Dio ci ha fatto liberi, ma questo è il nostro limite più grande, ed è inoltre l’unico limite che Dio ha imposto a sè stesso.
Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria
Per spiegare il Vangelo di oggi facciamo questo esempio: quando diciamo “io ce la metto tutta”, dobbiamo renderci conto che questo è un modo di dire, non è un’affermazione vera. Se ce la mettessimo davvero tutta infatti riusciremmo nelle nostre imprese.
Noi invece mettiamo in campo solo una parte di noi stessi. Mettercela tutta è rasentare la perfezione, invece noi sappiamo quello che Gesù ci chiede ma la nostra vita quotidiana non lo rispecchia.
Dovremmo fare spesso questa preghiera: “Signore, aiutami a seguire te, e non me”, perché tutti i giorni noi seguiamo troppo noi stessi. Molti di noi pensano di mettercela davvero tutta. Occorre invece pesare le parole perché questo ci aiuta ad essere più coerenti con noi stessi. Infatti quando diventiamo superficiali nel linguaggio, senza pesare le parole, finiamo per non pesare nemmeno le azioni.
La Parola ci guida
Se non pesiamo la parola non pesiamo nemmeno il nostro modo di vivere: se ci pensiamo, noi cristiani siamo guidati dalla Parola di Gesù! E Gesù non poteva mica sbagliarsi nel dire le sue parole! Ognuna di esse è soppesata al milligrammo, perché deve procurare in noi un effetto salvifico. La finalità di Cristo non è metterci in difficoltà ma salvarci tutti!
Eppure tutti abbiamo un problema comune: il famoso libero arbitrio. Facciamo un esempio: c’è un bravo sacerdote che per una vita ha servito il Signore, poi diventa Vescovo, poi Cardinale… ma mettiamo che alla fine della vita fa qualcosa di grave, magari diventa attaccato al denaro, o guarda le donne, oppure i suoi desideri non sono più in linea con quelli del Signore.
Il limite della libertà
Quel sacerdote secondo la Bibbia andrà all’inferno! Com’è possibile? È possibile perché noi abbiamo il dono della misericordia di Dio ma abbiamo la libertà di non accoglierla, una libertà dove Dio non può entrare. Dio ci ha fatto liberi, ma questo è il nostro limite più grande. Il dono della libertà degli uomini è inoltre l’unico limite che Dio ha imposto a sé stesso, al punto che abbiamo potuto uccidere suo Figlio.
Noi molto spesso non ci rendiamo conto delle cose perché il linguaggio del mondo ci ha portato ad essere degli “approssimativi”. Ma un cammino di fede come quello che ci indica il Vangelo e ci mette davanti a dei quesiti. Ad esempio sulla scia del Vangelo di oggi ci chiede: che merito ne avrai se inviterai a casa tua solo i tuoi amici, i tuoi parenti o le persone che ti piace invitare?
Tutto ciò non sarebbe sbagliato se non avessimo escluso tutte quelle altre persone che potevamo considerare e non abbiamo considerato.
Saper chiedere: come stai?
Il Signore ci chiederà: perché hai invitato solo i tuoi amici e non hai invitato quel povero? Perché non gli hai portato da mangiare? Perché quella volta sei andato dritto e non ti sei fermato davanti a quella persona?
Il nostro cammino di fede è fatto di gesti verso le persone che Dio ci mette a fianco e verso quelle persone che hanno bisogno di noi, e quel bisogno non è solo economico o materiale, ma è anche sentirsi chiedere semplicemente: come stai? È un atto di riconoscimento e d’amore che può bastare, ma noi non facciamo nemmeno quello. Allora oggi Gesù ci chiede di dire quel “come stai” a quel fratello magari scomodo scomodo che Dio ci ha messo dinnanzi e del quale un giorno dovremo rendere conto.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.