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COME SI COMPORTA DIO CON NOI??

Ce lo spiega Don Dolindo Ruotolo, un grande sacerdote napoletano nato a Napoli il 6 ottobre del 1882 e salito al cielo il 19 novembre 1970. Attualmente è in corso il processo di canonizzazione e già in vita ebbe fama di santità. Di lui disse San Pio da Pietralcina ai fedeli napoletani in pellegrinaggio da lui: «Perché venite qui, se avete Don Dolindo a Napoli? Andate da lui, egli è un santo»

 

Le minacce di Dio sono sempre condizionate, e l’anima, se vuole, può evitarle. Egli non ritira la sua promessa neppure dinanzi alla prevaricazione più sfacciata, ma lascia sempre all’anima la possibilità di venirne in possesso. Se quelli del popolo che furono minacciati da Dio morirono veramente nel deserto, questo non avvenne perché Egli era venuto meno alla promessa, ma perché essi volontariamente se n’erano resi indegni.

Il Signore scuote l’anima con le minacce, ma non la forza mai; Egli la intimorisce salutarmente con i castighi pubblici, ma non la costringe. Dio segue la libertà umana con una riverenza che stupisce, la spinge con una delicatezza che affascina; tocca in lei le più delicate fibre, ma le lascia tutta la libertà di operare come vuole. Questo significa essere Dio!

Tu come misuri la signorilità di una persona? La misuri dalla sua gentilezza, dal suo garbo, dal suo rispetto, dalla sua delicatezza. L’essere volgare insulta; l’essere rozzo è violento, e vuole imporre con la forza la sua opinione e la sua volontà; solo chi è nobile è delicato, e tratta con garbo colui al quale parla, anche se gli è inferiore.

Il Signore tratta l’uomo con riverenza, perché Egli è infinitamente nobile; noi non ci accorgiamo del suo lavoro in un’anima, ma se lo potessimo vedere rimarremmo stupefatti innanzi alla sua bontà delicatissima, e capiremmo che gli empi si perdono solo per loro colpa.

Questo noi vedremo luminosamente nel giorno del Giudizio; quel giorno terribile e grandioso sembra l’ultima vendetta di Dio, ed è invece l’ultimo atto di delicatezza verso la ragione umana. Più che domandare a noi il conto di ogni azione nostra, il Signore giustifica la sua bontà innanzi a tutto l’universo, affinché i dannati non cadano nell’eterno abisso con la persuasione che ve li ha mandati Lui.

L’Inferno è il luogo della bestemmia, cioè della tremenda e spaventosa mormorazione contro Dio. Il Signore chiama tutti al Giudizio e si giustifica innanzi a tutto l’universo, e così, per tutta l’eternità, rimarrà come la cosa più fatua la bestemmia dei dannati, come fu stoltissima la bestemmia e l’ingratitudine degli uomini sulla terra.

don Dolindo Ruotolo

Emanuele

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