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Card. Comastri: l’epidemia da Coronavirus è un avvertimento

Il cardinale e arciprete della Basilica di San Pietro Angelo Comastri, durante la Messa celebrata nella Basilica di San Pietro e in diretta televisiva, ha spiegato che “la prova di questa epidemia è un avvertimento”.

Il cardinale Angelo Comastri (sourceweb)

“È qualcosa che Dio usa per farci riflettere, per spingerci sulla strada del bene”. Lo ha affermato il cardinale Comastri durante l’omelia, in cui meditando sulla vicenda di Gesù che attende la samaritana, ha ricordato che non c’è salvezza senza di Lui.

Gesù e la samaritana

Un episodio che ci mostra con nitidezza la sensibilità di Dio verso i suoi figli. Gesù infatti, nel suo tragitto verso il nord decise di passare per una terra popolata da eretici, la Samaria. Lì Gesù aspettò questa povera donna vittima di spregio e disgusto. Mostrando che “Dio non ha le nostre ripugnanze”. E che al contrario nostro, “desidera salvare, prova sentimenti di misericordia verso coloro che peccano e fa festa”.

Perciò tutti i cristiani dovrebbe prendere esempio da questo atteggiamento. Le parole di Gesù sono umili perché “in Dio non esiste arroganza, orgoglio, risentimento”, ha spiegato Comastri. L’insegnamento che Gesù offrì alla donna è che l’acqua che placa la sede, riempiendo il cuore di felicità, è quella “dell’amore puro, che spinge ad uscire dall’egoismo donando se stessi agli altri”.

Donarsi è dire la verità

Questo donarsi totalmente agli altri, però, ci invita anche a dire sempre la verità, e a non scendere mai a compromessi con il male. Il Signore infatti “non scende mai a compromessi con la menzogna e con il peccato. Gesù fa capire alla donna che la sua vita è sbagliata, che la sua vita è costruita sul fango e pertanto questa vita non la renderà felice. Per questo dice alla donna: chiama tuo marito e torna qui”.

Mettendo la donna al corrente del “disordine della sua vita”: “questa è vera carità. Dire verità è la prima carità”. Perciò siamo chiamati a “dire sempre la verità. Se un comportamento è sbagliato dobbiamo dirlo, ma con carità per evitare che il risentimento possa allontanare la persona dalla verità”.

La responsabilità durante il Coronavirus

Un atteggiamento che ci chiama anche a un comportamento di responsabilità verso una situazione dura e drammatica come quella venutasi a creare con l’epidemia da Coronavirus. “La prova di questa epidemia, è un avvertimento, è qualcosa che Dio usa per farci riflettere, per spingerci nella strada del bene”.

Per questo, l’invito è chiaro. “Non perdiamo l’occasione”. Infatti “Dio ci ha dato una legge per non farci del male”. E quindi c’è un ammonimento da fare alla vita che molti di noi purtroppo, oggi, conducono. E che ci portano sempre più dentro una società incentrata sul peccato e sulla perdizione.

I rischi del voltare le spalle a Dio

“La società ha voltato le spalle ai comandamenti di Dio, molti si comportano in modo opposto a quello indicato dai comandamenti di Dio”, ha spiegato Comastri. Aggiungendo che “non possiamo chiedere a Dio di impedire al fuoco di bruciare, dobbiamo chiedere la saggezza di non mettere le mani sul fuoco”.

Tuttavia, possiamo trovare sollievo anche nelle tracce che la storia ci ha lasciato. Ci sono infatti stati tanti grandi che hanno palesemente riconosciuto la superiorità di Nostro Signore Gesù Cristo. Il cardinale ha voluto ricordarne alcuni. Come Blaise Pascal, Fedor Dostoevskij, e perfino Napoleone, che sull’isola di Sant’Elena disse: “Io conosco gli uomini, e le dico che Gesù non era solo un uomo. Tra il cristianesimo e qualsiasi altra religione c’è la distanza dell’infinito: Gesù Cristo è unico”.

La luce nelle tenebre

Lo scrittore russo Dostoevskij, invece, autore di grandi capolavori della letteratura come I fratelli Karamazov o Delitto e castigo, affermò che una sola cosa lo fa vivere in pace. “Credere che non c’è nulla di più bello, nulla di più consapevole, nulla di più coraggioso di Gesù Cristo. E non solo non c’è. Non può esserci”.

Il passo del Vangelo spiegato dal cardinale Comastri (photo web source)

Un’unicità, quella di Gesù, che è data dal fatto che è “Dio fatto uomo”. Per cui, ha concluso il cardinale Comastri, “se si è fatto uomo fino a venire ad abitare in mezzo a noi, la speranza è legittima: in mezzo a tanta follia, tanta cattiveria che vediamo esplodere ogni giorno, c’è un rivolo di luce, e chi si apre alla luce è libero dalle tenebre“.

Giovanni Bernardi

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