“L’amore di Gesù è la novità”. Come meditare il Vangelo di oggi?
Ci risponde il nostro Padre Guy nel commento alle letture ed al Vangelo di oggi.
La meditazione del Vangelo della V Domenica di Pasqua del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il significato contenuto nella Parola di oggi.
Commento al Vangelo secondo Giovanni 13,31-33a.34-35
L.d.M. – In questa quinta domenica di pasqua, il liturgista ci riporta nel luogo dell’ultima cena. Padre Guy cosa dice Gesù ai discepoli e quindi a tutti noi?
P. Guy – Carissimi pace e bene. Nel Vangelo di oggi, Gesù si trova nel Cenacolo con i suoi discepoli per l’ultima cena. In questa occasione, prima di intraprendere il suo cammino verso la passione, morte e risurrezione, rivolge ai discepoli le ultime parole. “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”.
E questo sarà il tema per la nostra meditazione in questa quinta domenica di pasqua: “ Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli”
“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli”
L.d.M. – Padre Guy, perché questo è un comandamento nuovo?
P. Guy – Carissimi, Gesù lascia un comandamento nuovo ai suoi discepoli, l’amore vicendevole: amatevi gli uni gli altri, senza escludere nessuno. La parola “nuovo” ci fa capire che esiste il vecchio, cioè il vecchio comandamento dell’amore.
L.d.M. – Qual è la novità che Gesù ci comunica nel nuovo comandamento?
P. Guy – Ricordiamoci che il comandamento dell’amore esisteva già nell’Antico testamento. Si parla dell’amore di Dio e del prossimo (Lv 19, 9-18). Però, in esso, il concetto “prossimo” si limitava all’israelita e al proselito. Gesù invece allarga il concetto, lo universalizza, cioè ama indistintamente, non ci sono più le barriere tra i popoli.
La “Novità” del Nuovo Comandamento
L.d.M. – E’ questa la novità?
P. Guy – Certamente. Ecco la novità che Gesù introduce. Ci ricordiamo di questa parola: «Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso» (Lc 6,32). In questo versetto Gesù chiama i suoi discepoli ad imitare Dio Padre nell’amore. Se vogliamo essere figli suoi, dobbiamo amare il nostro prossimo a quel modo con cui Egli ama.
L.d.M. – Come ama Dio?
P. Guy – Dio ama gratuitamente, ed indistintamente. Queste sono le caratteristiche dell’amore di Dio che è stato riversato in noi per mezzo dello Spirito Santo (Rm 5,5).
L.d.M. – Padre Guy come completano il messaggio del Vangelo le altre letture?
P. Guy – Nella prima lettura, Paolo e Barnaba avevano rafforzato le chiese che avevano creato, designando degli anziani cioè dei responsabili per mantenere la fede, vivere la parola del Signore. Possiamo dire con sicurezza, che la forza della loro missione era stata la loro testimonianza nel vivere l’insegnamento del Maestro “amatevi gli uni gli altri”. L’amore vince tutto, invita alla collaborazione.
L.d.M. – Come le folle avevano potuto credere a Paolo e Barnaba?
P. Guy – Tutti i fedeli di queste chiese avevano saputo che Paolo e Barnaba erano veramente i discepoli di Cristo. Come? Lo dice San Giovanni nel Vangelo “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. Ugualmente, ad Antiochia, se i discepoli erano stati chiamati cristiani per la prima volta, perché imitavano il loro Maestro. (At 11, 26). San Paolo, nella lettera ai Filippesi, ci dice “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo” (Fil 2,5).
L.d.M. – Carissimi, come pensiamo di poter essere discepoli di Cristo o figli di Dio se non abbiamo gli stessi sentimenti di Gesù? Se non abbiamo particolarmente il suo Amore? La vita cristiana è una vita di testimonianza. Dobbiamo comportarci da veri figli del Padre celeste, cioè imitando il suo amore che è gratuito ed universale.
Imitare l’Amore di Cristo
L.d.M. – Perché è così difficile imitare il Suo Amore?
P. Guy – Talvolta mi faccio anch’io queste domande: perché proviamo e troviamo delle difficoltà ad amare? Perché continuare ad odiare l’altro? Perche ci rifiutiamo di perdonare? In tutto ciò dov’è l’amore? Carissimi, lasciandoci guidare dall’amore del Signore, vedremo i nuovo orizzonti. Quelli che Giovanni ha chiamato, nella seconda lettura, “cielo nuovo e terra nuova”. Se l’amore del Signore non è in noi non possiamo trasformare la nostra società, le nostre famiglie, gli ambienti del nostro lavoro, e tantomeno noi stessi,
L.d.M. – Cosa dobbiamo dunque fare come cristiani?
P. Guy – Il mondo di oggi aspetta dai cristiani, dunque da noi, una testimonianza vera e credibile. Da questa sapranno che siamo i discepoli del Signore. Viviamo ciò che insegniamo, insegniamo ciò che viviamo, diceva papa Paolo IV. Amiamo senza barriere né frontiere, usciamo dalle nostre paure dell’altro. Quando è bello vedere i fratelli vivere insieme! (Sal 133, 1).
Preghiamo con Padre Guy
Signore risorto, con te vogliamo di nuovo imbarcarci nell’avventura di un amore che si fa scoperta di nuove terre, di nuovi linguaggi, di gesti diversi, Ti chiediamo solo di continuare ad amarci anche quando noi ci sentiamo fallire nell’amore. Il tuo amore infatti è sempre vittorioso. Alleluia!
Se vuoi leggere il vangelo di oggi – Vangelo secondo Giovanni 13,31-33a.34-35
Chi è Padre Guy
Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.
Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.
Perché è in Italia
Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorriso) di venire in Italia a Roma.
“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.