Gesù ci viene sempre a riprendere, quando ci perdiamo, quando ci dimentichiamo di essere quello che noi siamo.
Questo è un Vangelo bellissimo perché rompe gli schemi del mondo. Ci dice che c’era un padrone (che è Dio), che dava lavoro a delle persone disoccupate.
Il contratto con i primi lavoratori che gli si erano presentati era che lui gli avrebbe dato una moneta per quel giorno, e loro accettano. Poi dopo diverse ore dice la stessa cosa ad altri, e loro si fidano. Poi ancora uscì sulla strada, a diverse fasce orarie, dando lavoro a giornata a delle persone. Arriva il momento del pagamento, e i primi non sono contenti.
Se non ci fossero stati gli ultimi, forse lo sarebbero anche stati, si sarebbero presi la loro moneta e non avrebbero detto niente. Ma nel momento in cui entra in ballo un termine di paragone, un fattore esterno a quello che invece era concordato, nasce l’invidia. È esattamente così, Gesù ha detto questa parola: “Sei invidioso perché io sono buono?”. È come se Dio dicesse: io ho aiutato queste persone e l’ho voluto fare col mio metro, perché delle mie cose posso fare ciò che voglio; a te invece non ti sta bene e mormori, invece di ricordarti che stamattina avevi concordato con me il prezzo.
Se uno adotta una logica umana, Dio qui è stato ingiusto, e quelli che si sono lamentati hanno avuto ragione. Se uno ragiona con i codici del mondo, si potrebbe pensare che questa parabola è ingiusta. Ma quando Dio ha detto “ti pago una moneta al giorno”, tu hai accettato. Se poi arriva un altro dopo di te e guadagna come te perché il padrone vuole dargli di più, dov’è il problema?
Noi guardiamo sempre gli altri. Questo ragionamento è un po’ come la parabola delle due sorelle Marta e Maria: una pensava agli ospiti e l’altra si getta ai piedi di Gesù. Per i codici del mondo anche qui era ingiusto che Maria stesse lì ai piedi di Gesù mentre Marta era indaffarata. Gesù dice infatti: “Maria si è presa la parte migliore”; eppure lei era in buona fede!
Allora noi dobbiamo cercare di capire che le parole di Dio e i pensieri di Dio, soprattutto i pensieri. Perché se Dio avesse avuto i miei pensieri, avrebbe fatto tracollare la terra, non sarebbe resistito l’universo a lungo! Meno male che Dio non ragiona come me, meno male!
Allora dobbiamo avere questa consapevolezza: che Gesù ci viene sempre a riprendere, quando ci perdiamo, quando ci dimentichiamo di essere quello che noi siamo.
Allora credo che Gesù ci chiede di essere una sola cosa con lui, un pensiero unico, un atteggiamento unico. Gesù ci vuole dare veramente donare la vita eterna. La grandezza di Dio noi non la comprendiamo, perché quello che lui ci dona è eterno, infinito, invalicabile, insuperabile. Nonostante io faccia con fedeltà questa preghiera da anni, mi capita di distrarmi e di avere pensieri di vita quotidiana… È un combattimento.
Ogni giorno c’è un combattimento, e quel combattimento è col nostro orgoglio, ed è il motivo per cui in questo Vangelo quelle persone mormorano dopo che il padrone li ha pagati con la stessa somma dopo aver lavorato meno ore. Cerchiamo di comprendere che qualsiasi cosa Dio ci chiede, non è importante che noi la comprendiamo, è importante che l’ha detta lui e che noi la seguiamo. Questo credo che oggi ci abbia detto il Vangelo.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
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