Un tempo i rintocchi delle campane informavano i fedeli che giungeva l’ora di pregare, oggi, dato che la vita è frenetica e non può essere più scandita dalle campane della chiesa, spesso coperti dal rumore assordante della modernità, a ricordare ai fedeli di dedicare qualche minuto di preghiera a Dio ci sarà una app per smartphone: Click to Pray. L’idea di creare una app in grado di conciliare le esigenze dei fedeli con i moderni strumenti tecnologici è venuta all’Apostolato della Preghiera, ordine costituito dai gesuiti 100 anni fa per aiutare a diffondere le intenzioni del papa riguardo la preghiera giornaliera ai fedeli. L’ordine ha quindi sottoposto l’idea al Movimento Eucaristico Giovanile ed insieme hanno dato vita ad una piattaforma attraverso la quale ogni fedele può condividere la propria preghiera con il mondo seguendo le intenzioni giornaliere del papa.
Una versione beta del progetto è stata avviata in Portogallo e dopo pochi mesi erano già 87 mila i fedeli che utilizzavano l’applicazione in 138 paesi differenti. Oggi la community di ‘Click to Pray’ è diventata molto più grande (840 mila utenti in 126 paesi) ed a partire dal 6 marzo (giorno della presentazione), a questa si è unita anche l’Italia. L’app è disponibile sia per dispositivi che utilizzano software Ios (Apple) che per quelli che utilizzano Android ed è semplicissima da usare: basta andare sullo store del vostro smartphone e scaricarla; una volta attiva sarà l’app stessa a comunicarvi attraverso un segnale acustico che è giunto il momento di pregare. I momenti di preghiera in una giornata sono tre: la mattina per l’offerta quotidiana, il pomeriggio per l’unità con il cuore di Cristo e la sera per una riflessione.
Durante la presentazione alla sala ‘Assunta’, padre Frédéric Fornos, direttore internazionale dell’Apostolato della Preghiera, ha spiegato come ‘Click to Pray’: “Invita ad accompagnare papa Francesco nella preghiera per le grandi sfide dell’umanità e per la missione della Chiesa, espresse nelle sue intenzioni. In un mondo frammentato per i conflitti, abbiamo la speranza di favorire, attraverso la preghiera, la comprensione mutua, il dialogo e la riconciliazione”.
Luca Scapatello