Chi ha sempre condannato, non potrà chiedere clemenza, perché Dio lo metterà davanti a sé stesso e si troverà condannato da sé stesso
Molte persone vivono la vita senza consapevolezza e come se non dovessero mai lasciarla. Invece Gesù col dono straordinario della sua risurrezione ci dà quell’informazione gradita anche al più ostinato degli atei: cosa desidererebbe il più ostinato degli atei?
Desidererebbe non morire. C’è un dono che Gesù ha dato a tutti, e cioè che con un’azione di profonda contrizione ci possiamo salvare, perché Gesù non è come noi e la vita eterna è per tutti.
Il problema è sempre questo: che in alcuni casi sarà un’eterna dannazione, in altri un’eterna gioia. Non credo ci siano paragoni da poter fare, ma di sicuro c’è una grande differenza. Quando sentiamo parlare di un’esperienza carceraria di 30 anni, crediamo che quella persona abbia finito di vivere. Quando invece parliamo di condanna eterna, sembra quasi sia impossibile, perché non vediamo il tribunale, i giudici, non leggiamo che è stato condannato quel tizio o quell’altro, per un motivo o per un altro.
Ma noi andremo davanti ad un tribunale. Quando noi finiremo questa vita, avremo un giudice che ci potrebbe condannare, e noi non potremo dirgli nulla! Molti non sanno chi sarà il giudice di ognuno di noi, e forse è bene saperlo: il nostro giudice saremo noi stessi! Tutte quelle persone che deridono, offendono, si divertono, saranno loro a giudicare sé stesse nel modo in cui hanno giudicato gli altri.
Pensiamo che smacco: chi ha sempre condannato, non potrà chiedere clemenza, perché Dio lo metterà davanti a sé stesso e si troverà condannato da sé stesso. Come puoi salvarti se non puoi farti perdonare da te stesso? Da te che hai sempre condannato tutti, che hai offeso e giudicato tutti?
Non bisogna diventare cristiani per paura di una condanna, perché questo non sarebbe una cosa buona, ma per la consapevolezza che ci dà Dio. La cosa che delude di più Gesù in questo Vangelo era l’incredulità che i suoi discepoli avevano nei confronti di chi gli aveva detto che lui era risorto, quando lui lo aveva proclamato prima di morire.
Gesù oggi ci fa questa domanda: “Chi credete che io sia?” Diamogli la risposta, perché solo in lui, con lui e per lui avremo il dono della gioia eterna, per noi e per i nostri cari.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
Per omaggiare San Clemente c'è una buonissima torta inglese tradizionale e gustosa da preparare: è…
Per nove giorni consecutivi ci rivolgiamo con fiducia alla Vergine Maria che per il tramite…
In molti si chiedono se Padre Pio avesse una devozione verso le anime sante del…
Tra i primi pontefici della Chiesa, san Clemente, che si ricorda oggi 23 novembre, fu…
Meditiamo il Vangelo del 23 Novembre 2024, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla…
Il Sabato è il giorno della devozione alla Beata Vergine Maria. Offriamo questo nuovo giorno…