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Madonnina delle Lacrime di Civitavecchia: dopo tanti anni è ancora mistero

Un silenzio lunghissimo della Chiesa che non si è ancora pronunciata per vie ufficiali, in merito agli eventi di Civitavecchia seppur papa Giovanni Paolo II ci credesse.

Tutto è iniziato con le lacrimazioni di sangue della statua della Madonna, che la famiglia Gregori aveva ricevuto in dono dal parroco, don Pablo Martin. Il sacerdote l’aveva acquistata durante un pellegrinaggio a Medjugorje nel 1994.

Ma a questo evento straordinario, ne seguiranno altri, dalla trasudazione di olio della seconda statua, alle apparizioni della Madonna.

Tutti fatti incredibili che coinvolgono la famiglia Gregori, i cui membri vivono con grande riserbo, lontano dai mass media, e in piena obbedienza alla Chiesa.

Il legame di Giovanni Paolo II con la Madonna di Civitavecchia

Dopo che il 1° maggio 2011, Giovanni Paolo II veniva dichiarato Beato, Mons. Girolamo Grillo, vescovo della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia dal 1983 al 2006, decise di rompere il silenzio su alcune circostanze che legavano Karol Wojtyla alla Madonnina di Civitavecchia. Più volte quando era ancora in vita gli aveva domandato quando sarebbe stato il momento opportuno. Il Papa gli ripeteva sempre:”Lo capirà da solo”. E quel momento era arrivato.

In passato, esattamente il 9 giugno 1995, Mons Grillo, ricevette una telefonata dal segretario del Pontefice che lo invitava a portare con se in Vaticano la statuina, perché il papa voleva vederla.

Giovanni Paolo II aveva creduto da subito al segno delle lacrime, tanto da volerla venerare nella sua cappella privata. Aveva voluto inoltre incoronare la statua e le aveva posto sulla mano un Rosario d’oro. L’aveva baciata, benedetta e si era trattenuto a lungo a pregare davanti a lei.

Giovanni Paolo II esortò il vescovo Grillo a essere più aperto ai segni del Cielo con queste parole:”Voi vescovi italiani, avete la testa dura”.

Si riferiva all’iniziale scetticismo del vescovo riguardo al fenomeno, che poi modificò la sua opinione quando, il 15 marzo 1995, l’ultima delle quattordici lacrimazioni, sarebbe avvenuta proprio mentre lui teneva la statuetta fra le mani, raccolto in preghiera insieme ad alcuni testimoni.

Giovanni Paolo II chiede di mantenere il segreto

Il Papa lo invitò a non dire nulla per il momento di quello che era avvenuto, ma che sarebbe venuto un giorno in cui avrebbe potuto dire al mondo che Giovanni Paolo II aveva venerato la Madonnina di Civitavecchia.

Papa Wojtyla, il 20 ottobre 2000, inviava inoltre al vescovo Grillo, la testimonianza firmata del suo gesto. Un fatto clamoroso che in qualche modo impegnerebbe la Chiesa a riconoscere l’autenticità dei fatti di Civitavecchia. Il Vaticano ad oggi, non ha mai replicato né sconfessato il documento pubblicato da Mons Grillo.

Il Rosario e la corona d’oro donati da Giovanni Paolo II, sono oggi custoditi nella teca del santuario della Madonnina delle Lacrime, località Pantano, insieme alla statua.

C’è un altro episodio rivelato da Mons Grillo, avvenuto negli ultimi giorni di vita del papa, quando le sue condizioni si erano aggravate. Il vescovo era andato a trovarlo ma gli sembrava che non lo riconoscesse. Invece Giovanni Paolo II, dopo averlo fissato, abbassò lo sguardo e ripeté per tre volte:”Civitavecchia, Civitavecchia, Civitavecchia”. E poi scoppiava a piangere.

Che cosa si celava dietro quella reazione? Forse una preoccupazione del papa per le rivelazioni fatte dalla Madonna ai Gregori, riguardanti le sorti della Chiesa e dell’umanità e di cui lui era a conoscenza? Domande che ad oggi non trovano ancora un risposta. 

