Chiediamo questo dono di saperci abbandonare come ha fatto San Matteo, seguendo Gesù senza indugio, e la nostra vita sarà una meraviglia.
Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria
Il Vangelo di oggi Gesù ci sorprende per tanti motivi: intanto perché Gesù è un Dio che si fa come noi. Non saremmo mai andati a pensare che Dio per farsi riconoscere sarebbe diventato come noi! Eppure Gesù lo ha fatto.
“Seguimi”
Ma notiamo che altro fa Gesù: vede un pubblicano, Levi, e va lì davanti e gli dice solo una parola: “Seguimi”. In questa parola c’è tutto. È quel perno sul quale si fonda il nostro essere o non essere cristiani. Questo pubblicano invece lascia tutto si alza e lo segue.
Come se al tempo di oggi, Gesù andasse al registro delle entrate, dove c’è un dipendente che parla con i clienti e gli dicesse di seguirlo. Quello lascia tutto, lascia i clienti, lascia il lavoro e se ne va con lui. Uno che fa così ha fede? Ha una grande fede! Il fatto di seguire Gesù è il segno dal distacco totale dalla vita fatta fino a quel momento.
Sta a noi lasciare tutto
Gesù con un tono imperativo ha detto “Seguimi!”. Ci sono infatti dei momenti in cui Gesù ci lascia liberi, e altri in cui ci chiama. Sta a noi lasciare tutto e seguirlo. Siamo disposti a tanto? Siamo disposti a seguire Gesù? Questa è una domanda molto forte e allo stesso tempo molto utile, perché Gesù ci chiama ad un rapporto vero, autentico e coraggioso.
Poi Levi gli prepara un grande banchetto in casa sua, e Gesù ci va! Levi ha riconosciuto che Gesù è Dio, pensiamo che cosa incredibile per quell’uomo sapere che Dio va a casa sua!
Al banchetto che gli ha preparato, però, molti mormoravano. Gesù allora risponde di non essere venuto per i giusti, ma per i malati, dicendo a tutti loro di essere tali.
Gesù non guarda al passato
Leggiamo il commento di Papa Francesco a questo Vangelo, che ci aiuta a capire meglio: “Chiamando Matteo, Gesù mostra ai peccatori che non guarda al loro passato, alla condizione sociale, alle convenzioni esteriori, ma piuttosto apre loro un futuro nuovo. Una volta ho sentito un detto bello: “Non c’è santo senza passato e non c’è peccatore senza futuro”.
Basta rispondere all’invito con il cuore umile e sincero. La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di discepoli in cammino, che seguono il Signore perché si riconoscono peccatori e bisognosi del suo perdono. La vita cristiana quindi è scuola di umiltà che ci apre alla grazia”.
È così! Cosa significa scuola di umiltà? Fare come Levi (San Matteo), che ha lasciato tutto e l’ha seguito!
Cosa faremmo noi?
Immaginiamo la scena adesso. Se arrivasse Gesù e ci dicesse: “Seguimi”, cosa faremmo? Gesù ci chiama a seguirlo senza esitare, a seguirlo per quello che siamo, perché qui non c’è nessun santo ma è vero anche che siamo tutti amati da lui, che è venuto per tutti noi.
Pensiamoci soprattutto quando ci scoraggiamo crediamo che ci manca qualcosa. Cosa è che ci manca davvero? Il coraggio di affidarci a lui. Chi si sa affidare a Gesù non manca di nulla. Chiediamo questo dono di saperci abbandonare come ha fatto San Matteo, seguendo Gesù senza indugio, e la nostra vita sarà una meraviglia.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.