Gli atti d’amore di Gesù e Maria, sono il riflesso dell’amore di Dio, l’amore più alto e più pieno che nessuno ci potrà mai donare
Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria
Questo Vangelo mi riporta a quando Gesù dice: “non vi chiamo più servi, ma amici”. Perché i servi non sanno quello che fanno i loro padroni, invece noi sappiamo cosa fa nostro Signore.
Proprio perché, in questo dialogo aperto tra Gesù e Dio, nostro Padre, tutto viene più o meno svelato. Sembra che loro parlino, non per farci capire, non perché hanno bisogno di parlare, perché loro non ne hanno bisogno, ma per noi. Mi resta impresso che Gesù dice: io vi chiamo amici. Non solo, quindi, Gesù vuole che noi siamo amici tra di noi, ma lui è nostro amico, perché ci parla senza veli. Ci dice pure come dialoga con il Padre e ci fa vivere la loro relazione.
La gloria di Dio
Il verbo “glorificare” usato nel Vangelo, non ci deve far pensare alla vanagloria. Quando Gesù dice: “Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse”, sembra quasi che Gesù e Dio abbiano bisogno di glorificarsi. Non è così, essendo loro gloriosi nell’eternità.
La “gloria” nel loro linguaggio è soltanto una considerazione, come due che si amano che se lo dicono tra loro, perché il loro amore è in loro, la gloria di Dio è in Dio, la gloria di Gesù è in Gesù. Non è che si devono mostrare per qualcosa che li glorifichi, loro sono già glorificati, ma non davanti agli uomini: noi non li vediamo glorificati.
Quindi è come a dire: “Speriamo che ci vedano, speriamo che ci ascoltino! E che comprendano cosa significa questo scambio tra di noi. Che la gloria non sia per loro una forma di riconoscimento, se non una forma di consapevolezza”.
Se noi diciamo: gloria al Padre, al Figlio, e allo Spirito Santo, non è che stiamo facendo il tifo per il Signore. Diciamo proprio “gloria” al Padre, come a dire “eterno” Padre, “eterno” Figlio e Spirito Santo, perché di più non si può dire.
Gesù ci dona il Padre
Questo è un modo per riconoscere Dio come apice di ogni cosa, un modo per vedere in lui nostro Padre. L’elemento che ci porta a comprendere che questo non è un pavoneggiarsi, è nella preghiera del Padre nostro. Lì Gesù chiama Dio “Padre”, quindi ci fa capire che a Dio non interessa che noi lo chiamiamo “Dio”, ma che noi comprendiamo che lui è Dio e che è nostro Padre, quella figura che è lì stabilmente ad aspettarci e a perdonarci come al figliol prodigo: lì capiamo chi è Dio.
Quando quel figlio sta tornando al padre pentito, pieno di vergogna, umiliato, il padre lo anticipa, gli va vicino abbracciandolo. Quale padre lo farebbe per un figlio? Al massimo lo avrebbe perdonato se fosse andato da lui. Invece capire questo ci aiuta a comprendere il livello col quale Gesù ci fa conoscere la figura del Padre, e quanto questo modo di dialogare è rivolto a noi e non a loro stessi, perché loro non hanno bisogno di dirsi nulla.
Lo fanno per noi, perché noi comprendiamo: questa è la cosa più bella del Vangelo di oggi, il fatto proprio che Gesù ci voglia far conoscere Dio. E Dio ci conferma che lui è il Padre di tutti, è il Padre di Gesù e il Padre nostro. Credo proprio che oggi Gesù ci stia facendo un regalo di apertura, con questo dialogo.
È incredibile come Gesù e Dio hanno un dialogo come questo e ci rendono tutti partecipi. Credo che questo sia un seme che dobbiamo custodire nel nostro cuore.
A volte può capitare di sentire più l’amore di Maria, che l’amore di Dio. Questa è una cosa che capita a molti per un motivo semplice: innanzitutto perché l’amore di una madre è più identificabile. Poi perché Maria, oltre ad essere madre, è umana, e la sentiamo più vicina a noi.
Invece Dio lo vediamo più come un pensiero, una speranza, quando invece Gesù ci ha fatto capire che tutto ciò che vediamo in Dio è quello che ci trasmettono il volto di Maria e di Gesù. E i loro gesti, i loro atti d’amore, sono il riflesso dell’amore di Dio, l’amore più alto e più pieno che nessuno ci potrà mai donare.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.