Civitavecchia fin dal primo giorno: il 2 febbraio 1995

In località Pantano, vivono i Gregori, una famiglia normale e rispettata. Il padre, Fabio, è elettricista, la moglie è casalinga si prende cura dei tre figli: Gessica, Davide e Manuel. Il 2 febbraio, stavano ritornando in parrocchia per partecipare alla Messa, erano le ore 16:21.

Come d’abitudine passano davanti alla statua della Madonna, alta circa 42 cm, situata in una nicchia nel loro giardino di casa, Mentre si stavano avviando verso la macchina, l’ultima, era la bambina, Jessica, che allora aveva 5 anni.

Ad un tratto si arrestava. Si era accorta che stava accadendo qualcosa di straordinario: il viso della Madonna era rigato da lacrime di sangue. Richiamava subito il padre urlando che la Madonnina stavo piangendo. Dopo una prima esitazione, alle parole “sangue”, Fabio, si precipitava preoccupato che la bambina si fosse fatta male.

Fabio Gregori è sconvolto

Anche lui nota il rivolo di sangue sul viso della statua e pensa che la bambina avesse combinato qualcosa. Ma mentre le sta parlando, nel tentativo di farsi dire cos’era successo veramente, anche dall’altro occhio fuoriesce una lacrima di sangue. Cercava una spiegazione razionale al fatto, verificando le possibili cause. Ma non ne trovava.

Quando a un certo punto, provava a toccare con la mano il liquido, accadeva qualcosa di sconvolgente. Nonostante le temperature esterne bassissime, gli sembrava di toccare una lampadina accesa tanto era forte il calore. Il liquido era bollente, sentì il suo corpo attraversato da un fuoco che scendeva dalla testa ai piedi, e in un attimo vedeva scorrere la sua vita.

Era come un terremoto interiore. Fabio confuso e agitato correva a confidare tutto al parroco, don Pablo Martin. Il quale si recava di persona nel giardino per controllare la statuina, e prendeva atto anche lui di quello che gli era stato riferito. Iniziava a suppore varie possibili cause di natura umana che però non lo convincevano.

Le lacrimazioni di Civitavecchia scatenano grande clamore mediatico

La notizia iniziava a diffondersi. Due giorni dopo sono già 20.000 le persone accalcate intorno alla casa della famiglia Gregori. L’evento ha una tale risonanza che la Questura, su segnalazione dello stesso Fabio Gregori di quello che stava accadendo, ordinava il piantonamento della statua giorno e notte.

I giornalisti di varie testate, accorsi sul posto testimoniavano, di aver visto scendere le lacrime di sangue sul viso della Madonna. Sono oltre cinquanta la testimonianza tra cronisti, sacerdoti, pubblici ufficiali concordi sullo stesso fatto. Risulta alquanto difficile pensare che tutti fossero soggetti a un fenomeno di allucinazione collettiva.

Ma il Vescovo della diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, Mons Girolamo Grillo, era convinto che si trattava di una truffa, e minacciava di scomunicare la famiglia Gregori. Arrivava addirittura ad ordinare di distruggere la statua.

La famiglia allora, dispiaciuta per la dura diffidenza del Vescovo, si rendeva disponile ad effettuare tutti gli accertamenti del caso. Accadeva però che Mons. Grillo cambiava idea, e chiedeva loro di consegnargli la statua, con la promessa di non distruggerla.

Ma pur convincendosi dell’onestà della famiglia, vietava di venerare la statuina, e vietava ai membri della famiglia Gregori di parlare in pubblico della Madonnina e persino di accostarsi ai sacramenti dell’Eucarestia e della Confessione.

Uno shock per il vescovo di Civitavecchia

Il 15 marzo 1995, mentre Mons Grillo stava pregando in casa sua chiedendo discernimento, la Madonnina iniziava a piangere davanti ai suoi occhi, nelle sue mani, in presenza di altre persone. Per lo shock  veniva colto da un malore. Si trattava dell’ultima delle 14 lacrimazioni della statuina.

Il Vescovo ricredutosi sull’evento, istituiva una commissione teologica diocesana col compito di valutare i fatti e i frutti dell’evento, per poter giungere a un riconoscimento ecclesiastico delle lacrimazioni.

