Il distacco da una persona cara, è sempre un momento molto doloroso, a volte traumatico, da superare. Ma è possibile sentire, sempre e comunque, la sua presenza accanto? Ecco cosa dice la Chiesa.
Un fedele ha posto questa domanda a un teologo, nella speranza, anche, di dare una spiegazione a tanti che si trovano nella sua situazione.
La morte è quel qualcosa che ci fa paura, perché ci fa sentire il distacco definitivo da una persona cara, portandoci a pensare che non la rivedremo mai più. Non riusciamo a pensare alla “sorella morte”, come diceva San Francesco d’Assisi, e non riusciamo nemmeno a pensare che, ora, il nostro congiunto, possa aver raggiunto la Gloria eterna dei cieli.
Il sentirsi solo, specialmente se a volare in cielo è la persona che ti è stata accanto per tutta la vita, fa sentire ancora di più questa sensazione di distacco. Ecco che un fedele ha posto una domanda molto particolare ad un teologo: “Da quando è morta, in molti mi dicono che mia moglie mi guarda dal cielo. Io dico di no. Chi ha ragione?”.
La risposta del teologo, parte dalla spiegazione del concetto di aldilà, di cosa c’è oltre la morte: “Quando si parla dell’ aldilà, è opportuno limitare la nostra curiosità e quindi le nostre domande, che poi non trovano risposta nei testi della rivelazione, la quale, come avverte il documento sulla Parola di Dio del concilio Vaticano II, ci è data “per la nostra salvezza”, cioè per indicarci tutto quello che è necessario sapere per orientare seriamente e fondatamente la nostra vita presente nella ricerca della felicità futura”.
Ma allora, davvero dopo la morte, non possiamo più avere un qualunque tipo di contatto con la persona che è andata via? Non potremmo mai più sentire la sua presenza al nostro fianco? La domanda del fedele, però, può trovare una risposta: “[…] Dal momento che, per la comunione dei Santi professata nel nostro Credo, i rapporti fra i vivi e i morti non si interrompono, ma rimangono, anzi si fanno più forti e più vivaci” – spiega il teologo.
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Coloro che godono della vita eterna, quindi, sono sempre con noi, ed attraverso la preghiera, possiamo oltre che sentirli anche accompagnarli nel loro percorso verso il Paradiso: “Alla sicurezza che noi possiamo aiutare i nostri morti, si può aggiungere la speranza fondata, anzi la certezza per chi è in Paradiso, che anche loro possono aiutare noi” – conclude il teologo.
Fonte: famigliacristiana
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