La gioia noi la vivremo solo quando saremo immersi in un cammino di grazia piena, cioè, totalmente abbandonati alla volontà di Dio
Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria
Gesù dice: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi”. Il Padre e il Figlio si scambiano un amore vicendevole e per ognuno di noi. Mi viene in mente quasi una gara di amore tra Gesù e il Padre per ognuno di noi, quasi come se fossimo una sola cosa con loro.
Essere una cosa sola tra noi in Dio
Infatti lui lo dice: “perché siano una sola cosa, come noi”. Gesù chiede proprio a Dio di renderci come lui. Gesù non chiede al Padre di portarci in Paradiso e basta, ma dice: “perché siano una sola cosa, come noi”! Se pesassimo queste parole e ci riflettessimo, ci sarebbe da meditarle continuamente, carpendone in ogni momento qualcosa di infinitamente bello.
Quando uno si innamora di una persona, l’elemento che ti fa sentire amato è proprio che in qualche modo tu sia lei e lei sia te, cioè che veramente si possa essere una sola cosa, come è per il matrimonio, in cui si è “uno” e poi in Cristo tutti uniti in Lui.
Io mi permetto di dire una cosa forse un po’ forte: oggi il nostro cammino di fede è un po’ idealizzato, forse va di moda dire “io sono cristiano”, “ma non vado in chiesa, oppure sono favorevole all’aborto, non credo alla Confessione, non mi piace la Chiesa”… Ci facciamo tutti una fede a modo nostro.
Le contaminazioni del mondo
Però non è così che va bene, perché se guardiamo al mondo, Gesù dice: “perché essi non sono del mondo, io non sono del mondo”; questo mondo ci contamina in modo forte. Ci contamina questo mondo effimero, apparente, dove le mamme che possono generare e a donare la vita agli esseri umani, decidono di togliere la vita al proprio figlio. Anche se in quel momento non lo desiderava, quello è l’omicidio, da un punto di vista cristiano, più brutto che si possa immaginare. Perché una madre che toglie la vita al proprio figlio è devastante.
Eppure questo mondo ci dice che è una libertà, che è una libertà conquistata. Allora ci troviamo a dire: è una libertà o un omicidio? Ci sono situazioni particolarmente gravi, ma poi quella gravità diventa l’alibi per poterlo far diventare una cosa normale. Noi non ci rendiamo conto ma viviamo in un mondo protocollato dal Maligno: quello che chiede Gesù al Padre: “che tu li custodisca dal Maligno”, è perché noi viviamo tra le grinfie del male! È come se noi fossimo immersi in una serie di tentacoli peccaminosi di malessere interiorizzato.
Il malessere del mondo
Quante persone ci sono che oggi si sentono sole pur vivendo in compagnia? Oppure quanti papà vivono nelle automobili a causa di donne che si sono approfittate di sentenze, che le vedono tutelate e si approfittano degli uomini, magari in buona fede. Io il lunedì vado dai poveri e incontro tanti uomini separati che vengono a mangiare cibo gratuitamente e ce ne sono tanti che vivono in questo stato.
Per non parlare delle donne che vengono abusate dagli uomini, utilizzate, anche nella prostituzione. Se oggi guardiamo il mondo vediamo che davvero è il territorio del maligno.
Quando è che vedi la luce? Quando c’è qualcuno che è unito al Signore, che vive in Cristo. Quando c’è qualcuno che pratica il Vangelo anche se non l’ha letto, perché il Signore arriva ovunque. Lui non ha bisogno di parlare attraverso la parola: Dio può parlare anche ai nostri cuori, può formare un santo anche se non legge il Vangelo. Siamo noi che non ce ne rendiamo conto e schematizziamo tante cose.
Ma la cosa più forte è questa che dice Gesù: “La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo – quindi ci dà un mandato, come l’ha dato agli apostoli – per loro io consacro me stesso – come a dire: grazie a quello che tu mi hai dato da fare io consacro la mia essenza consacro la mia divinità, “perché siano anch’essi consacrati nella verità”, che è Gesù.
Dove trovare la gioia
Anche noi possiamo unirci a questa consacrazione che è essere figli di Dio. Noi siamo veramente eredi di un Cielo, di una pace e di una gioia citata in questo Vangelo quando Gesù dice: “perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia”. La gioia che riempie fino all’orlo, un uomo può viverla senza il Signore? No, perché se anche avessimo vissuto grandi momenti di felicità, sono stati seguiti da momenti di siccità, o momenti in cui ci mancava qualcosa.
Sentiamo spesso la famosa frase “mi manca qualcosa”, per cui cerchiamo stimoli dal mondo per stare bene, per avere una vita gaudente – e non è vietato desiderarla – è è piuttosto il fatto di desiderare delle cose che ci portino a sentirci appagati. Eppure, essere appagati non è la gioia piena che Cristo vuole donarci.
L’entusiasmo contagioso di vivere in Dio
Quella gioia noi la vivremo solo ed esclusivamente quando saremo immersi in un cammino di grazia piena, cioè, totalmente abbandonati alla Sua Volontà, che è una cosa che potremo vivere in Cielo e anche qui nel momento in cui riusciamo a farlo. Conoscevo delle persone che mi hanno trasmesso questa gioia piena.
Una volta ho incontrato una suora, una ragazza bellissima che mi ha detto: “Io mi sono sentita amata per la mia bellezza ma non per il mio cuore, quindi non accolta. L’unico uomo che non mi ha mai chiesto nulla, delusa o tradita è Gesù. Sono venuta qui in questo convento: in una settimana ho trovato la gioia che dice il Vangelo, e da quella settimana non sono voluta più tornare indietro”.
È un’affermazione che può non essere compresa da tutti, ma vedere gli occhi di quella suora e sentire la dolcezza che trasmetteva, senza la minima ombra di rimpianto, parlando della sua vita offerta a Dio, da lì ho capito di cosa parlava, che è quello che Gesù dice oggi nel Vangelo.
Dare la propria testimonianza
Proviamo ad immaginare una donna che annulla tutta la sua vita per dedicarla al Signore: se si ha questa gioia piena di cui parla Gesù, non ce la fai, duri poco. Ed è lì che trovi la risposta, quando vedi queste persone che davvero ti lasciano così!
Poi certo, ho visto anche suore molto dure e rigide che mi hanno fatto chiedere perché si sono fatte suore? Ma ci sono state situazioni dove ho visto invece tante persone piene di questa gioia. E lì ho capito di cosa parla il Signore. Auguro a tutti noi di vivere anche solo un secondo di quello che ci dice Gesù.
Gesù ci sta invitando ad essere come gli apostoli: ci dice che noi non siamo del mondo ma ci manda nel mondo per aiutare gli altri, sennò il rischio della fede è quello di vivere una fede solo per noi. Gesù ci chiama a una fede da condividere agli altri. E se oggi siamo qui in tanti a ringraziare il Signore è per questo desiderio interiore di condividere le fede.
Questa è una cosa che tutti possiamo fare: allora forse il mondo cambia, sennò la vedo brutta. Noi crediamo che il Signore faccia meraviglie. Un giorno Don Fabio Rosini ha detto: “Se un cristiano è stato in grado di rimettere la Chiesa a posto, e più cristiani si mettono in testa di aiutare il piano di Dio, tutto può cambiare”. E noi ci proviamo.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.