Il Signore non ci chiama a confonderci o a sentirci sempre carenti di qualcosa, tutt’altro: vuole riempirci di ogni grazia
Gesù si trovava in un contesto dove c’era tanta folla che gli chiedeva: “Che segni fai, che segni ci dai, perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?” E dicono a Gesù: “I nostri padri, che scapparono dall’Egitto, ebbero da Dio la manna dal cielo”. La manna è quel cibo che nutrì gli israeliti mentre erano nel deserto.
Dicevano quindi a Gesù: “Dio ci ha dato un segno. Tu che segno ci dai?” E Gesù risponde: “Non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero“. Volevano dire che i loro padri grazie a Mosè avevano mangiato la manna nel deserto.
Gesù gli dice che non è stato Mosè a dargli il cibo, ma il Padre. Gli dice poi: “Io sono il pane della vita”, quello vero, quello che non finisce, come era finito allora. Il pane di Dio è colui che scende dal Cielo e dà la vita eterna.
Infatti, se pensiamo a quando andiamo a Messa, noi mangiamo il Corpo di Cristo, che è quel pane: Gesù infatti stava profetizzando e dicendo cose che poi sarebbero successe. Dicono poi a Gesù: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù risponde: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”. Cosa significa?
Dio ci parla sempre di qualcosa che va al di là dell’umano, che è oltre il terreno. Quindi quando andremo a lui non avremo più quelle mancanze, perché con lui non ci mancherà più nulla. Gesù ci dice: quando avete incontrato me avete incontrato tutto, è inutile che vi preoccupate di altre cose. Quando avrete la gloria con voi, nulla di tutto quello che oggi vi preoccupa vi preoccuperà, perché non avrete sete, non avrete fame, non avrete paura, non avrete febbre, non avrete malattie, non avrete nulla di quello che oggi vi angoscia.
Oggi ci mettono pensiero la salute, la sicurezza, il lavoro, ci preoccupano mille cose. Lassù non avremo nessuna preoccupazione e non avremo né sete né fame, perché Dio è la fonte della vita, dell’amore, della gioia.
L’importante è cercare una maggiore consapevolezza ogni giorno, una consapevolezza cristiana, cioè di sentirci persone graziate da Dio perché abbiamo iniziato a prendere sul serio tutto questo.
Non è facile, certo: se era facile Gesù non andava in Croce. A chi mi dice che non è facile io però rispondo: pensi che per Gesù andare in Croce o per Maria accettare quella fine del Figlio fu facile? Fu una cosa che poterono sopportare facilmente pensando che tanto Gesù poteva risorgere? No. È stata una sofferenza atroce. Per lei, per Lui, per noi…
Credo che oggi il Signore ci chiama nuovamente alla contemplazione del sacrificio, del servizio. Ci chiama a pensare a quello che facciamo per gli altri, a quello che spendiamo perché qualcuno ha bisogno di noi, a quello che rende felici Gesù e Maria.
Allora chiediamo al Signore il dono di saper andare un po’ più avanti nel cammino di fede. Di non banalizzarlo riempiendo questo bisogno con qualsiasi altra cosa, senza renderci conto che Dio già ci ha dato tutto.
A volte ci vogliamo nutrire di cose che non ci servono. Ci vogliamo riempire di cose che non ci daranno mai soddisfazione. Inseguiamo continuamente idoli, progetti. Inseguiamo continuamente relazioni. Ma il Signore non ci chiama a confonderci o a sentirci sempre carenti di qualcosa, tutt’altro.
Il Signore ci vuole riempire di ogni grazia, bene e benedizione. Chiediamo al Signore il dono della consapevolezza e della gratitudine cristiana, che ci possano aiutare ad essere portatori di quella pace, di quella gioia, di quella speranza che solo chi crede può avere, può capire e può donare agli altri.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
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