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Il Vangelo del Giorno

Vangelo di lunedì 19 aprile: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Tutti dovremmo dire come San Paolo alla fine della vita: “Ho conservato la fede”. Infatti solo tramite essa vedremo la gloria di Dio.

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Gesù in questo Vangelo ci dice: “Non cercate, non vi impegnate per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per sempre, che il Figlio dell’uomo vi darà!”.

La cosa che colpisce è che Gesù nutre tutti, poi in un modo o nell’altro si dilegua, ma la folla lo ritrova. Io immagino la scena in cui la folla incontra di nuovo Gesù, la stessa che Gesù ha fatto mangiare, erano più di 5000 persone, e vedono Gesù che cammina in mezzo a loro.

La testimonianza di Gesù è testimonianza vera

Se io oggi dicessi ad un amico (senza le restrizioni che ci sono oggi sugli spostamenti): Vieni, ho conosciuto un ristorante dove si mangia benissimo, c’è un albergo che costa pochissimo e un santuario bellissimo dove possiamo andare a pregare. Lui direbbe: Sto arrivando! Ma perché in fondo?

Perché non metterebbe in dubbio quello che io dico. Per lui quello che io dico è vero, allora prenderebbe il treno, o l’aereo, perché si fiderebbe di me e si baserebbe sulle mie parole. Di me si fiderebbe, perché mi ha visto. Allora io dico: questo Gesù che tutti loro hanno visto 2000 anni fa, e non solo gli apostoli ma tantissima gente, il Vangelo lo dice più volte che lo hanno visto prima della morte, dopo la morte, crocifisso, risorto…

Loro lo hanno visto, lui è veramente il Figlio di Dio, è dichiarato. E oggi ce lo conferma: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato, dicendoci anche cosa ci serve per andare da lui eternamente.

La porta del Cielo

È evidente che davanti al fatto che per arrivare alla meta, che è Cristo, che è Dio, e che è la vita eterna, noi dobbiamo morire: questo ci mette in difficoltà, perché quella porta si apre solo quando quest’altra si chiude.

La porta del Cielo si apre solo quando quella della vita umana si chiude, e la vita umana è collegata a quella del cielo. Perché?

Se io oggi sono qui è grazie agli apostoli che hanno consegnato la loro testimonianza agli uomini che si susseguivano, e ogni uomo che succedeva loro ha riportato la testimonianza originaria fino ai giorni d’oggi.

Pescati e pescatori

Io ieri o l’altro ieri avevo detto: chi di voi non si può definire un pescato? Riferendomi a quando Gesù dice: “vi farò pescatori di uomini”. È ovvio, anche io sono un “pescato”, siamo tutti dei “pescati”, ma poi diventiamo anche pescatori, perché Gesù vuole che noi lanciamo le reti della testimonianza, dell’amore, di ciò che lui vuole, cioè la nostra salvezza.

Entriamo in questo Vangelo in modo defilato, sul finale, quando Gesù nel Vangelo dice “Che voi crediate in colui che egli ha mandato”: solo questo conta, credere in Cristo! Ci sono persone che vanno in pellegrinaggio, ad esempio a Medjugorje, e questo gli cambia la vita.

Perché si recano in pellegrinaggio? Perché gli è stato testimoniato, è stata presa sul serio quella testimonianza e hanno agito in base ad essa. Lì avviene il cambiamento: quando si sperimenta che quelle testimonianze ricevute sono vere e ti cambiano la vita.

Non bisogna ascoltare le parole del male

La testimonianza è fondamentale. Se oggi io metto in dubbio una testimonianza di bene, vuol dire che ascolto il male. Io posso mettere in dubbio una testimonianza di male, perché se uno mi parla male di un fratello nella fede, e io non vedo il bene, posso mettere in dubbio quella testimonianza.

Perché dovrei ascoltare che è una cattiva persona, o che parla male di me alle spalle, perché? Perché c’è il male. Solo questo. Noi foraggiamo continuamente i pensieri malevoli, siamo dei chiacchieroni, non tutti, ma la maggior parte delle persone vive del parlar male degli altri, ascoltando pienamente il Maligno.

Quando invece c’è la testimonianza di Dio, l’amore del Signore, la misericordia, e tu provi a dire: “Io credo nel Signore Gesù e in tutto quello che Gesù ci ha donato”, tu sei un bigotto, un credulone, cretino, e tutto quello che si sente dire in questi casi… Ma perché? Perché c’è sempre l’opera del male. È qui che si capisce che c’è l’opera del male, qui si capisce che viviamo in un combattimento.

Conservare la fede

San Paolo prima di morire disse: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa e ho conservato la fede” (2 Tm 4,7). Questa è una parola che vale per tutti: “Ho combattuto la buona battaglia e ho conservato la fede”.

Tutti dovremmo dirlo alla fine della vita. “Ho conservato la fede”: è solo tramite essa che vedremo la gloria di Dio. Allora comprenderle queste cose, entrare in questo mistero, farci portatori di questa verità, ci porterà ad essere pieni di luce per gli altri.

Se noi facciamo questo portiamo la fede ad essere radiosa, luminosa, ad essere misericordiosa. Noi non siamo fatti per sparlare degli altri, per essere infedeli, noi non siamo fatti per essere invidiosi, gelosi, no. Noi siamo fatti per amare, perché senza l’amore siamo già morti. Come un cerino che non si accende, la cui esistenza non ha senso, senza la fede noi siamo morti. E non abbiamo nulla.

Credo che noi abbiamo una grande possibilità, che è essere testimoni, come a noi hanno testimoniato Cristo e stiamo trovando, abbiamo trovato questo dono, ma non è una cosa solo nostra: dietro alla nostra fede ci sono i Padri della Chiesa, ci sono i Profeti, Abramo, il Salmi, c’è Mosè… C’è tutto un insieme di contesti e situazioni che nemmeno immaginiamo.

Quindi dobbiamo entrare in questa dimensione di essere pescati e pescatori, di essere testimoni ma anche convinti dalla testimonianza, di essere cristiani ma dimostrando agli altri che senza Cristo non possiamo fare nulla.

Il dono dello Spirito Santo

Certe volte mi dicono: tu lo spieghi bene il Vangelo, tu mi trasmetti la fede, tu, tu, tu… Invece io voglio dire che non sono io che faccio questo, ma è la mia disponibilità, che attraverso Gesù e lo Spirito Santo si trasforma in qualcosa di più alto rispetto a quello che io posso fare.

Perché Cristo entra in me e parla attraverso me del suo amore per gli altri. Perché se io mi mettessi a parlare senza l’abbandono al servizio, senza il desiderio di portare ciò che ho nel cuore agli altri, la mia sarebbe forse una cantilena simpatica da ascoltare ma che non cambierebbe la vita a nessuno.

Allora io chiedo ancora a Dio il dono di questo Spirito che ci porti ad essere tutti testimoni della luce del Signore, dell’amore di Dio, e di quel dono infinito che ci è stato preparato e nel quale siamo tutti già stati censiti: il nostro nome è già scritto nel Regno dei Cieli.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

Elisa Pallotta

Scritto da
Elisa Pallotta

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