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Il Vangelo del Giorno

Commento al Vangelo: Tu preghi Dio o lodi te stesso?

Accrescere la nostra fede, questo vuole fare Gesù. Ma noi sappiamo seguire i suoi insegnamenti? Padre Guy ci offre una chiave di lettura al Vangelo di oggi.


La meditazione sul Vangelo di domenica 27 Ottobre 2019 del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il significato contenuto nella Parola di oggi.

Commento al Vangelo secondo Luca 18,9-14

L.d.M. – In questa 30ma domenica del tempo ordinario, il Vangelo ci propone i 5 versetti successivi a quelli della scorsa settimana. Lì Gesù ci aveva invitato a pregare incessantemente, cosa ci chiede attraverso la Parola di oggi?

P.Guy – Carissimi, pace e bene! In questa domenica, Gesù ci vuole parlare ancora della preghiera, e lo fa invitandoci a una preghiera profonda. Per far comprendere il suo pensiero, Cristo racconta la parabola del fariseo e del pubblicano. Tutti e due si recano al tempio per pregare. Ma quello che possiamo notare, nell’ascoltare il Vangelo, è la diversa modalità in cui ciascuno dei due lo fa.

 L.d.M. – Qual è questo diverso approccio?

P.Guy – Il fariseo dice apertamente che per lui la preghiera è importante, e prega. Però la sua parola e il suo atteggiamento sono vuoti: in realtà, non cerca Dio, ma la propria grandezza e si contenta della sua perfezione umana: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Sant’Agostino diceva: “Era salito per pregare; ma non volle pregare Dio, bensì lodare se stesso”.

L.d.M. – E il pubblicano?

P.Guy – Il pubblicano, invece, sale a Dio e si scopre sprofondato nella miseria: ha bisogno d’uscire dal suo peccato e chiede angosciosamente l’aiuto di Dio: lui, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.

Secondo il Vangelo di oggi siamo Farisei o Pubblicani?

L.d.M. – Come rispecchiarci in questi due personaggi?

P.Guy – Carissimi, probabilmente, ognuno di noi si ritrova in questi personaggi del fariseo e del pubblicano, perché quando andiamo a pregare in Chiesa, nel gruppo o nella comunità di preghiera, o in ogni altra occasione, alcuni passano il tempo a guardare gli altri. Disprezzandoli, pensando di essere giusti, di essere più intelligenti, più saggi. Quanti sanno tutto e nessuno gli può dire niente? Sono orgogliosi, si vantano. Molti, davanti alla gente, pregando, cambiando il tono della voce come per dire che sanno pregare. In questo atteggiamento, la preghiera è passata in secondo piano.

L.d.M. – In cosa consiste dunque la preghiera alla luce di questo Vangelo?

P.Guy – La preghiera consiste nell’aprirsi attraverso Gesù al Padre. In Gesù e con Gesù, possiamo scoprire che la nostra vita è piena del dono che Dio ci offre. Godere il dono che ci è offerto; godere dello stesso Dio come dono; vivere questo mistero ed esprimerlo allegramente ogni giorno: tale è il senso della vera preghiera cristiana. Questo è quello che il fariseo non seppe scoprire, perché era chiuso nell’angusto cerchio della sua giustizia. Questo è quello che il pubblicano impara nel tempio.

L.d.M. – Qual è dunque l’insegnamento per noi?

P.Guy – Nessuno ha il diritto di giudicare o misurare la preghiera degli altri, solo Dio è il giudice giusto. “Il Signore è giudice e per lui non c’è preferenza di persone” (Prima lettura), ma esaudisce tutte le preghiere, soprattutto degli umili. Nell’umiltà, San Paolo “ha combattuto la buona battaglia”. Chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

La Preghiera di Padre Guy al Vangelo di oggi

Signore Gesù, la fede è un dono che viene da te. Per questo ti ringraziamo e ti invochiamo: donacene anche soltanto un granello! Sarà il seme da cui germoglia ogni frutto autentico della nostra vita, sarà la risposta ad ogni chiamata, sarà la fonte dell’annuncio e del dono quasi inconsapevole: semplice risposta, in rendimento di grazie per ciò che abbiamo ricevuto da te!

Chi è Padre Guy

Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.

Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET  viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.

Perché è in Italia

Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorriso) di venire in Italia a Roma.

“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.

© Riproduzione riservata

Cristiano Sabatini

Scritto da
Cristiano Sabatini

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