terra” (Ap 21,1), per una risurrezione finale che rinnoverà tutto il creato, noi compresi. In quest’ottica, di cosa dobbiamo avere timore?
Forse dobbiamo temere solo di non averla spesa per gli altri, di non aver amato, di fronte al giudizio di Dio. Egli non ci giudica, ma noi stessi ci condanniamo non amando. Gesù ci dice inoltre di non essere troppo attaccati alle cose di questo mondo, che svaniscono.
Ciò che resta è l’amore, i legami d’amore sincero che avremo intessuto, con le opere di carità, sia spirituali che materiali, che ci consentiranno di poter essere abbracciati da Dio nell’ultimo giorno dei tempi:
“«Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi»”. (Mt 25, 34-36)