Dopo circa un anno e mezzo di lavori, la commissione emetteva un verdetto che appariva di per sé contraddittorio, da una parte affermava l’autenticità delle lacrimazioni ma dall’altra non ne riconosceva all’unanimità l’origine soprannaturale.

Per il Vaticano non era sufficiente per riconoscere il miracolo delle lacrimazioni, occorreva un giudizio più eminente. E’ così che il 27 ottobre 1997, il dossier “Civitavecchia” approdava alla Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata allora dal cardinale Jorge Ratzinger.

Il vescovo Grillo nonostante ciò faticava ancora a credere

Ad ogni sua resistenza la Madonna gli dava la prova, rendendolo testimone oculare di ogni singolo evento. Mons. Grillo, molto turbato per le lacrime, rimandava di andare a constatare le essudazioni della seconda statua.

Era stata donata ai Gregori, il 10 aprile 1995, da papa Giovanni Paolo II, dispiaciuto che erano stati privati della loro statuina, tramite il cardinale polacco Andrzej Maria De- skur. E’ identica alla prima e tutt’oggi la conservano nella loro casa.

Finché dopo che le stesse suore della sua casa testimoniavano che il fatto era vero, si decideva ad andare di persona. Durante una Via Crucis, mentre sostava davanti alla grotta per meditare una stazione, non solo la Madonnina, ma la natura intorno iniziò a essudare.

Poi ancora nel settembre 1995, la Madonna chiedeva a Jessica Gregori, di informare il vescovo sulle apparizioni, di cui, a partire dal 16 luglio, i Gregori erano protagonisti. La  prima reazione del Vescovo era stata cacciare la bambina e accusare i genitori, Fabio e Anna Maria, di condizionarla.

Ma Jessica non si dava per vinta, e all’epoca aveva solo 6 anni e 5 mesi. A un certo punto il vescovo rimaneva sconvolto al punto da essere preso nuovamente da un malore quando Jessica, gli riferiva a nome della Madonna, non uno ma diversi fatti che riguardavano la sua persona e che nessun’altra se non la Vergine poteva conoscere, per dargli prova che le apparizioni erano vere.

E da quel momento iniziava a credere anche alle apparizioni, come rivelava poi nel suo memoriale pubblicato molti anni dopo, nel 2011. Chiedeva inoltre udienza a Giovanni Paolo II per riferirgli ogni cosa.

Le persecuzioni verso la famiglia Gregori

Del caso “Civitavecchia” iniziava ad occuparsene anche la Procura della Repubblica, su richiesta del Codacons e del telefono Antiplagio, per ipotesi di tre reati: associazione a delinquere, truffa aggravata, e abuso della credulità popolare.

Tutta la famiglia Gregori subiva perquisizioni da parte della polizia, senza trovare niente, oltre vari interrogatori, i telefoni sotto controllo, ma non emergeva nulla che poteva fare pensare a una truffa o una frode. Dalle indagini risultava soltanto che i Gregori erano una famiglia per bene, stimata da tutti.

Le autorità giudiziarie affidavano la statua della Madonnina ad un pool medico scientifico, per sottoporla ad una serie di esami radiografici, sempre presso il Policlinico Gemelli, dai quali non risulterà la presenza di alcun marchingegno, alcun trucco.

Dall’esame ematologico risulta che il sangue, è umano e di sesso maschile

Lo stesso Fabio, in una delle sue rare interviste concessa a Riccardo Caniato, dichiarava:”Se  la Madonna ha pianto un sangue maschile, come definito dalle analisi, ciò può riservare, agli occhi della fede, un messaggio spirituale e rivelatore. Ci fa comprendere la profonda partecipazione della Madre alla via della croce percorsa da Gesù.

Su altro fronte, i test effettuati dagli istituti di Medicina legale dell’università La Sapienza, del Gemelli e dalla Criminalpol hanno rilevato che il sangue della Madonnina è sì maschile, ma con una forte componente propria di un sangue femminile.

