Nel quindicesimo anniversario della morte di Giovanni Paolo II, il Cardinal Comastri ci parla dell’insegnamento che il Santo ci donò in merito alla sofferenza.
Nell’ambito di una bellissima intervista rilasciata a Vatican News, il Cardinal Angelo Comastri, vicario generale del Santo Padre, ha condiviso il ricordo di San Giovanni Paolo II e di come affrontò la sofferenza, trasformandola in amore. San Giovanni Paolo II ha conosciuto la sofferenza e ci ha fatto dono di un prezioso insegnamento, ovvero che essa, così come la Croce di Gesù, può trasformarsi in mezzo di Redenzione, può essere trasformata in una “forza che contesta e vince l’egoismo”.
Giovanni Paolo II e l’abbraccio con Dio
Oggi più che mai possiamo far tesoro dell’insegnamento di San Giovanni Paolo II. Nelle parole di Angelo Comastri, riportate da Vatican News, si fa riferimento alla “Grande Festa”, quella dell’abbraccio con Dio. San Giovanni Paolo II sapeva bene, infatti, che questa vita è un passaggio, una “corsa veloce” verso l’abbraccio con il Padre. Noi dobbiamo essere in grado di prepararci a questo Abbraccio, purificando le nostre anime. In che modo? Il Santo Pontefice ce lo insegna: eliminando l’egoismo e le riserve di orgoglio dalle nostre vite.
Dalla sofferenza all’amore
È inevitabile, continua Comastri a Vatican News, che il dolore faccia paura a tutti gli uomini. Ma la differenza, e in questo Giovanni Paolo II fu illustre maestro, è la prospettiva. Se noi viviamo il dolore, riempiendolo col dolore di Gesù, affidandoci a lui, allora possiamo trasformare il dolore in amore. Solo in questa prospettiva di apertura a Cristo, abbiamo la possibilità di trasformare il dolore in antidoto contro l’egoismo.
L’ultima Pasqua di San Giovanni Paolo II
Un riferimento poi, il Cardinal Comastri l’ha indirizzato all’ultimo venerdì di Quaresima del Santo Pontefice, di cui oggi si celebra il 15° del suo ritorno al Padre. Il Santo Pontefice, portò con sé la Croce di Cristo, nonostante le sofferenze causate dalla malattia. Ma, allo stesso tempo, Karol Wojtyla, diceva: “Gesù, anch’io sono in croce come te, ma insieme a te aspetto la Resurrezione”.
Affidiamoci alle mani di Maria
Ancora un insegnamento del Santo Padre Giovanni Paolo II, il Cardinal Comastri ci vuole illustrare. L’importanza e l’efficacia dell’affidamento alle mani e al cuore di Maria Vergine. Nel momento più alto della sofferenza di suo Figlio, Maria accompagnò il Signore verso la Redenzione. In quel preciso istante, Gesù disse a sua Madre: “Ecco tuo figlio”. In quell’espressione era raccolto il pensiero verso tutti noi: Maria ci ha preso in custodia, sta a noi affidarci a lei, anche nel momento della sofferenza. Questo Giovanni Paolo II ce lo insegnò fin dalla scelta delle parole del suo motto: Totus Tuus Maria.
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Fabio Amicosante
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