La mia vita io la metto nell’abbandono alla volontà di Dio o continuo a chiedere a Dio di fare la mia volontà? Qui cambia tutto.
Questo Vangelo è così esplicito, che è difficile non comprenderlo. Gesù dice: voi non credete “a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo”. Infatti gli dicono “tu bestemmi”, perché Gesù afferma: “Sono Figlio di Dio”.
Gesù lo afferma pienamente: non va in giro sbandierando questa verità, pretendendo di essere adorato, no. Piuttosto opera miracoli e a chi gli chiede come fa a farlo, lui non nasconde mai la sua “provenienza”.
Quando Gesù chiede ai Giudei per quale motivo vogliono lapidarlo, loro – è incredibile la risposta umana – gli rispondono subdolamente: “non ti lapidiamo per un’opera buona”, – e quindi non negano che lui faccia il bene – “ma per una bestemmia, perché tu che sei uomo ti fai Dio”.
Perché dunque crocifiggeranno Gesù? Non perché Gesù non avesse fatto del bene, ma semplicemente perché non accettavano che un uomo come lui potesse dire di essere il Figlio di Dio. In questo “groviglio” nel quale i Giudei si trovavano, Gesù vuole portarli a ragionare e a riflettere sul loro cammino spirituale.
Oggi mi ritrovo, dopo un cammino di qualche anno, a vedere che, ogni volta che leggo o proclamo la Parola di Dio, ci sono degli spunti che riesco a trarre dal Vangelo che mi mettono nella condizione di non potermi più nascondere.
L’effetto che fa il Vangelo, che credo che lo faccia a tutti noi, è che ci toglie un velo dagli occhi: “si squarcia il velo” come nel tempio. Gesù ci invita a togliere tutte le infrastrutture, le maschere, i comportamenti preconfezionati. Gesù ci chiama ad essere semplici, autentici, umili. Ci chiama ad essere sponda per il fratello vicino.
Credo che sia importante fare una considerazione e chiederci: io ho messo la mia vita nelle mani di Dio? La mia vita io la metto nell’abbandono alla volontà di Dio o continuo a chiedere a Dio di fare la mia volontà? Qui cambia tutto. Perché se noi riuscissimo ad avere con Dio una relazione coerente, noi staremmo ogni secondo a ringraziarlo, a benedirlo. Il problema è che, essendo contaminati da un mondo molto inquinato, ci inquiniamo anche noi.
Allora oggi l’invito è quello di chiederci il perché anche noi vogliamo lapidare Gesù. La lapidazione ha infatti anche un senso simbolico: quando mettiamo alle strette Gesù è come se lo stessimo lapidando! Quando Gesù non entra nelle nostre dinamiche quotidiane è come se lo stessimo lapidando, perché non lo stiamo riconoscendo Figlio di Dio. Lo lapidiamo quando lo facciamo diventare un portafortuna, una mascotte, “qualcosa” da portare appresso perché è bene.
Gesù invece ci chiede di raccontarci la verità e di guardare, con gli stessi occhi con cui guardiamo noi stessi, i nostri fratelli, anche i più “scomodi”. Chiediamo davvero a Gesù il dono del discernimento, di saper entrare nella sua Parola, nei suoi misteri, il dono di saper essere fedeli, perché una persona fedele, una famiglia fedele, amicizie fedeli generano solamente bene.
Credo che oggi una delle cose che più manca è la fedeltà della parola data, la fedeltà delle promesse fatte, la fedeltà di essere ciò che il bene ci chiede e non ciò che le convenienze ci impongono.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
La Madonna della Comuna appare a una bambina, e dona a lei e a tutto…
Per omaggiare San Clemente c'è una buonissima torta inglese tradizionale e gustosa da preparare: è…
Per nove giorni consecutivi ci rivolgiamo con fiducia alla Vergine Maria che per il tramite…
In molti si chiedono se Padre Pio avesse una devozione verso le anime sante del…
Tra i primi pontefici della Chiesa, san Clemente, che si ricorda oggi 23 novembre, fu…
Meditiamo il Vangelo del 23 Novembre 2024, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla…