Dio non lo possiamo toccare. Lo possiamo toccare solo nel momento in cui ci offriamo e serviamo i nostri fratelli e nella Santa Eucarestia
A volte si vive di una speranza, che tutto quello che ci è stato lasciato dalla Chiesa sia vero, quando invece questa speranza dovrebbe essere una conseguenza. Infatti non posso solo sperare che sia tutto vero, per sperare poi; dovrei invece avere la certezza che è tutto vero, e, grazie a questa consapevolezza, credere che mia vita sia una vita in grazia di Dio, una vita eterna nella pace.
Quando Gesù dice “le mie pecore ascoltano la mia voce, ed esse mi seguono”, dice anche: “io do loro la vita eterna e non andranno perdute”. Questo significa che lui ci dona la vita eterna. Non altri, lui! Capire che lui ci dona la vita eterna ci dovrebbe aiutare in questa vita a non essere così coinvolti e contaminati dalle faccende mondane, che spesso diventano l’assoluto del nostro vivere.
Se ho un problema serio, poi mi scordo che sono fatto per il cielo e quel problema diventa esistenziale, un problema con cui dovrò fare i conti per tutta la vita. Invece Gesù è venuto proprio a salvarci, a liberarci, a illuminarci e darci la possibilità concreta di essere una sola cosa con lui.
Per arrivare a tanto bisogna capire in quale modo noi possiamo vivere il rapporto co Dio nella sua verità e nel suo essere vivo in mezzo a noi. Non è qualcosa che deriva da un semplice contatto, o movimento: non è che mi muovo, tocco Dio e ci parlo; no. Dio non lo possiamo toccare.
Dio lo possiamo toccare solo nel momento in cui ci offriamo e serviamo i nostri fratelli. Oppure nella Santa Eucarestia quando Gesù che si fa pane diventa il nostro nutrimento. C’è gente invece che cerca di trovare la fede attraverso un contatto tangibile: voglio sentire, voglio vedere, voglio toccare.
Se fosse così non ci sarebbe la fede! Se io vedessi Dio, non sarebbe più una questione di credere per fede, ma sarebbe un credere per convincimento: “l’ho visto e ci credo”. A questo punto non sarebbe più Dio! Se l’uomo arrivasse al punto di comprendere il suo disegno di salvezza, nella sua maestosità e la sua complessità nei minimi dettagli, allora vorrebbe dire che quello non è più Dio, perché la mente umana non lo può raggiungere!
Noi dobbiamo arrivare a comprendere che Gesù, proprio perché lui è il buon pastore e si è fatto pane e cibo per noi, è lui che si è sacrificato, che è andato sulla Croce, che ha donato il suo perdono per tutte le nostre mancanze.
Allora noi dovremmo avere questa certezza, e il desiderio di lasciarci abbandonare, coccolare, illuminare. Chiediamo al Signore il dono di quella consapevolezza che non riusciamo ancora a vivere. Chiediamo al Signore il dono di essere consapevolmente portatori della sua Parola, e testimoni della sua vita e della sua verità. Chiediamo al Signore il dono di saperci comportare sempre come lui vuole e non come noi pensiamo sia giusto o sbagliato.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
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