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Com’è nato il Presepe e il suo significato che non tutti conoscono

Questa tradizione è molto antica e ricca di storia: scopriamo come nasce e si sviluppa nel corso dei secoli.

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“Presepe” è una parola che deriva dal latino “praesaepe” e significa “mangiatoia”. Se ne trova testimonianza nei Vangeli di Luca e Matteo dove si riporta la nascita di Gesù, che avvenne a Betlemme, quando Maria e Giuseppe vi arrivarono per essere censiti come indetto su ordine da Roma. A qual punto, non riuscendo a trovare alloggio in nessuna locanda, si ripararono in una stalla.

Nella notte nacque Gesù e la tradizione evangelica vuole che fu adagiato in una mangiatoia. Si pensa che per scaldare il bambino appena nato, un bue ed un asinello si siano messi vicini a Gesù con il loro respiro, a tenere al caldo il corpicino del Salvatore appena nato.

L’origine del Presepe

Le prime tracce storiche del presepe si vedono tra il 200 e il 300, quando i cristiani raffigurano nelle catacombe e nei loro luoghi di preghiera, Maria con il piccolo Gesù in grembo. Non sono scene articolate come quelle cui siamo abituati a pensare oggi, ma sono semplici iscrizioni di carattere simbolico, alla pari per esempio del disegno del pesce, che rappresentava il nome di Gesù Cristo.

Il primo Presepe della storia

Il primo vero Presepe della storia, però, è quello allestito da San Francesco d’Assisi durante il giorno di Natale del 1223, a Greccio (un piccolo paese vicino Rieti). Nel 1220 San Francesco si era recato in pellegrinaggio in Terra Santa nei luoghi della nascita di Gesù, rimanendo così affascinato da Betlemme che, una volta tornato in Italia, domandò a Papa Onorio III di poter inscenare a Greccio la rappresentazione della natività.

Ecco come il primo presepe vivente della storia fu allestito in una grotta nei pressi di un bosco vicino al paese. Francesco vi portò la mangiatoia con la paglia conducendovi solo il bue e l’asino. Accorsero in molti e così il santo poté raccontare a tutti i presenti, che non ne erano a conoscenza e non sapevano leggere, la storia della nascita di Gesù.

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La peculiarità di questo presepe, oltre al fatto di essere stato il primo della storia, è che fu anche il primo presepe vivente al mondo, anche se rappresentato ancora in forma non completa.

Seguendo le orme di San Francesco, la cui “fama” era già ben nota, le prime rappresentazioni della natività con statuine e scenografia iniziarono a comparire nelle chiese. Da Greccio, così, il presepe presto diventò una tradizione popolare che si diffuse in tutta l’Italia centrale e in Emilia.

Il primo Presepe completo

Il primo presepe con tutti i personaggi risale al 1283, ad opera di Arnolfo di Cambio, scultore di otto statue rappresentanti la natività e i Magi. Tale presepio si conserva nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Questa attività ebbe il suo esordio in Toscana e poi si diffuse nel Regno di Napoli, città che detiene il primato italiano in termini di tradizione, curiosità e innovazione presepiale.

Fu nel corso del 1400 che la tradizione del Presepe raggiunse Napoli e, dopo l’invito di Papa Paolo III rivolto ai fedeli nel Concilio di Trento (1545-1563), il Presepe conquistò un posto anche nelle case dei nobili, come oggetto decorativo.

La diffusione in tutta Italia

Molte furono inoltre le raffigurazioni sulla natività di Cristo, eseguite da grandi pittori come Botticelli, Giotto, Piero della Francesca e il Correggio. Tali raffigurazioni esposte nelle chiese servivano per mostrare alla popolazione analfabeta, le scene della vita di Gesù.

Il Settecento fu invece il periodo storico più fiorente per il Presepe, che raggiunse quasi tutta l’Italia che veniva già interpretato nelle varie tradizioni popolari (napoletano, genovese, bolognese, etc).

Per ironia della sorte il Presepe, nato come strumento di comunicazione con la popolazione, entrò prima nelle case nobiliari e poi in quelle popolari, attorno al XVIII-XIX secolo, fino poi ad oggi, tradizione a livello mondiale, arricchito con personaggi, materiali diversi, nuove tecnologie.

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Il significato

Ma qual è il significato del Presepe e della sua rappresentazione? Rappresentare la nascita di Gesù vuol dire celebrare quel Bambino, Verbo di Dio fatto carne, che viene ad abitare tra noi. Nasce la “la luce vera” che viene nel mondo ad illuminare ogni uomo, la nostra salvezza che viene a farci figli di Dio e a salvarci, per restare per sempre con noi, nelle fattezze di un bambino indifeso e nato nella povertà.

Gesù è il Figlio di Dio fatto uomo tanto atteso dal popolo ebraico e salvezza di tutti i popoli, che nasce in un luogo umile e poco accogliente come potrebbe essere il nostro cuore: Gesù non si tira indietro, nasce affinché lo accogliamo e perché possiamo trovare in lui la pace, quella pace che Dio dà “agli uomini che egli ama”.

E mentre la Stella cometa è alta nel cielo, le lucine illuminano questo paesaggio unico e suggestivo, Maria e Giuseppe custodiscono in quella notte fredda il Divin Bambino. I pastori accorrono a vedere, nella sorpresa e nell’estasi di stupore e meraviglia dopo l’annuncio degli Angeli che intonano il Gloria.

Il significato dei personaggi del Presepe

Il bue e l’asinello con i loro respiri scaldano il corpicino di Gesù neonato: sono simboli che rappresentano il popolo ebreo ed i pagani. I Magi che accorrono da lontano sono invece la rappresentazione delle tre età dell’uomo: gioventù, maturità e vecchiaia. Ma possono anche simboleggiare la totalità delle etnie in cui a livello biblico si divide l’umanità: la semita, la giapetica, e la camita.

I loro doni fanno riferimento alla natura umana, divina, sacerdotale e regale di Gesù: la mirra per il suo essere uomo, l’incenso per la sua divinità e il suo sacerdozio eterno, l’oro per la regalità.

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I pastori rappresentano invece l’umanità da redimere. In tutto questo, l’atteggiamento orante di Maria e Giuseppe, stretti attorno al Bambinello, fanno pensare all’amore di Dio per noi, facendoci sentire “madri” e “fratelli” allo stesso tempo di quel Bambino in quella mangiatoia.

Stretti dall’abbraccio sempre presente del Padre, di Maria Santissima nostra madre, di San Giuseppe, Custode della Chiesa, e custodi, noi stessi, del dono più bello che possediamo nella vita, che è Gesù Bambino che vuole nascere nel nostro cuore.

Elisa Pallotta

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Elisa Pallotta

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