E’ la sindrome del bambino scosso, una forma di violenza nei confronti del neonato, di cui ancora non si parla molto ed è spesso causata inconsapevolmente, ma può essere molto pericolosa per chi la subisce.
E’ stata realizzata in collaborazione con delle strutture ospedaliere, dei centri specializzati sulle problematiche dei bambini maltrattati e col beneplacito dell’Autorità Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Il messaggio sarà diffuso attraverso internet e con uno spot Tv, che vede Alessandro Preziosi come protagonista.
E la dottoressa Melissa Rosa Rizzotto, del Centro regionale per la diagnostica del bambino maltrattato di Padova, precisa: “Quando un lattante è scosso violentemente, la testa e il cervello in essa contenuto subiscono forze di accelerazione e decelerazione che provocano danni meccanici ai neuroni e alle fibre nervose, oltre che ai vasi sanguigni intracranici e agli occhi.”.
Ricordiamo che, se il bambino dovesse sopravvivere, subirebbe danni irreparabili, come l’atrofia del cervello (distruzione dei neuroni interessati allo scossone), arrivando in ospedale iporeattivo o letargico, con difficoltà respiratorie, convulsioni, vomito, tremori che non fanno presagire nulla di buono.
L’allerta dei genitori deve essere dunque massima e anche delle persone a loro più vicine.
Un bambino che piange ha bisogno, il più delle volte, solo di essere preso in braccio e coccolato, una simile sindrome non dovrebbe nemmeno essere contemplata.
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