La perdita di un figlio è quanto di più doloroso e difficile da accettare per un genitore che chiede aiuto a un sacerdote.
Un giovane morto in un incidente aereo. Un padre che non si rassegna alla sua perdita e la sua volontà di innalzare una preghiera per la sua anima e cercare di capire, se possibile, se è in Paradiso o in Purgatorio.
L’assenza, la perdita, specie se di un figlio, è sempre un duro colpo per un genitore. Si dice sempre: “I genitori devono andar via prima dei figli e mai il contrario”…e così è, se si mette in conto l’immenso dolore che un genitore porta con sé quando muore un figlio.
Un fedele chiede consiglio a Padre Angelo: “Sono un padre di 66 anni che ha perso il suo amabilissimo figlio in un banale incidente aereo. Ora mi sembra di impazzire ma cerco risposte spirituali di dove ora sarà, cosa farà se mi vedrà.
La mia era una famiglia felice con due ragazzi di 22 e 23 anni e lui era l’elemento perfetto di unione tra tutti. Sportivo, studente in procinto di laurearsi in scienze motorie e quasi tutte le domeniche insieme alla famiglia in chiesa. Era un figlio meraviglioso, mai una parola fuori posto, mai un tatuaggio, mai un alcolico”.
Questo padre chiede al sacerdote come può capire se l’anima di suo figlio è in cielo: “Ora che il suo corpo non c’è più passo le giornate in internet per cercare di capire se la sua anima fosse in Purgatorio o Paradiso (scongiurando l’Inferno poiché ai miei occhi era un ragazzo buono, altruista, con frasi sempre piene di amore verso tutti) cosa fa? Tra anime forse si capiscono senza parlare, ma si vedono? Dio ha ridato a lui il “corpo glorioso”?
Perchè altrimenti attendere la fine del mondo per riavere un corpo? Da quando lui non esiste più in questa terra, pur desiderandolo ardentemente, non l’ho mai sognato o sentito in qualche modo come tanto vorrei. Forse sono cose sciocche ma lui chiedeva “Mi vuoi bene”?, “Noi staremo sempre insieme”. Ora mi sembra averlo tradito dopo che è stato messo all’obitorio per circa due mesi e riusciti a fare il funerale solo dopo. Anche il suo cane lo cerca ed io non so cosa fare”.
Padre Angelo cerca di dar consolazione a questo padre, anche attraverso l’esempio dei Santi: “Mi spiace tantissimo per tuo figlio che ti è stato sottratto nella sua presenza corporea. San Luigi Gonzaga, morto all’età di 23 anni mentre assisteva gli appestati, poco prima di morire ha scritto a sua madre le seguenti parole: “Guardati dall’offendere l’infinita bontà divina, piangendo come morto chi vive al cospetto di Dio e che con la sua intercessione può venire incontro alle tue necessità molto più che in questa vita.
La separazione non sarà lunga. Ci rivedremo in cielo e insieme uniti all’autore della nostra salvezza godremo gioie immortali, lodandolo con tutta la capacità dell’anima e cantando senza fine le sue grazie. Egli ci toglie quello che prima ci aveva dato solo per riporlo in un luogo più sicuro e inviolabile e per ornarci di quei beni che noi stessi sceglieremmo”.
“Mi pare che tuo figlio ti ripeta dal Cielo una per una tutte queste parole. Ti dice: “Il Signore ha posto la mia vita in un posto più sicuro e inviolabile”. E proprio per questo ti dice: “La separazione non sarà lunga. Ci rivedremo in cielo e insieme uniti all’autore della nostra salvezza godremo gioie immortali”.
Infine: “Non piangere come morto chi vive al cospetto di Dio e che con la sua intercessione può venire incontro alle tue necessità molto più che in questa vita”. Pertanto ti esorto a stare unito a tuo figlio, soprattutto nella preghiera del Santo Rosario e nella celebrazione della Santa Messa.
Forse hai già sperimentato molte volte quanto siano vere le parole della Liturgia della Chiesa: “Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo” – continua il sacerdote.
Padre Angelo spiega come, adesso, la comunione fra padre e figlio sia ancora più intima: “Adesso la tua comunione con tuo figlio è diventata più continua, più intima. Non c’è solo il pensiero, il ricordo. C’è la sua presenza, simile a quella di Cristo che invade e riempie il cuore di chi vive in grazia. È una presenza che non dà mai fastidio. È sempre piacevole.
Quando ti assale la mestizia, perché la presenza materiale di tuo figlio non c’è più, ricordati delle parole di San Luigi Gonzaga: “Non piangere come morto chi vive al cospetto di Dio e che con la sua intercessione può venire incontro alle tue necessità molto più che in questa vita”. E affidati subito alla sua intercessione.
Anche nel caso fosse ancora in Purgatorio, la sua preghiera e i meriti della sua vita sono sempre vivi davanti a Dio e intercedono per te e per tutti”.
Il consiglio si conclude con il “non far mancare mai il suffragio per tuo figlio, soprattutto con la celebrazione della Santa Messa che serve non solo per la purificazione, ma anche per la sua maggior gloria in Paradiso. Quando si parla di maggior gloria non s’intende un possesso più pieno di Dio, perché questo è già stato raggiunto definitivamente secondo il grado di grazia con cui si è presentato davanti al Signore.
Ma si vuole significare una maggiore comunione tra chi è in Cielo e chi è ancora sulla terra. Questa comunione si manifesta anche attraverso molti segni di affetto e le varie grazie che ci ottengono da Dio e con cui accompagnano la nostra vita.
Per ora il Signore non ha ancora ridato a tuo figlio il suo corpo. Glielo darà glorioso quando tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e cioè alla fine del mondo per il giudizio universale. È proprio perché non glielo ha ancora ridato è possibile per tuo figlio una certa crescita spirituale: può ricevere da noi molti beni, come quelli del suffragio, e può contraccambiarli donandone a noi molti di più” – conclude Padre Angelo.
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Fonte: amicidomenicani.it
ROSALIA GIGLIANO
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