Il progetto che Dio ha su chi soffre è proprio un mandato straordinario di grazia, qualcosa che oggi non possiamo comprendere.
Moltissima è la sofferenza che si riceve proclamando questo Vangelo, che però ci dà un messaggio: per ogni sofferenza c’è un’azione di speranza.
Infatti il Vangelo ci dice che mentre Gesù era lì che soffriva, disse al discepolo, San Giovanni evangelista: “Ecco tua madre”, e a Maria: “Ecco tuo figlio”. In un apice di sofferenza, prima di spirare, Gesù dona a Maria un compito importante, e a Giovanni, che rappresenta tutti noi, una Madre come Lei.
Vediamo come, in un momento di grande sofferenza, Gesù ci manda un messaggio di grande speranza e forza. Non lo fa solo qui, ma anche quando stava morendo di sete e chiese di bere: lui si accontentò anche dell’aceto e, anche se sofferente, lo ha bevuto.
Quando Gesù muore, e i soldati vanno a spezzare le gambe a tutti coloro che erano in croce, a Gesù non succede quello che accade agli altri due. Le gambe infatti non gli vengono spezzate, confermando la scrittura che dice “Non gli sarà spezzato alcun osso” (Nm 9,12).
La cosa che mi viene da dire dal cuore, pensando al Sangue ed Acqua usciti dal suo cuore, è che Gesù oggi parla a tutti coloro che stanno soffrendo, vivendo il contrasto tra la sofferenza, lo scoraggiamento, la frustrazione, il dolore fisico… È che è difficile capire una persona che sta soffrendo fisicamente.
È facile fare retorica e usare parole di circostanza ma quando si è nella sofferenza è difficile comprendere. Si possono fare dei paragoni con dei momenti di sofferenza personali, ma sapere di avere un dolore continuo è lancinante.
Gesù, proprio perché ha preso su di sé tante sofferenze, sceglie delle persone. Questo può non bastare, ed è doloroso vivere un patimento e chiedersi: perché proprio a me? Credo che questo accada perché su chi soffre Gesù poteva fare qualcosa che su molti altri non poteva fare, e il progetto che Dio ha su chi soffre è proprio un mandato straordinario di grazia, cioè qualcosa che oggi non possiamo comprendere.
In questa non-comprensione, l’invito è, nonostante il dolore, all’abbandono in Dio. Chiedo al Signore di aiutare tutti coloro che si trovano appesi alla croce, che dia loro la capacità che ha dato a Maria e a Gesù di poter vedere dei momenti dove questa sofferenza si trasformi in speranza, per loro e per tutti coloro che gli sono a fianco.
Faccio a Gesù la richiesta di guarire in particolare la mia sorella Isabella. Come il lebbroso dico: “Signore, se tu vuol puoi guarirla”, e come a lui il Signore ha detto “Sii purificato”, io chiedo la stessa cosa per questa mia sorella, affinché possa celebrare la tua potenza e l’opera delle tue mani grazie alla guarigione che ti chiedo, miracolosa, per lei, e per tutti quelli a cui lei potrà testimoniare.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
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