Gesù dice che chi è come i bambini ha già il Regno dei cieli, perché loro si fidano, sono spontanei, non hanno il volto dell’apparenza
Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria
Che ci dice Gesù con questo Vangelo molto breve dedicato ai bambini e a come i bambini si comportano? Gesù dice “A chi è come loro appartiene il Regno dei cieli”. Che cos’ha un bambino di diverso da un adulto? Che un bambino si fida di un adulto. Se un genitore porta con sé un bambino e gli dice: vieni con me, lui ti segue.
Per questo a volte insegniamo ai nostri figli che se c’è qualcuno che non conoscono non lo devono seguire, perché un bambino solitamente si fida. E questo è ciò che manca a noi: la fiducia. Questo è un mondo dove il seme della sfiducia è piantato nella nostra generazione. Lo attestano anche i proverbi, che sono il seme della nostra cultura, che dice: “Chi si fa gli affari suoi campa 100 anni”.
Che vuol dire: vuol dire che ci si dice che è meglio lasciar perdere e non sporcarsi le mani per qualcun altro: e se poi “ti frega”? E che lasci le chiavi di casa in mano a quell’altro: e se poi te le ruba? E che fai, ti fidi di lasciare la cassa a quel dipendente?
Avere la fiducia dei bambini
Questi sono esempi per dire che è insito in noi il seme della sfiducia. Invece Gesù dice che chi è come loro ha già il Regno dei cieli, perché i bambini si fidano, i bambini sono spontanei, non hanno il volto dell’apparenza.
Don Fabio Rosini una volta ha detto una cosa bellissima riguardo all’amicizia: cioè che la parola “amicizia” è stata sostituita dalla parola “opportunismo”. Infatti è da quando siamo piccoli che ci viene detto: “Ti potrebbe sempre ‘servire’ quella persona. Fattela amica, tienila stretta”. Non funziona così! Eppure a noi insegnano questo.
Gesù ci dice le cose molto chiare, in modo limpido e trasparente: “Non impedite che i bambini vengano a me”. Noi invece oggi gli stiamo allontanando i bambini, perché stiamo lasciando questo mondo sempre più lontano da Dio e dai suoi insegnamenti, dalla perfetta parola del Vangelo, del Vangelo della misericordia, del Vangelo del perdono, della speranza, della fedeltà, dell’amicizia, della salvezza.
Se prendi il Vangelo non c’è un punto che non ti parla di Dio, che non ti parla di bene, di amore, che non ti parla di perdono, di bellezze inesauribili e non quantificabili.
Sappiamo superare le prove della vita?
E oggi è arrivato il momento di farci una domanda: abbiamo mai provato, almeno per un periodo, anche breve, ad essere come i bambini, curiosi di ascoltare e di accogliere, curiosi di scoprire, curiosi di vederci alla prova?
Cos’è la prova? La prova è una cosa che ti capita, e quando la vivi ti rendi conto come sei. Se arriva una bella donna e tu, sposato, con lei tradisci tua moglie, tu sei infedele, perché non hai resistito: quella è una prova.
Dio chiede il nostro cuore
Se andiamo a vedere, la Chiesa è stata fondata su mille prove. Allo stesso Abramo venne chiesto da Dio di portare il figlio sul monte, e quando andò su col figlio tra le braccia pronto al sacrificio, disse ad Abramo: “non volevo il tuo figlio, volevo il tuo cuore“.
Ma il Signore oggi ci fa una domanda: gli abbiamo dato il nostro cuore? Gli abbiamo detto; prendi e fai ciò che vuoi? Abbiamo questo coraggio o anche di lui non ci fidiamo? Ci fidiamo o non ci fidiamo? È una domanda importante, è proprio una domanda importante. Ci vogliamo fidare di Gesù? Ci vogliamo abbandonare a ciò che ci insegna? Alla sua misericordia? Alla sua bellezza? Voglio lasciare tutti con questa domanda.
Il 15 agosto, “Sant’assunzione” a tutti!
E voglio ricordare che il 15 di agosto ci diremo tutti “Buon ferragosto”, mentre invece è l’Assunzione della Beata Vergine Maria in Cielo. Quindi magari ricordiamoci di dire anche “Santa Assunta” o “Sant’Assunzione”, perché quel giorno è importante per noi cristiani, e invece siamo troppo abituati a dire buon ferragosto, che quasi fa dimenticare che invece è il giorno della nostra Mamma celeste.
Tante volte ho ripetuto che in tutte le feste comandate c’è sempre qualcosa che le oscura: all’Assunzione c’è Ferragosto, a Natale c’è Babbo Natale, all’Epifania c’è la Befana, a Pasqua ci sono le uova di Pasqua, alla festa di Ognissanti si sono inventati Halloween…
Sembra che in ogni festività si dia più importanza una contro-festività pagana per distrarci dal senso del calendario cristiano: cerchiamo di ricordarcelo, cerchiamo di essere cristiani. Perché un cristiano non è che non è un laico o non è uno che vive il mondo: no, lo vive il mondo! Lo vive con Gesù a fianco e con la sua luce! Allora chiediamo al Signore di essere luminosi e di portare agli altri la luce della speranza di Cristo, e di essere testimoni credibili della sua tenerezza e della sua misericordia in mezzo a noi.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.