E questo fa ricordare che Gesù, concepito per opera dello Spirito Santo, ha ricevuto le caratteristiche del sangue come di tutto il suo patrimonio genetico umano, unicamente da sua madre Maria”.

Secondo il parere autorevole del mariologo Stefano De Fiores, il sangue era il segno della Passione di Cristo. E sempre lo stesso esperto  definiva un segno dell’effusione dello Spirito l’altro successivo fenomeno: quello della trasudazione, della seconda statua.

La ragione per cui Fabio Gregori non ha accettato di sottoporsi alla prova del DNA

Per un motivo semplice. Lui si era reso disponile ma aveva richiesto delle garanzie che invece non venivano assicurate dalla Procura. Primo perché i medici isolarono solo cinque elementi del sangue che sono comuni al 95 per cento della popolazione mondiale e quindi anche della famiglia Gregori.

Secondo, quella statuina era stata toccata e maneggiata dalla famiglia Gregori bel prima delle lacrimazioni. L’avevano posizionata nella nicchia, quindi delle loro tracce organiche erano già sulla statuina. Come si poteva all’epoca dividere un DNA appartenente a chi l’aveva maneggiata, quindi anche una semplice goccia di sudore, con quello risultante dal sangue che era sempre sulla statuina.

E poi c’erano state le contaminazioni di una moltitudine di persone accorse ad assistere al prodigio, che avevano toccato la statuina. Quindi perché sottoporre alla prova del DNA solo a Fabio Gregori?

Qualcuno non ben disposto verso quei fatti, ed erano in molti, avrebbe potuto facilmente attaccarlo. E nel ’96 la Corte Costituzionale sancì la piena legittimità della scelta di Fabio Gregori a non sottoporsi al test.

Ma anche di recente Fabio Gregori ha ribadito la sua disponibilità a sottoporsi a tali esami se a chiederglielo fosse l’autorità ecclesiastica, come dichiarato negli atti depositati fin dal 1995.

Ma tale richiesta non è mai stata avanzata. E il 16 ottobre 2000 l’autorità giudiziaria, archiviava il procedimento penale nei suoi confronti, e cadeva ogni ipotesi di reato.

Il giudice escludeva le 13 lacrimazioni successive alla prima, e attribuiva la causa a suggestione collettiva o a cause soprannaturali, e che spettava all’autorità ecclesiastica pronunciarsi sulla natura miracolosa del fatto. Ma la Congregazione per la Dottrina della Fede pur avendo acquisto gli atti nel 1997, ad oggi non si è mai pronunciata in vie ufficiali.

Qual è il cuore del messaggio della Madonna a Civitavecchia

Dalle parole di Fabio Gregori: “La Madonna si è presentata coi titoli diMadonna delle Rose, Madre e Regina delle famiglie e della Chiesa. Si è rivolta all’umanità intera, alla Chiesa e a quella porzione di Chiesa che è la famiglia, ponendo questo suo intervento in collegamento col massaggio di Fatima.

Ci ha messo in guardia che Satana è potente e vuole scatenare l’odio, quindi la guerra per distruggere l’umanità. E per raggiungere questo scopo vuole abbattere la Chiesa di Dio, incominciando dalla piccola Chiesa domestica che è la famiglia, che è culla della società.

Tra il 1995 e il 1996 ha dato 93 messaggi, di cui due segreti per il nostro vescovo e un terzo per il Papa, in un ciclo di apparizioni pubbliche a mia figlia e a me”.

Qual è il compito affidato alla giovane  Jessica

Il 15 giugno 1996, nel monastero di Coimbra, la piccola Jessica, incontrava suor Lucia dos Santos, l’ultima veggente di Fatima. Un lungo colloquio con al centro il segreto che entrambe avevano ricevuto dalla Vergine, ma il contenuto di tale conversazione non è mai stato rivelato.

Fin dalle prime apparizioni, l’autorità ecclesiastica ha chiesto a Jessica di non rivelare in pubblico, il contenuto di alcuni dei messaggi che la Madonna le aveva affidato. Tra essi c’è anche il segreto, legato a Fatima, e ancora oggi Jessica attende un’indicazione dalla Madonna per consegnarlo direttamente al Papa. 

Simona Amabene

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