Gesù fu flagellato, prima di esser crocifisso. La flagellazione non era semplicemente un modo per frustare il condannato, ma una vera e propria tortura.
Il flagello era, infatti, un’arma -possiamo dire- formata da tre cinghie di cuoio. Ognuna di queste portava all’estremità sfere metalliche, pietre, uncini. Il flagello riduceva la pelle della vittima e i muscoli sottostanti in brandelli, che spesso si staccavano!
Anche se nel Vangelo non se ne parla esplicitamente, pare che Gesù (come altri prigionieri) sia stato posto contro una colonna, per essere flagellato. Non si sa se le cose siano andate davvero così. Non si sa nemmeno se la presunta colonna fosse bassa, in modo che Gesù dovesse essere costretto a piegarsi su di essa, o alta, perché potesse essere immobilizzato ad essa con le braccia tese in alto.
Della presunta colonna (o di parte di essa), comunque, esistono tre “ritrovamenti”: a Roma, a Gerusalemme, a Istanbul.
La colonna della flagellazione a Roma
A Roma, precisamente nella Basilica di Santa Prassede, presso Santa Maria Maggiore, vi è una colonna di granito a grani bianchi e neri. Misura 63 centimetri in altezza, per un diametro di 40 centimetri e, verso l’alto, si restringe fino a 13 centimetri.
Si racconta che fu portata li, da Gerusalemme, nel 1223, durante la V crociata, per volontà del Cardinale Giovanni Colonna e per ordine di Papa Onorio III.
A Gerusalemme, la colonna era, probabilmente, nella Chiesa dei Santi Apostoli sul Monte Sion. Si pensa che, successivamente all’anno 70 D. C., anno della distruzione di Gerusalemme, per mano dei romani, fosse stata portata li da alcuni cristiani che la custodivano.
La Chiesa dei Santi Apostoli sul Monte Sion venne, in seguito, distrutta, nel 1009, dai musulmani. Poi ricostruita, nel XII secolo, fu intitolata a Santa Maria sul Monte Sion. Da li, dunque, e da quel “pezzo di storia” dovrebbe provenire la colonna della flagellazione di Roma.
I pezzi mancanti sono stati donati, nel corso dei secoli, a vari gruppi di fedeli. Papa Sisto V, nel 1585, li portò a Padova, mentre un anello della colonna stessa fu dato a Re Luigi IX di Francia, che contraccambiò con un’altra importantissima reliquia in sua custodia: tre spine della corona di Cristo.
La colonna della flagellazione a Gerusalemme
La presunta colonna della flagellazione di Gerusalemme si trova nella cappella dell’Apparizione della Basilica del Santo Sepolcro.
Fu portata li da Bonifacio da Ragusa (non si sa se il reperto è intero o è solo una parte di esso, ma è alto circa un metro ed è di porfido rosso) che, nel XVI secolo, era custode in Terra Santa.
Si parlava di quella reliquia, fin dal 333, quando un pellegrino aveva dichiarato di averla vista nel luogo dove era, un tempo, il palazzo del sommo sacerdote Caifa.
Come ricorderete, Caifa era capo del Sinedrio; interrogò Gesù e lo inviò dal Governatore romano Ponzio Pilato, perché ne sentenziasse la crocifissione.
Il ritrovamento della presunta colonna della flagellazione in quel luogo, fece pensare che Gesù potesse essere stato flagellato li, in un primo momento.
La cappella dell’Apparizione della Basilica del Santo Sepolcro è, oggi, in possesso dei Francescani che, il Mercoledì Santo, adornano la colonna con dei fiori e invitato i fedeli a baciarla.
La colonna della flagellazione a Istanbul
A Istanbul, la terza presunta colonna della flagellazione, si trova precisamente nella Cattedrale di San Giorgio, sede del Patriarcato di Costantinopoli. Si narra che sia stata Sant’Elena, la madre dell’Imperatore Romano Costantino I e la responsabile del ritrovamento di altre reliquie riguardanti la Passione di Cristo, a trovare anche la colonna della flagellazione e a portarla a Costantinopoli. La colonna della flagellazione di Istanbul è di pietra scura.
Premesso che noi fedeli siamo ben lieti di conoscere la “storia umana” di Cristo e di poter anche toccare o vedere oggetti che ebbero a che fare con lui, nonostante ciò non serva ad accrescere la fede, precisiamo che, anche se quella di Roma sembra essere la più plausibile, nessuna delle tre presunte colonne della flagellazione è corredata da un attestato storico di veridicità.
D’altro canto, le reliquie di Cristo hanno sempre il merito ci riportarci al tempo in cui lui era un uomo e viveva con Maria e Giuseppe, al tempo del suo arresto, della sua condanna e della sua morte e resurrezione.
La colonna della flagellazione di Roma, però, vene presa a modello dal Bernini, per dare la possibilità, ad un suo adepto, di realizzare uno degli Angeli del Ponte Sant’Angelo, a Roma.
Antonella Sanicanti
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