C’è sempre un insieme di cose che vanno accompagnate all’opera di Dio. Gesù ci chiede questo: di metterci del nostro!
Questo Vangelo descrive uno dei momenti più significativi dell’intervento di Gesù nella nostra vita. “Gesù ebbe compassione”, ha compassione di noi. E, nell’occasione di questo evento, Gesù disse ai suoi apostoli: “voi stessi date loro da mangiare”. È una cosa bellissima, che ci fa pensare all’Eucaristia. Gli apostoli oggi sono rappresentati dai sacerdoti, che ci danno il pane, il corpo di Cristo.
Oggi ero a Messa e c’era il figlio di un mio amico, e un ragazzino di 12 anni, che mi ha chiesto: come fa a piacerti di andare a Messa tutte le domeniche?
E io gli ho detto: all’età tua non piaceva nemmeno a me, però ci andavo perché mi sembrava una cosa buona, che mi mamma mi consigliava sempre, finché poi in un periodo della mia vita non ho lasciato un po’ perdere…
Poi gli ho detto: “Mi piace perché io credo che Gesù è vivo in mezzo a noi e durante la Messa è il Corpo di Cristo che prende sostanza nell’Eucaristia che il sacerdote consacra, è lui che scende sulla terra, lui entra in noi e noi in lui”.
E lui mi guardava un po’ sbigottito, e mi ha detto: “Ma davvero tu ci credi?” “Certo che ci credo. Se non ci credevo non ero qua, ero a fare una passeggiata, al centro commerciale, a fare una nuotata in piscina… Invece sono qui perché è tutto vero”.
È proprio come per quei 5000 uomini hanno mangiato veramente, ma se gliel’avessero detto prima, forse, non credendoci, se ne sarebbero andati. La moltiplicazione dei pani e dei pesci simboleggia molte cose, ma il primo elemento è che Gesù ti chiede sempre di metterci del tuo. Infatti chiede: “Cosa avete da mangiare?” Gli apostoli gli rispondono: “Cinque pani e due pesci”. Anche a noi Gesù chiede sempre qualcosa, non nasce tutto solo da lui. Se io ad esempio voglio che mia madre guarisca, è ovvio che lui ci mette la mani, ma come può esaudirmi se anche io in questo tempo non la contatto, non ci parlo, non la vado a trovare, se non le vado a comprare una medicina, un accessorio che le può servire?
C’è sempre un insieme di cose che vanno accompagnate alla sua opera. Gesù ci chiede questo: di metterci del nostro. Di entrare in relazione con lui. Io non so se avete mai sperimentato nella vita l’intervento di Dio. Credetemi, io ho sentito sperimentare e sperimentato tante volte il suo intervento nella vita di tante persone, solo che a volte entra in gioco l’incredulità, a causa di quella forma quasi un po’ narcisistica che ci fa dire: “Io sono una persona razionale, io credo ma credo a modo mio”…
Oppure: “A me la Chiesa non deve condizionare, non mi deve dire quello che devo fare, o che mi assolve dai miei peccati, io parlo direttamente con Dio”… Ma se la Chiesa ha 2000 anni di storia, in un mondo che va sempre più contro tutte le regole, con la scusa della libertà o, nel nome di un falso amore, cerca di ottenere tutto ciò che è malato, allora noi che facciamo?
Invece di obbedire alla Chiesa che è maestra, ci facciamo le regole come diciamo noi? “La Chiesa è antica – dicono – di 2000 anni, ma che ci fai!”
Perché non pensiamo invece che la Chiesa ce l’ha regalata Gesù e che da 2000 anni sta ancora qua, pur se con tutti i suoi difetti?
Allora dovremmo farci questa domanda: che rapporto ho con la Chiesa? Oggi, e già da ieri 1 agosto, non so se lo sapete, ma si può ottenere l’indulgenza plenaria col Perdono di Assisi.
Quindi possiamo mandare una persona direttamente in Paradiso offrendo questa indulgenza, oppure noi avremo cancellate tutte le pene.
Si può andare a Messa oggi (e già da ieri) comunicandosi, recitare un Credo, Pater, Ave e Gloria secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, confessarsi entro una settimana da oggi, e andare a visitare una Chiesa parrocchiale e o francescana.
Possiamo così ottenere l’indulgenza plenaria del Perdono d’Assisi: una grande grazia per tutti e un modo di Dio per dirci che Gesù non è cambiato: come ebbe compassione delle folle, ha compassione oggi di noi, e ci vuole perdonare tutti, ci vuole dare da mangiare tutti e portare tutti in paradiso, il luogo nel quale siamo tutti chiamati a vivere per sempre, nella gioia del Signore.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
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