E’ la sindrome del bambino scosso, una forma di violenza nei confronti del neonato, di cui ancora non si parla molto ed è spesso causata inconsapevolmente, ma può essere molto pericolosa per chi la subisce.
Nello specifico si tratta di un comportamento (inadatto a dir poco), da parte di un genitore o di chi si prende cura del piccolo, che, nei primi mesi di vita, tende a scuoterlo in malo modo, per calmare il suo pianto, la sua irrequietezza.
Tutto questo può causare gravissimi danni fisici e neurologici, spesso anche la morte!
Le indagini sugli eventi legati a questo genere di violenza sono partite dagli Stati Uniti (in Italia non sono ancora state ufficializzate) ed hanno riportato risultati allarmanti: ben 30 bambini su100.000 sono maltrattati in questo modo; il 25% di loro non sopravvive.
E’ senza dubbio, quella della sindrome del bambino scosso, provocata da una condotta genitoriale tutt’altro che amorevole.
A pochi papà e mamma responsabili, infatti, verrebbe in mente di fare una cosa del genere, di strattonare un neonato, per farlo smettere di urlare.
Se tanti casi si sono verificati, però, è necessario che se ne parli e che si cerchi di sensibilizzare tutti coloro che si occupano di bambini molto piccoli.
Per questa ragione, l’associazione “Terres des Hommes” sta lanciando una campagna, chiamata “Non scuoterlo!”, che è la prima ad essere diffusa nei nostri Paesi mediterranei.
E’ stata realizzata in collaborazione con delle strutture ospedaliere, dei centri specializzati sulle problematiche dei bambini maltrattati e col beneplacito dell’Autorità Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Il messaggio sarà diffuso attraverso internet e con uno spot Tv, che vede Alessandro Preziosi come protagonista.
La responsabile italiana di “Terre des Hommes”, Federica Giannotta, ha sottolineato: “Tutte le strutture ospedaliere più avanzate per la diagnosi precoce del maltrattamento sui bambini ci confermano la necessità di avviare un’ampia azione informativa per la prevenzione di questa sindrome.”.
E la dottoressa Melissa Rosa Rizzotto, del Centro regionale per la diagnostica del bambino maltrattato di Padova, precisa: “Quando un lattante è scosso violentemente, la testa e il cervello in essa contenuto subiscono forze di accelerazione e decelerazione che provocano danni meccanici ai neuroni e alle fibre nervose, oltre che ai vasi sanguigni intracranici e agli occhi.”.
Ricordiamo che, se il bambino dovesse sopravvivere, subirebbe danni irreparabili, come l’atrofia del cervello (distruzione dei neuroni interessati allo scossone), arrivando in ospedale iporeattivo o letargico, con difficoltà respiratorie, convulsioni, vomito, tremori che non fanno presagire nulla di buono.
L’allerta dei genitori deve essere dunque massima e anche delle persone a loro più vicine.
Un bambino che piange ha bisogno, il più delle volte, solo di essere preso in braccio e coccolato, una simile sindrome non dovrebbe nemmeno essere contemplata.
Tra i primi pontefici della Chiesa, san Clemente, che si ricorda oggi 23 novembre, fu…
Meditiamo il Vangelo del 23 Novembre 2024, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla…
Il Sabato è il giorno della devozione alla Beata Vergine Maria. Offriamo questo nuovo giorno…
“Donami la pazienza”. Questa è la preghiera della sera da recitare questo venerdì per meditare…
In molti si chiedono se Padre Pio avesse una devozione verso le anime sante del…
Due avvenimenti ritenuti miracolosi sono legati alla devozione marina della Madonna della Guardia di Gavi,…