Vangelo di martedì 25 maggio: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Dio ti chiede una cosa, solo una: sono al tuo primo posto? Sto al centro della tua esistenza? Se noi diremo di sì, Dio opererà meraviglie

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Ovviamente non sono nessuno per poter dire cosa Dio ci voglia dire in questo Vangelo, ma ho ricevuto un messaggio molto bello che voglio condividere, ed è che non dobbiamo prenderlo totalmente alla lettera.

Gesù ci dà delle indicazioni, delle linee guida che vanno però prese più per quello che ci invitano a vivere e non tanto per quello che dobbiamo fare. Voglio spiegare per questo motivo questa frase del Vangelo, quando Pietro dice a Gesù:  “noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”, Gesù gli risponde: “non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà”.

Dio opera quando lo mettiamo al primo posto

Cosa significa “lasciare”? Gesù non ci invita ad un’azione di distacco reale. Ci invita ad essere pronti a mettere Lui prima di tutto il resto. Non ci dice di lasciare tutto letteralmente. Questo è un modo per dire a tutti noi di staccarci da tutte queste cose, mettendo Gesù al primo posto, e allora avremo il centuplo.

Gesù tutte queste cose non ce le vuole togliere, non vuole che noi ci priviamo del bene, della famiglia, degli amici, del lavoro e dei nostri valori, no. Vuole però che mettiamo tutto in secondo piano; non perché tutto questo non sia importante, ma perché Dio opera solo se lo mettiamo al primo posto.

Se lo collochiamo in una speranza remota, in un bisogno del momento, in un “domani ci penserò”, se lo collochiamo in qualsiasi ambito che non sia il primo posto, lui con noi non può dialogare e non può fare niente.

Per questo ci dice: avrete già ora, in questo tempo, “cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi”, perché non ce li vuole togliere, ma vuole che gli diamo il giusto ordine di priorità.

Per questo tutti noi non dobbiamo vivere un senso di colpa nei confronti di Dio, ma un senso di “inadeguatezza” rispetto al bene che lui ci vuole donare. Questo è il nostro problema più grande.

Cogliere opportunità che Dio ci dona per incontrarlo

Capita ad un certo punto di fare esperienza di Dio, ad esempio tramite un pellegrinaggio a Medjugorje, un luogo donato da Lui per grazia a tutti gli uomini. Eppure, anche in quel caso, c’è tanta gente che vede ancora quel luogo come un posto da visitare perché glielo hanno consigliato glia altri, e non perché pensa realmente che quello è un dono straordinario di Dio di questo tempo, e allora ci vado e non mi faccio scappare questa opportunità.

Nella realtà quella è l’opportunità della vita, è il momento in cui Dio ti fa grazia e si fa incontrare. Io credo che il Signore dia a tutti tante possibilità, ma è anche vero che queste possibilità le trattiamo come opportunità “umane”, ordinarie: quando avrò tempo andrò, quando trovo tempo farò una preghiera…

Io ho conosciuto persone che si sono trovate a Medjugorje senza avere i soldi per partire, a cui è stato regalato il pellegrinaggio, senza sapere nemmeno da chi. Questo significa che Dio, quando hai un desiderio, ti dà perfino il sostegno economico. Quando noi siamo convinti che un’esperienza sia sana da fare, sia un dono in un momento particolare della vita, Dio fa veramente qualcosa di incredibile.

Mettere Dio al primo posto

Conosco una persona che si chiama Gianluca che si collega da Medjugorje tutti i giorni su La Luce di Maria con i sette Pater, Ave e Gloria, con la preghiera del mattino e il giovedì o il venerdì per fare il Rosario con me la mattina alle 9.30. Gianluca è una persona normalissima, un “romano di Roma”, che è andato a Medjugorje perché la madre gli aveva fatto un biglietto, e non è più tornato da quel pellegrinaggio. Lì ha trovato sua moglie e ora è papà e vive a Medjugorje. Vi faccio un esempio: lui voleva andarsene in Brasile a fare bisbocce, è andato là a Medjugorje e non è più andato via.

Quello che è successo a Gianluca di certo è un caso sporadico, ma quello che lui ha vissuto lì io non me lo posso far spiegare, perché se da un incontro di quattro giorni uno lascia la sua vita in quel luogo e fa lì una famiglia, è impossibile da spiegare.

Oggi collabora con noi, ed è una grazia anche questa, per farci sentire un po’ più a Medjugorje, specialmente in questo tempo dove non ci si poteva andare. Io credo che davvero questa sia una risposta concreta di come Dio opera. Dio ti chiede una cosa solo una: sono al tuo primo posto? Sto al centro della tua esistenza? Mi hai posto lì dove prima non c’ero? Se noi diremo di sì, Dio opererà meraviglie nella nostra vita; se non ci riusciremo, dovremo chiedere aiuto allo Spirito Santo a farlo e ad avere quella forza che Gesù nel Vangelo ci invita ad avere, di abbandonare anche “casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi – che vorrebbe dire il lavoro – per causa mia”, e Lui ci donerà tutto.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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