Dovremmo operare un cambiamento, per portare agli altri la vita eterna, ed essere quello che siamo, né più né meno.
Questo Vangelo ci aiuta a vedere Gesù davanti alla sua morte e risurrezione. Immaginiamo innanzitutto la scena dei due angeli, che si trovano “l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù”, come a dire: qui c’è stato Dio e noi siamo qui ad onorarne la presenza.
La cosa importante di questo Vangelo è proprio il fatto che Gesù dice a Maria di Magdala: “Donna, perché piangi?”. Questa è la preoccupazione umana, che a volte ci toglie la lucidità, la speranza, il coraggio, l’audacia, la perseveranza… “Chi cerchi?” Continua Gesù. “Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo»“: questo è il desiderio di possesso umano, di raggiungere qualcosa di tangibile, di fisico, come anche quando muore un parente, una persona cara.
Gesù le disse solo questo: “«Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!»”. È bastato che Gesù la chiamasse per nome, e questo chiamare per nome di Gesù a Maria di Magdala è significativo, perché lei lì lo ha riconosciuto, prima no. Quante volte Gesù ci ha chiamato per nome, e noi non gli abbiamo risposto?
Gesù oggi ci vuole riportare ad avere una relazione con lui attraverso il nostro nome. Gesù oggi ci vuole mostrare che la fede cambia, illumina, la fede sconfigge la morte.
Sembrano concetti molto lontani da noi, ma nella realtà sono proprio prossimi, perché se noi ci mettiamo solamente a ragionare sull’esistenza umana, noi stiamo girando su noi stessi a poco meno di 2000 km orari, sul nostro pianeta, e alla velocità di 107’000 km orari attorno al sole, una velocità difficilmente immaginabile.
Eppure, siamo fermi, in questo insieme di forze che si scatenano e si riequilibrano, e ci permettono di vivere così. Allora anche qua, rientriamo in qualcosa di molto più grande della nostra comprensione.
Proviamo ad immaginare quante volte Gesù ci ha chiamato per nome e noi ci siamo girati dall’altra parte. Quante volte la voce della tua coscienza si è espressa e tu hai fatto finta di non sentirla?
Ecco, quello è un momento che dovremmo piano piano eliminare, per fare realmente qualcosa che ci porta a sentirci delle persone desiderose di un cambiamento, di portare agli altri la vita eterna, di essere quello che siamo, né più né meno.
Chiediamo questa grazia. Preghiamo anche per questa famiglia che ho conosciuto da poco, per Alberto, affinché non solo il dono della fede che stano riscoprendo li possa condurre, illuminare, ma affinché possano soprattutto portare agli altri questo incontro straordinario di pace, di amore, di speranza e di famiglia. Chiediamo al Signore il dono più alto che ogni uomo e che ogni donna può donare al prossimo: chiediamo al Signore il dono di essere portatori della sua Buona Notizia.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
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